3 Marzo 2023

Superbike: Alvaro Bautista velocissimo con poco grip, ecco il vantaggio Ducati

La pista di Mandalika con poco grip ha messo in crisi Toprak e soprattutto Rea. Invece Bautista è andato a nozze: ecco perchè

Alvaro Bautista, Superbike

Come facevamo notare nei giorni scorsi, il fattore che sta permettendo alla Ducati e ad Alvaro Bautista di dominare la scena del Mondiale Superbike è la capacità di gestire l’aderenza. Cioè di essere veloce a prescindere dalle condizioni meteo e dalle temperature dell’asfalto, e con una varietà di scelta di mescole e tipologie di costruzione. Gli appassionati discettano di giri motore, del vantaggio garantito dal peso mosca del pilota e della sofisticazione della stradale che in versione stradale costa il doppio delle concorrenti Yamaha, Kawasaki. Elementi che incidono, certo, ma la gestione della gomma conta ancora di più. Lo si evince con grande chiarezza analizzando il cronologico di Bautista nella seconda sessione di prove del round indonesiano.

Un passo strepitoso

Mandalika è una bella pista ma viene usata pochissimo, per cui ogni volta che arriva la Superbike i piloti trovano la traiettoria senza gommatura. Il primo turno (45 minuti) è andato perso, il fondo era talmente scivoloso che si è girato oltre tre secondi più piano del record. Nel secondo però la situazione è decisamente migliorata, quindi i tempi e il passo sono diventati abbastanza indicativi. Alvaro Bautista è caduto dopo appena quattro giri, perdendo una quindicina di minuti fra rientro ai box e leggere riparazioni. Nel restante scorcio di sessione è stato impressionante. Nel secondo stint ha compiuto dieci giri (le gare lunghe ne contano ventuno) con cinque passaggi sul 1’33” molto basso, cioè un ritmo irraggiungibile per i suoi avversari diretti: Rea, Razgatlioglu e il compagno di squadra Rinaldi.

Il pilota computer

Nell’ultima uscita, con gomme nuove, ha fatto tre giri quasi identici: appena due millesimi di differenza fra il più veloce e il più lento, una costanza irreale. Un computer, più che un pilota, fra l’altro considerando che la pista non era in condizioni ideali, cioè bastava uscire di pochi centimetri dalla linea ideale per trovarsi sul fondo sporco. Alla fine della giostra Rinaldi ha fatto meglio per 29 millesimi con una prestazione una tantum. Rea, in difficoltà soprattutto con l’anteriore, ha preso sette decimi mentre Toprak – che qui dentro vola – ha limato il passivo in meno di due decimi.

La rivelazione di Rinaldi

Con poco grip noi andiamo molto forte, siamo in netto vantaggio sugli altri” ha fatto sapere Michael Rinaldi, affermando anche che con la pista più gommata, sabato, i due rivali potranno farsi sotto. Può essere, e sarà interessante verificarlo. In ogni caso emerge che Ducati, in condizioni difficili, sopperisce alla grande. Il vero vantaggio di Bautista e della Ducati è aver compreso come sfruttare al massimo le gomme Pirelli, che sono velocissime ma vanno sapute gestire. L’elettronica ipersofisticata che la Ducati ha messo a punto è il vero asso nella manica. E per altro non è un caso che il nuovo motore della Panigale V4 R non sia più potente della versione precedente, ma più dolce nell’erogazione, cioè più guidabile e gentile con le coperture. Yamaha e Kawasaki ovviamente sanno dov’è la chiave, cioè cosa servirebbe per provare a battere Bautista e riconquistare la Superbike. Il difficile è trovarla…

Jonathan Rea la splendida biografia: “In Testa” disponibile su Amazon

Lascia un commento