4 Marzo 2023

MXGP, Alessandro Lupino si rilancia “L’annata calvario è una spinta in più”

Dopo un 2022 difficile, Alessandro Lupino finalmente sta bene ed è carico per il nuovo Mondiale MXGP. La nostra intervista.

alessandro lupino, mxgp motocross

La rinnovata carica dopo un anno complesso. Alessandro Lupino riparte con ritrovata energia in questo 2023, determinato a dimenticare una stagione segnata da problemi di salute. Ora è tutto alle spalle ed il 32enne di Viterbo, papà di due bimbe e dal 2007 nel Mondiale Motocross, riparte con la Beta del MRT Racing Team. Stesso marchio e quindi stessa moto del 2022, con questa squadra invece Lupino ci aveva corso nel 2021, realizzando la sua migliore stagione mondiale. Un buon punto di ripartenza, quali sono gli obiettivi? Manca ormai sempre meno all’inizio del nuovo campionato MXGP, ecco cosa ci ha raccontato.

Alessandro Lupino, prima di tutto come stai?

Finalmente bene, a parte qualche virus del periodo. Stavo benissimo, avevo fatto una bella preparazione, poi sabato notte, prima della gara ad Arco [degli Internazionali d’Italia, ndr] sono stato malissimo. Adesso per fortuna è passata, abbiamo fatto un’altra bella settimana di lavoro e tra poco si parte. Ho perso un po’ di allenamento, ma per fortuna il Mondiale è lungo.

Ti lasci alle spalle una stagione MXGP piuttosto difficile.

Credo il mio peggior campionato di sempre, praticamente non ho mai corso. Sì, quattro gare ma non ero mai stato a posto. Da settembre dell’anno prima, precisamente dal GP di Francia 2021, io avevo disturbi allo stomaco ed avevo iniziato cure antibiotiche: mi hanno curato per una gastrite. Ho fatto tutto l’inverno con questo dolore allucinante, finché a marzo-aprile, quand’ero in Portogallo, è uscita fuori l’appendicite. Sono stato operato, ma il virus non era debellato, è ripartito, è andato in peritonite e mi ha preso i reni, la prostatite… Di conseguenza mi sono dovuto fermare e ho buttato via tutta la stagione, era impossibile andare in moto. Prima mi sono dovuto curare, sono risalito in moto solo a fine settembre. È stata una stagione molto, molto difficile a livello mentale.

Un po’ di rabbia per la “diagnosi tardiva”, no?

Sì, avevo fatto anche le ecografie e non se n’era accorto nessuno. Purtroppo io sono identificato come un “caso particolare”, siamo circa il 10%. Non ho mai avuto dolori alla parte destra, la mia appendice aveva la punta all’indietro e scaricava tutto sullo stomaco. Loro controllavano lì, avevo fatto mille visite e sembrava sempre tutto a posto, ma il problema veniva da lì.

Adesso finalmente è tutto a posto. Un anno come il 2022 quanta motivazione dà in più?

Moltissimo, hai voglia di correre e di andare forte. Certamente dopo una stagione brutta c’è tanta voglia di riscatto, ti dà quella forza, quella spinta in più per fare bene. Ora mi sento pronto e pieno di forze per la nuova stagione MXGP, in grado di lottare con tutti gli altri.

Quanto aiuta ripartire con lo stesso marchio?

Sicuramente molto. Questo con Beta è un progetto che mi piace molto, non faccio solo il pilota ma porto avanti anche lo sviluppo della moto che uscirà il prossimo anno. Ogni mese, mese e mezzo abbiamo sempre qualcosa di nuovo. È un lavoro piacevole, siamo sempre in via di sviluppo e stiamo facendo un bel lavoro.

A 32 anni sei il “vecchietto” non solo tra gli italiani, ma nel Mondiale.

Me l’hanno fatto notare, ci sono rimasto male! Non me l’aspettavo. Non sento la “vecchiaia”, anche se è da tanto che sono nel Mondiale, ma mi rendo conto che è sempre più difficile lottare con i giovincelli. Loro fanno la metà della mia fatica, io adesso per arrivare dove voglio mi devo impegnare ancora di più. Ma ora mi sento nel pieno delle mie forze, so come usarle e spero di realizzare un anno bello.

Com’è cambiato il pilota Alessandro Lupino nel tempo?

Ho qualche rimpianto: crescendo capisci bene cosa ti serve davvero per allenarti e cosa no. Da piccolo invece facevo troppo, anche cose non necessarie per questo sport. Adesso ho capito cosa serve al mio fisico e ultimamente ho cambiato: vado di più in moto e faccio meno allenamenti extra moto diciamo, bicicletta e corsa, che invece una volta facevo tanto. Sento che il mio fisico si stancava su cose non fondamentali, quindi preferisco usarlo tutto andando in moto. Poi chiaramente è cambiato anche il modo di andarci.

Spiegaci meglio.

Quando ho iniziato io le manche erano più lunghe di cinque minuti, mi piaceva di più. Adesso dal primo all’ultimo giro devi stare sempre tirato al 100% e dare gas a manetta. Questo mi penalizza, io non sono uno così: preferivo le manche lunghe e prendere il passo piano piano. Quest’anno poi hanno messo i punti anche nella manche del sabato di 20 minuti, tempo che in precedenza usavamo come prova, anche per la moto, e nessuno dava il 100%.

Alessandro Lupino, come vedi appunto questa novità del sabato?

Ci sarà da ridere anche il sabato, bisogna dare il massimo pure lì. Non sono mai stato un pilota pro per la manche del sabato, anzi sono stato sempre contro. Secondo me non ha senso: già il nostro sport è rischioso, così diventa un po’ confusionale per le persone non del settore diciamo. Diventa poi una manche che può cambiare il risultato del weekend, con 20 round in programma vuol dire una gara in più, è impegnativo. Io mi trovavo bene col format di un giorno, secondo me per il motocross era l’ideale, ma sono tornati alle due giornate una volta finito il periodo Covid.

E se invece si rivelasse un vantaggio?

Diciamo che al momento la cosa positiva è che non devi sistemare la moto, mentre prima il sabato serviva a quello, pensando alla domenica. Adesso invece hai un turno di prove libere da 20 minuti, da lì devi tenere il setting e dare il 100% con quello che hai. Quello è il lato positivo, sprechi meno tempo. Il problema è che non sei a posto con la moto te lo porti dietro tutto il weekend, sei nei guai diciamo.

Tornando al tuo cambio negli anni, quanto ha influito l’essere diventato papà?

Molto! Anzi, da quando sono diventato papà vado anche più forte. Mi ha reso felice, è l’esperienza più bella della mia vita e mi dà tanta forza: prima il lavoro lo facevo solo per me, adesso ho uno stimolo in più.

E se un giorno ti dicessero “Papà, voglio fare il pilota”, cosa diresti?

Penso avresti la stessa risposta da qualsiasi pilota professionista. Ho due femmine, è vero che c’è il campionato professionistico, ma è più difficile. La mia è una bellissima carriera, una passione che è diventata un lavoro, ma vedendo rischio e guadagno non metterei mio figlio su una moto. Certo mi piacerebbe che ci sapesse andare e si divertisse, però non ad alti livelli. È uno degli sport più distruttivi sia fisicamente che mentalmente. Ne parlavamo anche con Antonio Cairoli: suo figlio Chase è cresciuto tra le moto e mi sa che faranno fatica a fermarlo.

Nuova stagione MXGP, quali sono gli obiettivi di Alessandro Lupino?

Per cominciare devo fare delle belle gare ed iniziare la stagione stando nei 15. Una volta disputate 3 o 4 gare punto a stare sempre nei 10. Possiamo fare anche molto meglio in qualche gara, ma penso che per Beta e per la moto che stiamo sviluppando la top 10 sia un buonissimo risultato. Visto com’è andato l’inverno, sia io che il mio compagno di squadra [Ben Watson, ndr] abbiamo la possibilità di stare lì.

Come stanno gli altri italiani di categoria?

Alberto Forato è un 2000, Mattia Guadagnini ha neanche 21 anni. Stanno andando forte tutt’e due, Forato ha fatto davvero un bel passo avanti rispetto all’anno scorso, ma l’ho visto poco. Con Mattia mi alleno quasi tutti i giorni e dall’anno scorso è migliorato molto, può avere un passo per stare nei primi cinque in tutte le gare. Credo sia un po’ più competitivo al momento, poi durante la stagione si vedrà.

Cosa pensi poi di Adamo in MX2?

Lo vedo molto bene, mi ha stupito. Non lo conoscevo, ma quest’inverno abbiamo girato molto insieme e ho visto un carattere da vincente. Determinato, con voglia di lavorare e la gara non gli mette paura, anzi gli dà più forza. Secondo me è l’uomo che può fare il passo giusto, ci deve credere di più ma può tranquillamente giocarsela coi primi.

Secondo te com’è messo il giovane movimento italiano in questa specialità?

Vedo bene qualche ragazzo giovane: Ferruccio Zanchi e Valerio Lata per me sono i due più promettenti. Ma anche in 125 c’è un bel vivaio dopo qualche anno di calma, negli ultimi 5-6 anni ne erano usciti pochi. Speriamo di sentire presto il nome di qualche altro italiano davanti nel motocross.

Ad esempio Alessandro Lupino?

Sarò “vecchietto”, ma voglio fare ancora qualche anno mondiale e soprattutto farlo bene. Credo di potermela giocare tranquillamente con Mattia e Forato, saranno delle belle gare.

Un pronostico: chi vedi da Mondiale nel 2023? Si parte con Gajser infortunato…

Gajser era favorito, Herlings non è ancora in forma dopo l’infortunio. Secondo me questo può essere l’anno di Seewer: ha fatto tante volte “l’eterno secondo”, lo vedo in grado di puntare al titolo. Ma penso proprio possa essere la volta di Yamaha: dopo Seewer vedo anche Renaux.

Quindi per un italiano in evidenza in MXGP bisogna attendere ancora?

Sì, sia Alberto che Mattia non sono ancora in grado di battagliare con i primi 3-4 del Mondiale, che per ora hanno un altro passo.

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