5 Maggio 2023

Moto3, Matteo Bertelle va a scuola: “Guardare Fenati mi aiuta”

Matteo Bertelle si sta ricostruendo dopo l'importante guaio fisico del 2022. Come sono andati i primi 4 GP dell'anno? L'intervista.

Matteo Bertelle, Moto3

Dopo una “mezza stagione”, la ripartenza. Matteo Bertelle, ancora non perfettamente a posto dall’infortunio dell’anno scorso, sta prendendo sempre più le misure della Honda dello Snipers Team, puntando a scalare sempre più la classifica. In Argentina Bertelle s’è preso i primi punti stagionali grazie al 12° posto in gara, la seconda occasione è arrivata nel GP Spagna col 13° posto al traguardo. Bertelle sta crescendo, prendendo anche spunto dai dati del compagno di box Romano Fenati, ma è conscio pure dei “difetti” su cui deve continuare a lavorare per arrivare sempre più in alto. Ecco cosa ci ha raccontato dopo i primi 4 GP della stagione Moto3 2023.

Matteo Bertelle, prima di tutto come stai fisicamente?

Sto bene, ma diciamo che non ho capito se ho recuperato al 100%. In alcune gare mi fa più male, in altre invece meno. Penso dipenda dal tracciato, ma la cosa strana è che mi fa male l’altra gamba! Probabilmente perché vado a ‘compensare’, quindi il carico si sposta sulla parte destra. Ma in generale mi sento molto bene, sono contento della mia forma e del mio recupero.

Ancora risenti quindi dell’infortunio dell’anno scorso.

Da dire anche che sono rimasto fermo per tanti mesi e ho perso l’automatismo di spingere sulle pedane come facevo prima. Adesso spingo un po’ diversamente e questo indolenzisce di più la gamba destra, che è quella che sta bene. Penso mi serva ancora un po’ di tempo.

Tra quanto avremo Matteo Bertelle a posto?

Non so dire. Io sto facendo il massimo, ma secondo me il dolore che ho resterà, non credo passerà più. Alla fine questo è il mio ginocchio, non è più quello di prima. O magari sì, ma dovrò proprio aspettare tantissimo, parliamo di anni. I dottori dicono che fino ad un anno la flessione non si recupera del tutto. Rispetto all’altro ginocchio quindi il movimento ancora mi manca. Prima di salire in moto infatti nel box faccio sempre 2-3 piegamenti col ginocchio proprio per ‘riscaldarlo’, se salgo di colpo invece mi fa male.

Quanto ti sta condizionando quindi in questo inizio di 2023?

In sella alla fine non sento niente. Tranne negli ultimi giri di una gara, mi toglie un po’ di concentrazione perché mi fa male e devo cercare un altro modo di guidare. Non è niente di che, solo mi ‘distrae’ un po’. Ma me lo tengo così, alla fine sono super contento perché da com’ero messo all’inizio… Non pensavo insomma. Spero di andare avanti e di avere una moto più grande, così sto meglio! [risata]

Ti avevano detto che poteva influire sul tuo ritorno?

Quello no, ma mi avevano detto che era stato davvero un brutto infortunio. Ho fatto un rotazione di quasi 360° del ginocchio! L’ho rotto proprio bene.

Matteo Bertelle, quest’anno però sei ripartito. Come sta andando?

Non pensavo di trovarmi così bene con la Honda. Però manca sempre un piccolo passo, quello per stare nel gruppetto di testa per tutta la gara. Sicuramente partire avanti aiuta: nell’ultima gara sono partito troppo indietro per un mio errore in qualifica, sennò sarebbe stato davvero un buon giro. In generale però mi trovo bene, il passo c’è, siamo leggermente più lenti rispetto ai primi però noi dobbiamo migliorare sempre. Anche con la squadra mi trovo molto bene, sono super bravi ed è una bellissima famiglia, si sta bene!

C’è qualcosa in particolare che pensi ti sia mancato nei primi GP?

Sicuramente a Portimao dovevamo aggiustarci, anche per alcune parti nuove che abbiamo sostituito rispetto ai test, in cui non ero andato malissimo. In Argentina è arrivata la pioggia, un peccato perché avevo anche fatto un passo avanti… Ad Austin invece mea culpa, l’ho buttata io per terra. A Jerez ancora mea culpa in qualifica, però il passo era buono. Alla fine ho preso “solo” 10 secondi, ma sono partito nel gruppo dietro e si fa davvero fatica a recuperare. Noi dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, modificando la moto per renderla sempre comoda, sapendo che anche io devo adattarmi a lei, sperando poi di arrivare sempre più avanti.

Ad Austin in particolare cos’è successo?

Non mi sentivo benissimo, rispetto alle prove è saltato fuori un problema, delle strane vibrazioni sulla moto, e non abbiamo capito perché. Siamo quindi entrati in gara con una moto un po’ modificata: nei primi giri ci ho messo un po’ per capire, poi c’era tantissimo vento ed in queste situazioni a me viene il nervoso, non lo sopporto! Sono entrato in curva un po’ più piegato, non chissà che ma qualcosa come 3°, ma tutto siamo al limite, se lo sorpassi anche di poco… E lì mi si è chiuso il davanti. Come piazzamento non ero così avanti, ma visto l’incidente finale tra Nepa e Munoz potevo entrare nei 10.

Matteo Bertelle, cosa ti manca per il ‘passo in più’?

Sicuramente io devo crescere e prendere sempre più fiducia con la moto. Dobbiamo poi capirci sempre di più con la squadra, nel senso di riuscire a spiegare bene cosa preferisco per avere poi le modifiche giuste. Ci serve poi un po’ più di fortuna! Io poi devo migliorare le partenze: non sono mai stato un fulmine di guerra neanche con la KTM, però con la Honda faccio più fatica. Devo anche gestire meglio e diversamente i primi giri. A Jerez ad esempio ho fatto fatica a sorpassare all’inizio, siamo tutti in gruppo e ci tiriamo con la scia, quindi non si riesce ad affiancarli sul dritto, bisogna frenare tanto più avanti. Ma avevo come la sensazione che la mia moto non me lo permettesse, è qualcosa su cui dobbiamo lavorare. Quand’ero da solo invece andavo bene. Anche Romano ha fatto fatica come me ed infatti ha perso qualche posizione.

Come lavorate insieme tu e Fenati? Lo stai osservando o guardi più te stesso?

Per il 99% dipende dal mio feeling ma, visto che lui ha corso per un sacco di anni e ha tanta esperienza, guardo anche i suoi dati. Siamo una squadra e cerco di trarre più vantaggio possibile anche da quello che fa lui. A Jerez ad esempio era molto forte nel primo settore, al livello dei primissimi, mentre in altre parti magari ero un po’ più forte io. Ognuno cerca di trarre vantaggio da tutto. Consigli ne ho ricevuti, ma sono sempre relativi perché poi dipende dal pilota.

Siamo appena all’inizio, ma per ora quale consideri il tuo GP migliore? Indipendentemente dal risultato.

Nell’ultimo devo dire che mi sentivo piuttosto bene, a parte i primi giri in cui faccio sempre fatica. Un altro è stato il GP delle Americhe, in qualifica il feeling era veramente buono. In gara però mi manca sempre qualcosina, quindi devo capire anche io cosa posso fare per migliorare. Intanto siamo in Europa, per ora conosco le piste.

Fino a quel famoso Sachsenring.

Ma ho visto che su quel tracciato un anno mi va male ed un anno mi va bene. Quindi stavolta dovrebbe andarmi bene, è l’anno giusto!

In questo inizio di stagione sono emersi vari nomi. Matteo Bertelle, per te chi è il vero riferimento della Moto3?

Secondo me sono Holgado, Masia, Sasaki e Oncu. Quei piloti che vanno forte anche da soli, prendo loro come riferimenti. Anche se ovviamente noi Honda dobbiamo guardare di più i Leopard, quindi Masia e Suzuki per fare bene.

Qualcuno di questi ragazzi però ancora non s’è visto davvero.

Poi aggiungiamo anche che Ortola ha vinto due gare! Al momento è un po’ un terno al lotto, vanno forte tutti. Magari c’è l’attimo in cui uno va meglio e la spunta, oppure arriva l’errore. Oncu a Jerez andava fortissimo, ha fatto 46.0 nel primo turno! Credevo facesse la gara da solo, invece non è sempre così. Tanti imprevisti… Spero di arrivare anche io! Corro per questo, sarebbe poi una bellissima soddisfazione anche per il team che ci crede. Io ce la metto tutta.

Un commento: come hai visto la MotoGP a Jerez?

Sinceramente non mi aspettavo una Yamaha così indietro. Spero per Quartararo che la situazione migliori, lui è un gran talento. Bagnaia grandissimo, si vedeva che ne aveva di più. In Aprilia… Vinales aveva un bel passo, ma ha fatto fatica nei primi giri e gli altri purtroppo non aspettano. Le KTM con Pedrosa come tester secondo me vanno molto bene. Binder e Miller sono stati veramente bravi, mi piace tanto come guidano! Sono andato a vedere la Sprint all’ultima curva nella service road: sono proprio dei grandi, mi veniva la pelle d’oca ad ogni giro. Più in generale però i primi sono veramente tutti forti.

Matteo Bertelle, come ti vedi a Le Mans?

L’anno scorso non ero andato male. È stata però una gara strana: siamo partiti, bandiera rossa e siamo ripartiti per pochi giri. Quest’anno ho un’altra moto e sarà diverso, dovrò cambiare un po’ i riferimenti, però vediamo. La squadra ha tanti dati, poi spero di “rubare” qualcosina a Romano, visto che va forte e mi è di aiuto.

Una previsione: vi tocca pioggia o bel tempo?

Mi sa che almeno un giorno di pioggia lo prendiamo! Ma alla fine non cambia. Anzi, quando piove nel team mi guardano tutti. Non è che ho paura, però mi preoccupa la pista metà e metà, perché non sai mai quanto puoi spingere. Allora mi mandano su apposta! E io li mando tutti a… Ma è bello dai, ci divertiamo! È una bella squadra, mi trovo molto bene.

Hai qualche aspettativa per il GP?

Non me ne faccio mai, tanto siamo tutti talmente vicini che può succedere di tutto. Guardando a Jerez, nelle FP3 avevo fatto 20° e non pensavo nemmeno di riuscire a passare in Q2. Abbiamo invece fatto una modifica alla moto che mi ha dato tanta fiducia, poi con Romano abbiamo fatto un grandissimo gioco di squadra. Io non mi faccio aspettative: vado, do il massimo e prendo quello che arriva. Sperando sempre di essere il più avanti possibile!

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