4 Maggio 2021

MotoGP, Gigi Dall’Igna: “Ducati non è più una moto mangia piloti”

Parla Gigi Dall'Igna all'indomani dell'uno-due di Miller e Bagnaia a Jerez. Il titolo MotoGP non è più una chimera: "Usciamo da qui più convinti".

MotoGP, Gigi Dall'igna

All’indomani della doppia vittoria di Jerez, il team Ducati factory chiude il test MotoGP con Pecco Bagnaia che chiude la top-10, Jack Miller 18°. 40 giri per il piemontese, 44 per l’australiano, tra i meno prolifici del lunedì. Del resto nel box di Borgo Panigale c’erano poche novità da provare. “Sinceramente penso che la Ducati sia la migliore moto in griglia – afferma il leader della classifica -. Stiamo andando bene con tutto, ho un ottimo feeling con l’anteriore. Ogni moto ha i suoi pro e contro, i nostri pro sono velocità e stabilità, d’altra parte ci manca un po’ di trazione“.

L’uno-due di Miller e Bagnaia apre nuovi orizzonti, perché è arrivato sul circuito più difficile per la Desmosedici, dove la top speed ha un ruolo secondario. Da 15 anni la Ducati non sbancava Jerez. “Negli ultimi anni è stato un circuito che ci ha regalato poche soddisfazioni – spiega Gigi Dall’Igna a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Ma l’anno scorso Pecco in gara-2 aveva fatto vedere che si poteva fare bene. Sono arrivato a Jerez più fiducioso, ricevendo tante conferme. Qui il motore conta praticamente nulla, anzi, la potenza forse dà persino fastidio, quindi uno dei nostri punti di forza viene meno. Usciamo da qui più convinti“.

Ducati volta pagina

Molto simboliche le lacrime di Jack Miller a fine gara, dopo un inizio stagione MotoGP in salita, contrassegnato da un intervento all’avambraccio. “In queste settimane ho pensato molto a Jack – aggiunge Dall’Igna -. Aveva raccolto meno di quanto avrebbe potuto e quando succede, è un attimo entrare in una spirale negativa. Avevo paura, ha reagito bene“. In passato Ducati ha avuto la fama di “mangia piloti”, stavolta la leggenda metropolitana viene spazzata via. “Non so com’era in passato, ma io non considero più quella attuale una Ducati “mangia piloti”. Siamo sempre stati loro vicini cercando di fornire quello che serviva per portare a casa il miglior risultato possibile. Poi può succedere che a volte si vada in contrasto“.

Il riferimento ad Andrea Dovizioso non è troppo velato. La rivoluzione voluta dai vertici aziendali sta portando subito i suoi frutti. Non c’è bisogno di attendere. Ottimo il rapporto tra Pecco e Jack… Ma arriva un’altra stoccata di Gigi Dall’Igna… “Che i piloti vadano d’accordo è importante, ma fino a un certo punto. Abbiamo già sbagliato in passato a fare scelte basate sull’amicizia. L’importante è che siano professionisti e collaborino. E che si rispettino“.

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4 commenti

  1. makiland ha detto:

    La prima parola che mi viene in mente è “ingratitudine” per quell’ AD che guidava un autentico ferro da stiro e che ora pare essere diventato una “moto per tutti” … vergogna !
    Bravissimo e meritevole Pecco e anche JM … capaci di tanta prestazione anche con Gigione di mezzo !
    PS, mi assumo totale responsabilità di queste parole nei confronti di Ducati. NON li stimo, NON mi piacciono loro e le loro moto, ma spero che vincano SOLO perchè di mezzo c’è Pecco !

    • Anonimus ha detto:

      Quando si ragiona per sentimento come fai tu, si dicono le peggior stupidaggini che possano venire in mente…. Il “ferro da stiro” che era in passato la Ducati, è diventata una “moto per tutti” grazie al signor Dall’Igna, uno dei migliori ingegneri meccanici del nostro paese e del Motorsport in generale che persino le più blasonate aziende giapponesi ci invidiano e della quale dovremmo andarne fieri!

      • Max75BA ha detto:

        Dobbiamo essere orgogliosi della Ducati, idem per il Dovi che comunque ha avuto le sue conflittualità con Iannone, Lorenzo e Petrucci…senza dimenticare come attenuante per il Dovi le personalità di Iannone e Lorenzo che hanno una “testa” molto particolare…
        p.s. con Ducati, Bagnaia e Morbidelli i tifosi italiani possono ben sperare

    • Originals ha detto:

      E dall 2015 che la Ducati non e piu un “ferro da stiro”, sono 6 stagioni di moto abbastanza buone per vincere almeno una gara.