27 Marzo 2022

Superbike: Alvaro Bautista velocissimo ma dovrà smettere di cadere

Il binomio Alvaro Bautista-Ducati funziona come tre anni fa. Ma nel precampionato, fra i big, è il pilota caduto più spesso. Evitare errori sarà deciso nella sfida contro Toprak e Rea

Alvaro Bautista, Superbike

Avevate dei dubbi? Fra Alvaro Bautista e la Ducati Panigale V4 è stato di nuovo amore a prima vista. Dopo due tormentati anni in Honda HRC, il madrileno con la Rossa ha ricominciato a macinare prestazioni sensazionali. A livello cronometrico il precampionato è da incorniciare: Bautista è stato velocissimo in ogni tracciato, non solo sul giro secco, ma soprattutto sul passo gara. Sembra tutto uguale a tre anni fa, quando il binomio firmò sedici vittorie, di cui undici consecutive in apertura di Mondiale. Dunque Bautista si farà un sol boccone della Superbike 2022? Calma: da allora pare rimasta identica anche la propensione alla scivolata. Nel 2019 Alvaro gettò via il titolo vanificando un tesoretto di punti con cadute a ripetizione dal round di Misano in poi. La seconda parte fu un calvario, reso ancora più teso dalla trattativa per il rinnovo sfumato con il passaggio alla Honda.

Una sequenza inquietante

Quest’inverno Alvaro Bautista ha timbrato il cartellino delle scivolate dovunque abbia girato. Portimao, Misano (nella foto d’apertura) e Catalunya non sono stati percorsi netti. Poco male, direte: i test Superbike si fanno per provare cose nuove e cercarne il limite, quindi l’incidente è nell’ordine delle cose. Nel caso specifico è diverso, perchè il precedente 2019 pesa ancora come un macigno. La domanda che agita i sonni dei ducatisti è: Bautista va fortissimo, ma avrà la consistenza di risultato fondamentale per tenere testa a due avversari del calibro di Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea?

Bautista vs Redding, 28 chili di differenza

A livello tecnico la situazione sembra idilliaca. Alvaro sembra nato apposta per esaltare il potenziale della Ducati Panigale V4 R. In configurazione gara, cioè abbigliamento compreso, Bautista pesa 28 chili in meno del predecessore Scot Redding. Se considerate che le squadre spendono vagonate di soldi per risparmiare qualche etto, capite bene che tipo di impatto può avere una differenza simile. Alvaro non è solo un peso piuma, ma è anche iper aerodinamico, come tutti i piloti che vengono dalle piccole cilindrate. Sul dritto la Ducati faceva la differenza anche con il gigante britannico, immaginate il vantaggio che avrà con il fantino Bautista. Nel T1 di Barcellona, con quel rettilineo da quasi un chilometro, l’astronomica top speed pesa due decimi di vantaggio su Yamaha e Kawasaki.

Lo scenario è cambiato

Dal punto di vista tecnico è evidente che Bautista-Ducati siano una grandissima minaccia. Ma lo scenario Superbike è profondamente mutato rispetto a tre anni fa. Adesso non c’è più soltanto Jonathan Rea con cui fare i conti, ma anche uno scatenato Toprak Razgatlioglu. La Yamaha nel 2021 è stata una spanna superiore a tutti e nelle mani del turco è un’arma micidiale. Toprak è ancora super affidabile: ha vinto il titolo vincendo 13 gare, ma soprattutto è finito sul podio in 29 occasioni su 37 gare. Gli “zero” non sono attribuibili a lui: collisione con Garrett Gerloff alla prima curva di Assen, cedimenti meccanici a Barcellona e Portimao. Quindi Toprak non è solo difficilissimo da battere, ma è anche iper consistente. Per riportare in Ducati il Mondiale che manca dal 2011 bisognerà non sbagliare mai, o quasi. Ecco il dubbio: Alvaro Bautista riuscirà a togliersi il vizietto?

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Foto: Mimmo Maggiali

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