11 Febbraio 2023

Romano Fenati rilancio Moto3: “Ci provo di nuovo, lo faccio solo per Snipers”

Romano Fenati aveva pensato allo stop, invece riparte in Moto3 e con la "famiglia" Snipers. La nostra intervista.

Romano Fenati, Moto3

Terzo ‘capitolo’ Moto3 e certo non per fare la comparsa. Romano Fenati sarà al via di nuovo con i colori Snipers Team, squadra con cui s’è creato un rapporto speciale, familiare. Non nasconde di aver meditato lo stop definitivo, fino alla proposta da Mirko Cecchini. La condizione ideale per brillare in pista, sistemando quello che non ha funzionato negli anni precedenti. Nessun obiettivo prefissato per Fenati, solo la costante determinazione a fare bene. Abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata molto interessante con il pilota ascolano, la nostra intervista.

Romano Fenati, come procede in questo periodo?

Sono molto indaffarato nella ‘vita normale’, visto che abbiamo una grande ferramenta ed un kartodromo. Ma è così da quando sono piccolo, non mi pesa ed anzi è molto bello. Lavoro tutti i giorni più o meno dalle sette e mezza del mattino alle nove e mezza di sera, con in mezzo anche gli allenamenti. È un po’ una corsa continua, visto che sono sempre otto ore di lavoro, a volte anche qualcosa di più, ma riesco ad incastrare sempre due ore, due ore e mezza tranquillamente. Per me è più un momento di relax che di allenamento: non lo considero mai una rottura di scatole, piuttosto è proprio quando mi rilasso. Io poi forse lo prendo anche più seriamente di altri, ma è sempre un divertimento!

L’anno scorso eri tornato in Moto2. Come cambia l’allenamento per il passaggio di categoria?

Più o meno è rimasto quello, anche se chiaramente va adattato. Per la Moto3 non ho bisogno di fare 200 kg di panca, ma certo bisogna concentrarsi su alcuni aspetti, mentre per la Moto2 se ne guardano altri. È sempre una moto e non servono gare di sollevamento pesi, ma certo è più pesante e bisogna allenarsi di più su questo aspetto. Ma in generale servono sempre forza e resistenza. Magari aumenti solo i ritmi nella corsa, in bicicletta, ma non cambia molto.

Nel 2022 il ‘secondo’ salto in Moto2, ma non è andata bene. Come mai?

Mi sono fatto tante domande e mi sono dato anche molte risposte. Io mi ero allenato per tutto l’inverno facendo grandi sacrifici, andando anche in Spagna, e bene o male mi sono già adattato alle moto più grandi, visto che mi allenavo con una R1. Anzi, mi sentivo anche meglio in sella ad una Moto2. A livello di velocità non ho problemi, storicamente poi sono un pilota che si adatta un po’ alla volta alla moto, regolandomi passo dopo passo. Ad Austin però avevo riportato una lesione al sovraspinoso della spalla, conseguenza di un’imbarcata in una frenata nel corso della gara. Io un po’ ci soffro alle spalle per traumi pregressi e in quell’occasione ho riportato questa lesione importante: stavo davvero male, ma sono riuscito a finire la gara con un braccio solo. Diciamo però che l’anno scorso non ha funzionato per un mix di diversi fattori. Alla fine è andata così, io so quello che valgo e il resto non conta.

Fenati torna in Moto3 e sempre con Snipers Team. Cosa significa questa squadra?

Io sono uno che lega molto con le persone a cui vuole bene, è una cosa reciproca. Ad esempio Lele Martinelli per me è come un fratello, tutto il Max Racing Team per me era una famiglia. Squadra che quest’anno cambia, ma alla fine la struttura è la stessa, tranne Max Biaggi. Dico lo stesso di Mirko Cecchini e lo Snipers Team, per me sono una seconda famiglia. Il nostro rapporto è iniziato nel 2017 e da lì è stato “amore a prima vista”. Prima di tutto c’è il lato umano, fondamentale in una squadra visto che durante il campionato vivo più tempo con loro che con la mia famiglia. C’è un affiatamento incredibile, ma ci sentiamo liberi anche di mandarci a quel paese! In una famiglia si litiga, magari perché si vuole fare di più, ma si rema sempre dalla stessa parte. Alla fine io e Mirko abbiamo sempre bisticciato, ma la cosa durava massimo mezz’ora e poi si lavorava insieme.

Un bel feeling fuori dalla pista è sempre determinante per ottenere risultati, no?

Sì, è fondamentale. I risultati in pista certo sono importanti, ma è quando le cose non vanno che si vede davvero l’affiatamento che c’è. Lo scaricabarile non serve a niente. Mirko è una persona molto emotiva: se non c’è il feeling perfetto tra moto e pilota, lui non ci dorme e magari la mattina tira fuori l’idea. Ma sono uguale! Non dormo, rimurgino per provare a capire e trovare la soluzione… Ma può rivelarsi anche deleterio: a volte staccare potrebbe fare meglio di starci a pensare continuamente. Comunque per Mirko ho grandissima stima e fiducia, è un grande lavoratore. E poi tifiamo Inter tutt’e due! [risata] E alla sera ci troviamo tutti insieme in hospitality, si gioca a carte, non mancano sfottò continui per qualsiasi discorso… Non è male.

Anzi, è la condizione ottimale per te, giusto?

Assolutamente. Anche perché non volevo tornare a correre dopo la scorsa stagione… Ma l’idea era di tornare o con Lele o con Mirko, in modo da trovarmi bene e poi riadattarmi a questo mondo. Lele però aveva già le moto piene, e fortunatamente: se mi avessero fatto una proposta entrambi non avrei corso ugualmente, sarebbe stata dura decidere. Mirko invece mi ha mandato l’offerta su WhatsApp! Aveva rivisto delle gare nostre e gli era venuto il magone. “Io l’offerta te la faccio, poi vedi tu.” Ci ho messo circa una settimana per decidere: prima ne ho parlato con la mia famiglia per capire cosa fare. Ero indeciso, dicevo di no però era il mio sogno… Alla fine ho detto di sì a Mirko, con lui andava bene. Ma già m’immagino tutte le litigate e lui lo sa: cose da “Non ti parlo più!” e dieci minuti dopo io che vado a parlargli o lui che mi viene a cercare. Come si dice, l’amore non è bello se non è litigarello! Con la moglie di Mirko che poi viene sempre a mediare… Almeno c’è un adulto che fa ordine! [risata] A parte gli scherzi, sono fiero di essergli amico.

Nuova ripartenza in Moto3, Romano Fenati sarà tra i protagonisti?

Speriamo! Non sono mai molto convinto di una cosa finché non la faccio. Sono tanto sicuro delle mie possibilità quanto insicuro e incerto del futuro. Sono strano! [risata] Ma ogni stagione è un discorso a sé, quindi non so bene cosa dire. Ok, c’è anche un po’ di scaramanzia, ma è soprattutto il fatto che non dico nulla. Certo sarebbe bello, che ne so, vincere il campionato con 15 gare d’anticipo! Ma ovviamente l’idea e la realtà sono due cose differenti. L’impegno e la volontà ci sono sempre, ma ogni anno è una storia a sé.

Sei tra i migliori della categoria. Cosa pensi ti sia mancato in precedenza per essere davvero al top e per puntare quindi al titolo?

Diciamo che le capacità le hanno tutti. Il problema forse è che sono successe una serie di cose, non per forza volute, che hanno portato ad avere risultati che non erano quelli sperati. Penso ad esempio al 2017: ero uno dei pretendenti al titolo, ma a Le Mans, quando avevo la vittoria in tasca, siamo caduti in tantissimi su una macchia d’olio. Ma si era bucato il tubo dell’olio dei freni, un forellino, e nella confusione per ripartire non ce ne siamo accorti. Mirko poi mi aveva detto che ogni anno si erano stesi proprio in quella curva, e io ho perso la gara proprio lì! Giro dopo giro però riuscivo a frenare sempre meno e si è chiuso lo sterzo, poi alla fine abbiamo visto che la moto era piena d’olio. A Silverstone e Phillip Island sono sempre stato non meno di terzo, l’unico giro che sono passato 7° hanno dato bandiera rossa! Mir ovviamente è stato bravissimo, s’è meritato il Mondiale, ma ci sono capitate delle sfighe…

Un altro esempio è Misano 2021.

Eh, anche lì eravamo tornati su nel Mondiale, invece niente. Stavamo facendo un altro sport quel giorno, ma si è alzato un vento pazzesco: ho cercato di rallentare un po’, di colpo invece mi sono ritrovato per terra. Una folata di vento, io che ero leggermente largo… Quella caduta lì mi ha segnato particolarmente, ancora mi rode diciamo.

Come si va oltre ad episodi di questo tipo?

Con una bottiglia di vino? [risata] Scherzi a parte, te la devi far passare e basta. Anche in quella occasione non avevo niente di strano. Forse appunto ero leggermente largo e 1 km/h più veloce, ma sentivo anche di avere ancora margine, non ce n’era per nessuno! Ma un attimo di distrazione… Una frazione di secondo che ha cambiato lo scenario. Ma anche in quel caso non mi do delle colpe, né posso darne alla moto, che andava fortissimo e mi sentivo davvero bene. Così come non posso dare la colpa al vento! È una cosa che devi farti passare e basta. Ovviamente poi vengono mille pensieri e dubbi, i se ed i forse, un logorarsi dentro. Ma l’importante è arrivare alla gara dopo con quel pacchetto di esperienza in più e ripartire da lì.

Guardando più all’attualità: secondo te, quanta differenza c’è tra Honda e KTM?

Alla fine io ho vinto con tutte le moto, ma devo dire che le differenze sono abissali. KTM utilizza un concetto di telaio a traliccio, che può essere buono come molto difficile da mettere a punto. Infatti, se non sei perfettamente a posto, non riesci ad esprimerti al meglio. La Honda è sempre la Honda: va abbastanza bene, ma è difficile trovare quel 5-10% in più. Bene o male però parti sempre da una buonissima base. Idem KTM, ma ti devi trovare bene da subito. Direi che sono come mare e montagna, giorno e notte, ma io sempre riuscito ad adattarmi ad entrambe in breve tempo e secondo me nella maniera migliore.

L’impressione è che si sia ampliato il gap, oppure no?

Devo spezzare una lancia a favore di KTM, che porta sempre qualcosina di sviluppo: sommando tutto fanno due decimi, parecchi alla fine dei giochi. Ma non sempre tutto va come sperato. Honda è molto più “giapponese”, ma quando ti portano uno sviluppo nuovo, che sia aerodinamica o motore, funziona per forza. Appoggio la parte KTM per il continuo sviluppo ma, essendo piloti, aiuta avere qualcosa che sai già che funziona. Se guardiamo i risultati, nell’ultimo biennio ha dominato KTM, ma non saprei dire il perché. Spero però quest’anno domini Honda!

Quest’anno cambia il format dei GP. Al boss Snipers non piace, Fenati che ne pensa?

Anche qui siamo due teste contrastanti… Io sarei per un turno di libere, qualifica, gara, così si vede chi sa andare in moto! Ma certo il tempo in pista serve, soprattutto quando sei in difficoltà non basta mai, mentre quando tutto è perfetto il tempo vola. C’è sempre qualcuno a cui va bene e qualcuno a cui non piace, io personalmente sono in mezzo. Alla fine è anche bello cambiare a volte, altrimenti è sempre la stessa cosa, ma prima devo provarlo.

Com’è un fine settimana di GP per Romano Fenati?

Abbiamo un numero di gomme assegnato, sappiamo già per la domenica. Il venerdì mattina quindi scegli le gomme che non utilizzeresti in gara, poi giri, ti adatti e fai il meglio possibile con quello che hai. Nell’ultimo run del primo turno si mettono le gomme buone per fare qualifiche e gara, portandole avanti fino alle FP2. Due sessioni però che erano già diventate ‘miniqualifiche’, visto che determinano Q1 e Q2, soprattutto se nelle FP3 piove. Alla fine non erano più le libere di una volta, in cui giravi senza pressione, mentre adesso devi già essere pronto, ogni modifica mirata, senza azzardare. Con i turni più corti c’è ancora più pepe, ma secondo me è ancora più bello!

Non si rischia però di aumentare il problema dei ‘trenini’?

Sicuramente, ci sarà ancora di più! I piloti devono capire che sì, magari in Moto3 hai il tuo risultato, ma una volta in Moto2 non vai da nessuna parte. Ancora peggio in MotoGP. La farei facile: se non giri accodato, ti diamo un punto in più. Se fai le qualifiche da solo te ne diamo, per esempio, 5 punti in più se sei in pole, poi a scalare. Fare libere e qualifiche a punti, oltre alla gara. Secondo me li incentivi molto di più, potrebbe essere una bella cosa. Anche se alla fine fa più male il portafoglio: fai il trenino e ti levo 5000 euro, vedi come ti passa!

Non mancano però le sanzioni per certe azioni in pista.

Devono essere anche rispettate. Io una volta sono partito dalla pit lane: avevo tutti accodati dietro di me, mi sono fermato all’ultima curva in Qatar e sono rientrato ai box, mi hanno sanzionato con Acosta e Foggia. Ero il primo del gruppo, ma non sono scemo: cosa dovevo fare, tirarli? Poi magari io finisco 15° e si avvantaggiano gli altri con tutta la scia. Nelle gare successive è capitato di peggio e non hanno dato sanzioni, o almeno non partenze dalla pit lane. Ammetto però che è difficile decidere per i giudici di gara, o magari ci sono punti poco chiari. E una Long Lap abbiamo visto che non fa un danno così importante. Ma in generale fare i trenini è pericolo, guardiamo cos’è successo ad Austin… Io ero poco più indietro, mi è andata di lusso che ho girato a destra e ho mancato Migno di pochissimo! Mi si era gelato il sangue. Quella volta è andata bene, ma è un problema che persiste e bisognerà risolvere.

Migno invece ipotizzava la Superpole come soluzione. Sarebbe fattibile secondo te?

Sì e no. Sì perché magari il tempo c’è, no perché potrebbe essere brutto da vedere per chi è a casa. Invece la qualifica a punti mi piacerebbe.

Siete già pronti per i test 2023?

Abbiamo già fatto un piccolo briefing, la testa è lì. Anche se solo lunedì sera ho scoperto quando andavamo a fare i test, Mirko infatti s’è sorpreso. Ma non conosco nemmeno tutti i piloti che corrono con me! Molti la vedono come arroganza, ma non è così. Ad esempio anche con il mio nuovo compagno di squadra, Matteo Bertelle: l’avevo visto nel paddock, ma non avevo capito che era lui finché non ci siamo presentati, allora ho capito chi era! Ma io nomi, facce… Niente, zero.

Ha già iniziato a chiederti qualcosa per la prossima stagione?

Sì, in maniera abbastanza copiosa, ma lo capisco. Condivide il box con uno che ha molta più esperienza di lui, quindi è normale. Io farei lo stesso. Se sarà necessario gli darò una mano, ma dovrà essere lui bravo ad imparare, da me come da tutti gli altri.

Guardando il calendario, quest’anno c’è la novità Portimao per cominciare, non più il Qatar. Come lo vedi come cambio?

Sarà strano, visto che per 11 volte ho iniziato la stagione a Doha. Stavolta si inizia da un’altra parte, ma alla fine non è male per il momento, poi è un bel circuito. L’unico problema è l’Argentina subito dopo! Non mi piace viaggiare troppo. Ma sarà diverso.

Chi vedi come riferimento in Moto3 quest’anno? Se vedi qualcuno in particolare.

Di preciso non lo so. Sono cambiati tanti piloti, sinceramente non ne ho idea. Aspetto i test, da lì si capirà un po’ di più.

Pronostico: chi è da titolo in MotoGP e Moto2?

Non sono uomo da schedine [risata]. In MotoGP però indico Bagnaia e Bastianini, le Aprilia… Insomma, Ducati e Aprilia, da bravo italiano! Anche Quartararo sarà un bell’osso duro, e mi farebbe molto piacere se Marquez tornasse ad essere quello di prima, ma con meno rischi. In Moto2 non ho proprio idea invece, vedremo.

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Foto: motogp.com

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