23 Agosto 2021

Superbike: Scott Redding come Bautista ma il mondiale Ducati si può fare

Scott Redding lascia la Ducati per i soldi BMW, esattamente come Alvaro Bautista due anni fa. Ma continuando così il mondiale può tornare alla portata

Scott Redding, Superbike

Negli ultimi due round Superbike, fra Most e Navarra, Scott Redding ha mangiato la bellezza di 43 punti a Jonathan Rea. Un break superiore ai 38 punti che adesso lo separano dalla coppia in vetta al mondiale, cioè il Cannibale e il nuovo arrivato Toprak Razgatlioglu. Dopo tante occasioni sprecate, una parte consistente dei tifosi Ducati sono scettici sulla possibilità che il 28enne britannico possa mettere le mani sul titolo che manca dal 2011. Ma i numeri dicono che, a sei round dalla fine, l’impresa è  alla portata. “Il campionato è apertissimo, verranno piste più difficili per noi rispetto alle ultime due, ma se resto rilassato possiamo dire la nostra fino in fondo” confida Scott Redding.

Redding come Bautista

L’annuncio del passaggio in BMW l’anno prossimo sembrava il segno di resa, invece a conti fatti pare che il pilota Ducati ne abbia giovato. A Navarra è sceso in pista uno Scott Redding con la testa sgombra, sereno, felice e aggressivo. Nessun altro pilota con la Panigale ha avvicinato lontanamente il podio, anzi Michael Rinaldi con lo stesso identico pacchetto è affondato. Significa che sul toboga spagnolo Scott Redding ci ha messo tanto del suo. Del resto le qualità non si discutono. Ma come ha  potuto lasciare una Ducati con cui ha vinto cinque gare quest’anno, dieci in totale da inizio 2020, per abbracciare la causa BMW che dal rientro 2019 non ha ancora vinto e naviga ancora ben distante dalla top tre? Facile: per soldi. I tedeschi hanno messo sul piatto un ingaggio considerevolmente più alto di quello che avrebbe offerto la Ducati per una trattativa di rinnovo mai decollata. Scott Redding quindi ha preso la stessa identica decisione di Alvaro Bautista due anni fa: è andato dove lo pagavano di più, aldilà delle considerazioni puramente tecniche.

C’è un mondiale da inseguire 

Il ducatista a Navarra ha vinto due volte, portando a casa anche la Superpole Race che ultimamente sembrava più indigesta.  In gara 2 ha usato la testa, evitando i rischi che avrebbe comportato andare a stuzzicare Toprak a due giri dalla fine. “E’ stata una corsa molto stancante, faceva caldo e seguire due moto molto da vicino mi ha fatto soffrire ancora di più” ha raccontato l’ex campione britannico. “Ho visto Jonathan Rea in difficoltà, ha commesso un paio di errori e sono partito all’attacco. Per Toprak però era un pò tardi: ero anche stanco, e ho pensato che era meglio pensare alla classifica. In questo tipo di gare passare da eroe a coglione è un attimo”. Le sbavature di Aragon, Estoril e Donington hanno insegnato qualcosa. Vincere il mondiale da separato in casa, cioè da pilota BMW in pectore, sarebbe una storia bellissima.

Molto più che un massaggio

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1 commento

  1. Max75BA ha detto:

    …la lotta per il titolo in questo momento è tra i primi due, per Scott ci sono ancora 13 punti di troppo…però se continua a vincere potrebbe inserirsi…