12 Aprile 2022

Superbike: Roberto Tamburini sorpresa Mondiale, dove può arrivare?

Roberto Tamburini è arrivato nel Mondiale a 31 anni stupendo tutti: senza test, con una piccola squadra, con scarsa preparazione fisica causa Covid e un piccolo intervento. Dove può arrivare?

Superbike, Roberto Tamburini

“Never back down”, mai arrendersi. Era lo slogan di Roberto Tamburini ad inizio carriera. In passato il pilota riminese aveva scritto questa frase sul casco, ispirandosi ad un film americano. E il Tambu nella sua vita non si è mai arreso. Lo scorso week-end ha debuttato nel Mondiale Superbike con la Yamaha del Team MotoxRacing. Tamburini è arrivato nel mondiale all’ultimo istante, senza test, senza avere svolto una preparazione atletica specifica per il WSBK e con una squadra privatissima.Venerdì è stato nella top ten delle prove libere, si è qualificato 15° in Superpole e domenica ha conquistato i suoi primi due punti in classifica mondiale con il quattordicesimo posto in gara-2.

Tambu, ti aspettavi un esordio così?

“Onestamente non immaginavo di poter essere in top ten il venerdì perché partivamo praticamente da zero. Pensavo però che in gara, se avessimo fatto tutto al meglio, forse avremmo potuto lottare per la zona punti”.

Che emozioni hai provato ad Aragon?

“E’ stato tutto molto bello ed emozionante. Tanti mi hanno cercato per le interviste, per farmi i complimenti, anche i piloti e dirigenti di altre squadre. Forse il venerdì, leggendo i tempi, si chiedevano cosa ci facessi nella top ten, non se lo aspettavano: non mi avevano mai visto nei test invernali e sapevano che ero all’esordio”.

Qualcuno in particolare?

Si sono congratulati con me in tanti: Gerloff, Rinaldi, Baz, Lowes ma anche i vari dirigenti tra cui Andrea Dosoli ed altri. E’ stato fantastico”.

Era la prima volta che facevi tre gare in uno stesso week-end. Com’è?

“Nel Mondiale Superbike è tutto estremo e io non ero al cento per cento a livello fisico perché i mesi scorsi ero rimasto fermo sia per il Covid che per un piccolo intervento. È stato impegnativo, ho avvertito un po’ la fatica ma non in modo eccessivo, anzi. Temevo di essere più in difficoltà invece è andato tutto bene. Ora so come lavorare e credo di poter migliorare anche a livello fisico, quindi fare dei passi avanti anche in questo senso”.

Perchè sei arrivato nel Mondiale a 31 anni?

“Il mio obbiettivo, da quando ero approdato alle 4 Tempi, era sempre stato quello di arrivare in Superbike. Quando correvo nella Coppa del Mondo Stock 1000 ci pensavo tanto ma quando, nonostante i risultati, non mi chiamavano, temevo di non farcela. Sappiamo tutti com’è il motociclismo: il talento spesso non  basta e io non avevo degli sponsor personali. Poi quest’anno, per una serie di coincidenze, mi si è presentata all’ultimo istante questa grande opportunità. Ringrazio di cuore Sandro Carusi e tutto il team MotoxRacing Yamaha, una squadra fantastica con cui mi trovo benissimo. Speriamo di crescere insieme e diventare sempre più grandi”.

Siete partiti con piede giusto. Dove potete arrivare?

“Dobbiamo fare un passo alla volta e restare con i piedi per terra, l’ho detto venerdì e lo ripeto anche oggi. La strada è ancora molto lunga. In questo momento, lavorando bene, possiamo essere nei 15. Poi quando saremo più avanti nella preparazione e io stesso avrò preso confidenza con la moto e con la categoria, potremo forse pensare di entrare qualche volta nella top ten. Ricordiamoci che ci sono 10 piloti ufficiali quindi già essere nei 15 non è semplice o scontato. Per il momento ci godiamo questo momento, siamo felici, ci divertiamo, cerchiamo di lavorare al meglio e di raccogliere qualche bella soddisfazione”.  

Diamo uno sguardo al round di Assen, in Olanda tra due settimane.

“Ad Assen avevo fatto un turno di test ma era molto freddo. L’incognita principale sarà il meteo ma rispetto ad Aragon abbiamo già le idee un po’ più chiare”.

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