19 Ottobre 2022

Bradley Ray Campione: promessa di talento mantenuta

Bradley Ray è il Campione 2022 del British Superbike: adesso sogna il mondiale dopo aver rischiato di smettere.

Bradley Ray Campione: promessa di talento mantenuta

Negli ultimi 6 anni, Bradley Ray ha vissuto tutte le fasi di una carriera (completa) di un pilota. Alti, bassi, luci, ombre, passando dal ritrovarsi vicinissimo a congedarsi dal motociclismo, fino ad un trionfale 2022 culminato con la conquista del titolo British Superbike. In questo periodo, ad un certo punto, “Telespalla” era stato persino il nome più chiacchierato tra i talenti emergenti delle derivate di serie, salvo perdersi un po’ per strada. Scelte infelici, matrimoni che non hanno funzionato, tornando quel Brad Ray apprezzato (ammirato) nel 2018 soltanto in questa stagione. Un percorso da montagne russe che ci ha restituito non più soltanto una promessa, ma un Campione del BSB. Oltretutto, di prospettiva mondiale.

PERCORSO TUTTO IN SALITA PER BRADLEY RAY

Non importa quando arrivi, ma come arrivi“, recita una grande massima. Di fatto ricalca in toto l’identikit sportivo di Bradley Ray. Classe 1997 di Ashford, figura ormai come un veterano del motociclismo nonostante i (soli) 25 anni di età, gli ultimi 6 trascorsi nel BSB. Nel più competitivo e spettacolare campionato nazionale Superbike del pianeta, Brad #28 ha trovato la sua dimensione. O meglio: il palcoscenico congeniale per metter in mostra il suo talento. Di fatto, salvando la propria carriera.

PROMESSA DEL MOTOCICLISMO

Bradley Ray si era affermato tra i piloti in grado di mettersi maggiormente in luce in alcune delle stagioni più competitive di sempre della Red Bull MotoGP Rookies Cup. All’epoca ancora grezzissimo, più volte ben oltre i limiti, ma non per questo non meritevole di una chance mondiale. Per svariate ragioni (economiche, persino “politiche”), quell’opportunità non l’ha mai avuta. Ci ha provato persino nel CEV Moto3 a rilanciarsi, trovando poi in Stefano Caracchi ed il progetto Vyrus una sistemazione in Moto2, proprio quando nessuno credeva in lui. Altri suoi colleghi potevano giocarsi occasioni mondiali, lui niente di tutto questo.

RISCHIO DI SMETTERE

Come ultima spiaggia, tornò in madrepatria per tentare un percorso tra le derivate di serie. Buone cose tra le 600, ma sembrava non bastare. Tanto che, a fine 2016, prese seriamente in considerazione l’idea di smettere. Ormai la sua carriera era finanziata esclusivamente dalla sua famiglia, di origini umili. Suo papà Kevin, il quale tuttora gli regge la tabella di segnalazione dal muretto box, nella vita di tutti i giorni fa il muratore. Brad #28 lo aiutava nei lavori in cantiere per far quadrare i conti, offrendo anche una mano a sua madre che gestiva un pub. Il motociclismo, si sa, è uno sport costoso (costosissimo) e, con tutte le valutazioni del caso, non aveva più senso andare avanti. Fino ad una chiamata insperata.

IL DEBUTTO NEL BRITISH SUPERBIKE

Per il nuovo progetto Suzuki BSB, al team Hawk/Buildbase serviva un giovane pilota in rampa di lancio da formare, affidandogli una terza GSX-R 1000 per la stagione 2017. Tramite qualche buon aggancio, quella “Gixxer” finì proprio a Brad Ray. Con un contratto annuale, la sua vera “last chance“. Convincere e ben figurare, altrimenti sarebbe finito a fare il muratore 24/7 come il suo babbo. Non c’erano più soldi, ma c’era (finalmente) una possibilità. Tra lo scetticismo generale, Bradley la sfruttò al meglio. Da rookie, nel 2017 salì addirittura sul podio e, nel complesso, si affermò come il miglior pilota Suzuki del campionato, anche a scapito di un Campione del Mondo Sylvain Guintoli. Guadagnandosi la riconferma per il 2018 e passando a diventare un pilota professionista a tutti gli effetti. Un gran sollievo per lui e, non da meno, per papà Kev e tutta la sua famiglia.

L’ESPLOSIONE DEL 2018

In quel 2018, Bradley Ray divenne “Telespalla” ed era… un’ira-di-Dio in pista! Pronti-via, doppietta a Donington Park. Altri podi, altre pole, si qualificò per lo Showdown a soli 21 anni compiuti, entrando nelle grazie di Suzuki. La convocazione per la 8 ore di Suzuka con Yoshimura ed un test-provino con la GSX-RR MotoGP testimoniarono l’interesse riposto da Hamamatsu nei confronti di Brad. In lui intravedevano un personaggione ed un “futuribile Kevin Schwantz“. Ma qualcosa andò storto.

SCELTE INFELICI

La crisi tecnica del team Buildbase Suzuki nel corso della stagione 2019 allontanarono Ray dalla casa madre. Non ne poteva più. Per fare un esempio, a Cadwell Park si qualificò in prima fila, ma nemmeno prese parte a Gara 1 per un problema tecnico riscontrato nel giro di ricognizione. Per questo decise di sposare la causa BMW TAS Racing per il 2020. Un sodalizio che, banalmente, non funzionò. In poco tempo, passò dall’appellativo di talento emergente #1 del circus Superbike, al dimenticaio.

FIDUCIA NEI PROPRI MEZZI

Per rilanciarsi passò da quella che doveva essere la BMW di riferimento del BSB ad una squadra privata, il team OMG Racing. Un buon primo anno con una BMW privata, giocandosi tutto quest’anno al passaggio ad una Yamaha R1 competitiva, congeniale al suo stile di guida. In questo 2022, nuovamente, “Telespalla” si è messo in discussione su tutta la linea. Il suo unico pensiero è stato quello di vincere ed ascoltare i consigli del suo mentore e manager Shane Byrne, il quale sta cercando di trovargli una sistemazione nel mondiale. Nessun’altra distrazione: ha lasciato la fidanzata storica, ha fatto il pilota professionista a tuttotondo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. In pista, negli allenamenti, sempre. Per conquistare quel titolo inseguito da tanto tempo, con una convinzione di massima espressa a gran voce nel post-successo di campionato: “Dovevo soltanto credere in me stesso, visto che tutta la squadra credeva in me“.

BRADLEY RAY: E ORA?

Ritrovata la fiducia, il motociclismo ha ritrovato ‘quel’ Bradley Ray ammirato nel 2018. Con più esperienza ed una consapevolezza maggiore. Un talento emergente diventato Campione del BSB, con tutte le ragioni di poter reclamare un posto nel mondiale. Una chance che forse avrà o, in alternativa, dovrà mettersi in coda. Non un problema per lui: vanta alternative (importanti anche da un punto di vista economico) nel British Superbike e persino MotoAmerica. Con serenità, può guardare al futuro. D’altronde, per chi ha rischiato di toccare il fondo sotto il profilo prettamente sportivo e professionale, la strada adesso è in discesa. Specie se con il #1 da Campione 2022 e da promessa di talento mantenuta: con i fatti ed i risultati.

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