17 Gennaio 2023

Ken Kawauchi da Suzuki a Honda: il genio per addomesticare la RC213V

Finora responsabile tecnico Suzuki MotoGP, Ken Kawauchi atteso al (discusso) passaggio in Honda HRC: ecco perché è il profilo giusto per rigenerare la moto di Marquez & co.

Ken Kawauchi da Suzuki a Honda: il genio per addomesticare la RC213V

La notizia, tuttora da confermare ufficialmente, ormai è di dominio pubblico. Ken Kawauchi, finora responsabile tecnico Suzuki MotoGP, pare prossimo a trasferire armi e bagagli per ricoprire un analogo ruolo in Honda HRC. Le prime indiscrezioni, diffuse inizialmente da Paddock-GP, hanno trovato sempre più conferme nei giorni scorsi, sancendo una potenziale rivoluzione interna in HRC. Takeo Yokoyama, nell’occhio del ciclone per le problematiche riscontrate negli ultimi anni da una RC213V lungi dal definirsi “equilibrata“, sarà ricollocato altrove, lasciando di conseguenza spazio a Kawauchi-San. Nel suo campo, un genio. Capace di trasformare la Suzuki GSX-RR in una moto competitiva, vincente ed un gioiellino della tecnica. Il tutto con risorse (economiche perlopiù) relativamente modeste rispetto alla concorrenza, ma facendo del lavoro di squadra e delle idee le carte vincenti. In sostanza, proprio ciò che serve e servirà ad Honda nel processo di rinnovamento al fine di ritrovare la competitività perduta.

KEN KAWAUCHI IL PROFILO GIUSTO

Non c’è che dire: sulla carta, Ken Kawauchi è il profilo giusto per addolcire, addomesticare quella “belva assetata di highside” qual è l’attuale Honda RC213V. Prendete (asciugandovi una lacrima versata se ne siete stati estimatori e/o tifosi..) la Suzuki GSX-RR. Nella sua versione 2022, una moto di fatto.. completa! Equilibrata, dalle sempre innegabili, encomiabili e straordinarie doti telaistiche, con una percorrenza di curva da favola quale marchio distintivo e caratterizzante. Nella “Spec. 2022” inoltre è stato colmato il gap motoristico, nota dolente sin dal Day 1 del progetto. Un capolavoro della tecnica motogpistica che porta proprio la firma di Ken Kawauchi, artefice di una concezione della MotoGP che ha fatto scuola. Sempre sulla carta (ci perdoneranno Joan Mir ed i suoi predecessori non così fortunati sul profilo dei risultati conseguiti), il miglior ingaggio HRC dai tempi del pluriennale fatto firmare a Marc Marquez.

UNA VITA IN SUZUKI

Riconosciuto oggi per la sua carica di Suzuki MotoGP Technical Manager, Kawauchi in SMC ha fatto tutta la trafila. Guadagnando promozione su promozione semplicemente, banalmente, giustamente per la sua bravura. Scorgendolo al box (ahinoi, che fu..) del Team Suzuki ECSTAR, ha sempre avuto una cartellina in mano dove annotare tempi, appunti, feedback dei piloti. Su questa cartellina figurano diversi adesivi delle varie squadre Suzuki dove ha offerto il suo contributo nel corso degli anni. Dai team MotoGP (vestiti ECSTAR, RIZLA e Telefonica Movistar) ad Alstare, fino all’immancabile sticker Yoshimura. C’è poi un altro adesivo di una realtà ai più meno conosciuta, ovvero l’Hamamatsu Team TITAN. Nello specifico, la squadra dei dipendenti (non direttamente coinvolti nelle corse) Suzuki di Hamamatsu che, ogni anno, come “dopolavoro” partecipa alla 8 ore di Suzuka. Ne parlammo in questo articolo.

DA SUZUKI A HONDA CONTRO LA FILOSOFIA ALL JAPAN

Se per Honda (in attesa dell’ufficialità) si tratterrebbe di un gran colpo, di sicuro questo cambio di casacca cambierebbe un po’ la concezione della filosofia All Japan in tal senso. Non sono la consuetudine (tutt’altro) questi passaggi da un’azienda all’altra, per quanto formalmente ritiratasi dalle competizioni. Anzi, parliamo di trasferimenti persino malvisti, che si tratti di ingegneri, tecnici e persino piloti. Nell’universo All Japan far parte di una grande azienda, a maggior ragione con una carica importante, è (per farla breve) come tifare una squadra di calcio. Si è fedeli a vita, nella buona e nella cattiva sorte, bla bla bla, eccetera eccetera. Ken Kawauchi, da parte sua, non poteva far altrimenti: con il disimpegno Factory di Suzuki dalle corse, vuoi non accettare di ricoprire un ruolo analogo per la casa motociclistica più grande al mondo? Anche perché, vedi l’ormai suo ex-superiore Shinichi Sahara, il rischio di finire ad occuparsi di motori marini non era propriamente una prospettiva allettante. Di certo, questi cambi di casacca in tempi recenti tra i tecnici “jap” si contano sulla dita di una mano. Meno tra i piloti: agli stranieri, nella visione giapponese, è concesso. Ai nativi della Terra del Sol Levante, assolutamente no, a maggior ragione se gli è stata concessa la “borsa di studio” di poter correre all’estero (Motomondiale o Superbike che sia). Un dogma affievolitosi con l’inizio del terzo millennio, con alcuni trasferimenti clamorosi (Nakano da Yamaha a Kawasaki, Izutsu da Kawasaki a Honda) che non hanno fatto rumore come un tempo.

PASSAGGIO OPPOSTO PER UN PILOTA: DA HONDA A SUZUKI NEL 2023!

Per Ken Kawauchi sarà una bella sfida passare dalla sua “casa” (nel senso letterale del termine) ad una realtà dove, parola del Presidente HRC Koji Watanabe, “Dopo un frustrante 2022 la nostra assoluta priorità è quella di riconquistare il titolo in MotoGP“. Buon lavoro a lui ed a chi, clamorosamente, ha fatto il passaggio inverso proprio in questi giorni. In barba al disimpegno Suzuki dal Motorsport, il 26enne Yudai Kamei, da 8 anni pilota di Honda Suzuka Racing Team e dipendente (!) proprio della fabbrica Honda alle porte del circuito dell’ottovolante, ha deciso di accettare la proposta di Yukio Kagayama per correre nell’All Japan Superbike con Yoshimura Suzuki RIDEWIN. Una scelta per cambiar vita, una scommessa professionale. Non potrà esserlo per Ken Kawauchi: in poco tempo dovrà addomesticare la RC213V. Rendendosi artefice di un nuovo capolavoro dopo quella splendida creatura qual è stata la GSX-RR.

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