13 Agosto 2020

Cancellata la 8 ore di Suzuka: decisione sofferta, ma inevitabile

Per la 8 ore di Suzuka un arrivederci lungo 1 anno. Cancellata la 43° edizione, si guarda al 2021: con incognite, ma con la magia della "gara delle gare"...

8 ore di Suzuka

Un pasto senza riso non è un pasto“, recita un noto proverbio giapponese. Contestualizzato all’universo delle due ruote a motore, una stagione motociclistica senza la 8 ore di Suzuka non può ritenersi tale. Non è soltanto la “gara delle gare“, la gara dell’onore e dell’orgoglio per le case costruttrici giapponesi. Oggi la 8 ore di Suzuka, intesa come evento in prova unica, a tutti gli effetti è la competizione motociclistica più prestigiosa del pianeta. Per la sua importanza, per la sua unicità, per la sua storia e tradizione. Un 2020 senza Suzuka lascia un vuoto incolmabile. Chiaro: è soltanto “Sayonara” per la 8 ore. Ma a quale prezzo?

NESSUN PRECEDENTE

Prima di addentrarci sulle ragioni che hanno comportato questa cancellazione, un altro proverbio giapponese fa al caso nostro. “Cerca nel passato se vuoi conoscere il futuro“. Il problema, nella storia della 8 ore, non si è mai registrato un episodio simile. Nata nel 1978 dopo vari esperimenti (auto e moto) di 24, 10 e 6 ore, la Suzuka 8 hours voleva combinare una sfida Endurance con connotazioni di gara sprint e con finale in notturna (ripreso dal Supercross americano ed, ebbene sì, dalle partite di Baseball), nel contempo cercando di distinguersi dal classicissimo Bol d’Or di 24 ore. Dal quel 30 luglio del 1978, data dell’inaugurale edizione che sancì la memorabile affermazione Yoshimura Suzuki a scapito delle imbattibili Honda RCB, la 8 ore di Suzuka si è sempre disputata. Quarantadue edizioni che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del Motorsport, annoverando un albo d’oro impareggiabile per la caratura di piloti, squadre, moto e personaggi. Il passato non ci è d’aiuto: la cancellazione di quest’anno non ha alcun precedente. Quando, tra qualche decennio, si scorgerà “Non disputata” accanto alla voce 2020, ci si renderà ancor più conto di cosa ha significato tutto questo.

COVID-19

Proverbi giapponesi, dicevamo. “I fiori del ciliegio non sono fatti per l’uragano“. Come i Sakura non possono resistere alle intemperie, la 8 ore di Suzuka 2020 non ha avuto luogo per l’emergenza Coronavirus. Di fatto l’annuncio della cancellazione suona come una mera formalità. Ne parlammo addirittura lo scorso 24 febbraio, lanciando con elementi oggettivi e conversazioni continue con personaggi di spicco dell’universo All Japan un primo allarme. Cronologicamente si era ancora in un periodo di “epidemia COVID-19” e non di “pandemia“. Cina a parte, in tutto il globo: Giappone compreso. Il Primo Ministro Shinzo Abe non era entrato nell’occhio del ciclone per i pochi tamponi effettuati e legittimi interrogativi sulle misure contenitive adottate. Le Olimpiadi di Tokyo, posticipate di 12 mesi, non erano in discussione. L’emergenza COVID-19 ha cambiato tutto e, per la 8 ore di Suzuka, forse si è arrivati fuori tempo massimo. Dapprima posticipata da luglio a novembre, successivamente confermata nonostante continue perplessità manifestate (anche in questo articolo del 15 giugno). La Suzuka 8 hours è stato l’ultimo evento internazionale in programma sul tracciato dell’ottovolante cancellato. Le ragioni sono ben note: le restrizioni poste dal governo giapponese all’ingresso nel Paese di personale straniero, anche se per motivi d’affari. Non per il pubblico, con il “porte chiuse” escluso a priori (qui un articolo dedicato del 14 luglio scorso), semplicemente perché una 8 ore senza i gaijin (stranieri) non avrebbe alcun senso. Che si parli di piloti, team manager, meccanici. La Suzuka 8 hours è un evento internazionale dove tutti i mondi del motociclismo convergono sul mitico tracciato dell’ottovolante. Un’edizione “domestica“, quasi come fosse una tappa dell’All Japan Superbike, anche no. Non sarebbe la stessa cosa, oltretutto scontrandosi contro la sua essenza, identità e natura. La cancellazione, in un certo senso, ha preservato tutto questo, anche in prospettiva futura.

FUTURO

Far partire un conto alla rovescia per il 2021 sarebbe quantomeno inopportuno. Vero, “L’assente si allontana ogni giorno di più“, ci narra un detto giapponese. In effetti le parole di Shinichi Ueyama, primo consulente medico (il “Brusaferro del Sol Levante“) del Governo nazionale, sono quantomeno allarmanti. “Se non si troverà un vaccino efficace in tempo, le Olimpiadi di Tokyo non avranno luogo nel 2021“. Suzuka, rientrante tra i grandi eventi riconosciuti dal Ministero dello Sport, di conseguenza. Da qui al luglio dell’anno venturo, per riproporre la “Mid Summer Dream Race” c’è tempo. In fondo, se non si fosse ancora capito, i proverbi giapponesi tornano sempre d’attualità. “Si impara poco dalla vittoria, ma molto dalla sconfitta“. D’altronde la cancellazione di quest’anno è una disfatta su tutta la linea. Ma quando tornerà, potete starne certi, sarà una 8 ore di Suzuka magica. In fondo “Ame futte ji katamaru“: dopo la pioggia, il terreno si rassoda…

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