21 Luglio 2017

Superbike 2018: Sarà difficile fare la rivoluzione se le Case non vogliono

L'intervista esclusiva al nostro sito di Gigi Dall'Igna capo delle corse Ducati fa sorgere inquietanti interrogativi: dove sta andando il Mondiale?

La Superbike è in vacanza, proprio in questo luglio senza MotoGP che sarebbe stata una vetrina formidabile. Poi dicono che il calendario è stato migliorato: mah… L’intervista esclusiva che Luigi Dall’Igna ha concesso in esclusiva al nostro sito fa sorgere pressanti interrogativi. Dove sta andando il Mondiale?

Il capo delle corse Ducati, cioè la marca più vittoriosa, ci ha detto  cose importanti. Proviamo a leggere tra le righe e capire cosa sta succedendo.

1-“E’ assai improbabile che la Superbike adotti i motori Stock (strettamente di serie, ndr) già nel 2018″. Logico: le squadre principali lavorano da tempo  agli sviluppi per la prossima stagione. Impossibile accettino una svolta così radicale, che costringerebbe chi è più impegnato (cioè: chi sta investendo…) a buttare tutto. La domanda che resta insoluta è: quando Carmelo Ezpeleta dice che “La Superbike 2018 avrà i motori Stock” a cosa allude? Qual è il piano? La Dorna ha sempre gestito la MotoGP strizzando l’occhio alle Case, se non a tutte, perlomeno a quelle più potenti. Risulta assai strano che sul fronte SBK lo stesso Ezpeleta si stia mettendo contro tutti. Perchè non c’è solo la Ducati. Contraria alla svolta Stock è ovviamente anche la Kawasaki, e perfino la Honda, che è al lavoro  per risolvere i gravi problemi della CBR1000RR Fireblade SP2 . “Se cambiano regolamento butteremo via tutto” ha lamentato il coordinatore Marco Chini.  Non credo che Dorna vorrà imporre un cambiamento che spiazzerebbe tutti i team principali.

2. “In MSMA non abbiamo ancora parlato di regolamento tecnico Superbike”. Assai grave anche questo. Se i Costruttori impegnati nelle corse ancora non hanno parlato dell’argomento,  come fa Ezpeleta a dire che “i costruttori sono tutti d’accordo con noi“? Qualcuno sta bluffando:  i responsabili delle Case che dicono di non volere rivoluzioni, perlomeno non nel 2018, o lo stesso Ezpeleta? C’è anche da capire una cosa importante: la Dorna con chi sta negoziando eventuali svolte regolamentari? Perchè in Superbke il campo  degli interlocutori è assai variegato. Due Costruttori sono presenti in forma diretta (Kawasaki e Ducati) altri attraverso importatori continentali o squadre satellite (Yamaha, Honda, MV Agusta) mentre la BMW fornisce  motori ed elettronica ad un team cliente, Althea Racing. E’ chiaro che Case, importatori e team privati abbiano visioni del futuro e programmi assai diversi.   Il caos del momento deriva anche dal fatto che Dorna, dal punto di vista negoziale, è assai debole. In Superbike non c’è un caudillo come Carmelo Ezpeleta. Il difficilissimo negoziato è affidato ad un ex pilota (Gregorio Lavilla) che ha conoscenze e pazienza ma scarso carisma. Inoltre in MotoGP Dorna tiene tutti per il bavero, perchè la torta che si spartiscono team e Case è grossa. In Superbike quasi niente, per cui il potere è assai più labile.

3. “E’ il differente impegno delle Case che aumenta la differenza di prestazioni, non il regolamento.” Constatazione difficile da negare. La classifica è lo specchio del coinvolgimento ufficiale: davanti, irraggiungibili, ci sono Kawasaki e Ducati, presenti al massimo livello. La Yamaha quest’anno ha un legame più solido con il reparto corse interno, infatti pur restando incostante,  la R1 si è avvicinata parecchio, lottando per la vittoria a Misano. La Honda è dietro a tutte, anche alla piccola MV Agusta, perchè il supporto HRC è del tutto assente. Okay, alla 8 ore di Suzuka il regolamento e le esigenze tecniche sono un pò diverse rispetto al Mondiale Superbike. Resta però il fatto che la Fireblade SP2 abbia fatto il miglior tempo in tre giornate di test su tre, con tre squadre (e gomme…) differenti. Honda ha fatto uno sforzo enorme per risolvere i problemi della nuova CBR-RR e provare a vincere la 8 ore dopo due anni di figuracce. La crisi Superbike invece, almeno al momento, non è un’esigenza. Con Yamaha, Suzuki e Kawasaki tutte coinvolte al massimo livello la 8 Ore è incerta quanto mai e lo spettacolo sarà fantastico.  L’ipotesi di Dall’Igna ha riscontro sul campo: se le quattro sorelle giapponesi si impegnassero in Superbike come una volta, il Mondiale farebbe faville.

4. “Con le regole Stock chi ha un modello stradale meno performante non potrebbe mai vincere.” Questo è un dettaglio importantissimo, che i tanti  che discettano a vanvera di regolamenti non conoscono. Il ritorno alle origini di cui parla Ezpeleta non esiste, la Superbike ha sempre avuto regole molto “libere”. Non soltanto perchè il precedente gestore Flammini voleva moto veloci e potenti per fare concorrenza alla MotoGP, ma per motivazioni molto più “semplici.” I modelli ipersportivi stradali non sono tutti uguali. La Panigale costa 40 mila €, alcune giapponesi sui 15-20 mila. E’ chiaro che siano veicoli diversi per progettazione, materiali, prestazioni. Bloccare la possibilità di preparazione, in qualche modo, significherebbe tarpare le ali a chi produce modelli stradali meno sofisticati.

La matassa è intricatissima ed uscirne non sarà facile. L’ipotesi più plausibile è che la strombazzata “svolta Stock” finirà in una bolla di sapone. Dorna, finite le vacanze, annuncerà qualche piccolo cambiamento di dettaglio, e di rivoluzione se ne riparlerà in ottica 2019. Il punto nevralgico è un’altro: se gli spagnoli pensano di cambiare, significa che così com’è adesso la Superbike non va bene neanche a loro che pure ci guadagnano. Chi conosce bene questo campionato lo sa: il regolamento è solo un aspetto del progetto, non il più importante. I problemi del Mondiale sono altri e le discussioni sul regolamento solo un diversivo…

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