19 Febbraio 2021

ESCLUSIVA “Con Trofeo e Academy, Aprilia cerca nuovi talenti”

Esordio 2021 per il Trofeo Aprilia RS 660, parte però di un progetto ben più ampio per favorire la crescita dei giovani talenti. Ce ne parla Giacomo Moresco, l'intervista.

Moresco Marcon Trofeo Aprilia

A partire da questa stagione nel CIV troveremo un altro nuovo campionato, il Trofeo Aprilia Racing RS 660. Un progetto monomarca che ha preso il via grazie alla collaborazione della casa di Noale e BI Karting, struttura situata in provincia di Padova e gestita da Giacomo Moresco. Ma non si tratta solamente di un trofeo: parliamo di un programma ben più ampio, che prevede la nascita di una vera e propria Academy. La creazione quindi di un percorso dedicato alla crescita dei giovani talenti tricolori. Abbiamo parlato proprio con Moresco per avere un quadro più preciso di questo progetto, dai costi ridotti e che prende ufficialmente il via in un periodo non semplice.

Com’è nata l’idea di questo trofeo? 

È un progetto nato quasi per caso, per una serie di coincidenze. Ho avuto modo di conoscere Massimiliano e Tommaso Marcon [tester Aprilia, ndr] nel mio circuito [BI Karting, sia per kart che per moto, situato a San Giorgio in Bosco, provincia di Padova, ndr], ormai sono di casa. Tommy aveva iniziato ad allenarsi per fare i primi passi, quelli seri. In seguito abbiamo conosciuto anche Massimo Rivola, AD Aprilia Racing, che è venuto per far girare il figlio maggiore. Stiamo usando delle Ohvale di 10 pollici, quindi piccoline, che mettiamo a noleggio per chi vuole andare a fare un giro in pista. La conoscenza si è approfondita e ci è stato proposto di seguire questo progetto fin dall’inizio: siamo andati a Noale, abbiamo iniziato a parlare di budget, contatti… Pensando sempre più in grande.

Come si sviluppa questo nuovo campionato? 

È un trofeo monomarca che si inserisce all’interno del CIV, è il suo primo step. Parliamo di un anno particolare, visto che arriviamo da un 2020 ricco di difficoltà. Certo ci saranno ripercussioni: sono saltati tantissimi sponsor e ci sono moltissimi piloti in difficoltà, senza risorse per partecipare ai campionati. Sarà un anno di avvicinamento, senza pretese anche come numero di partecipanti, ma cercheremo di fare del nostro meglio in ottica 2022, quando dovremmo essere a pieno regime.

Ma è un progetto che va oltre il Trofeo Aprilia. 

Iniziamo questo percorso per dare forma a quella che potrebbe essere una Academy, una scuola, una ricerca di giovani talenti. Qualcosa che Aprilia che aveva già fatto anni fa. L’idea è creare questo percorso partendo dalle moto piccole, sfruttando la nostra struttura, per ragazzini dagli otto anni. Cominciare quindi con le 10 pollici, poi le 12 pollici, le SP250 di Aprilia, quindi le 660. Accompagnandoli nel mondo delle moto “più grosse”: Moto3, Moto2 e magari chissà, anche la MotoGP.

Un progetto in piena regola per favorire la crescita di giovani talenti. 

La fortuna di questa joint venture tra noi ed Aprilia è il fatto di avere già una struttura con i mezzi adatti, quindi diventa tutto più semplice. Per una Academy è importante appoggiarsi a dei circuiti e chi viene da noi può allenarsi anche tutti i giorni appunto per la presenza di una pista. Ci sarà un deposito in modo che anche le moto di proprietà possano rimanere lì da noi. Parliamo in sostanza di un progetto che di solito manca, ci si prova sempre ma è difficile. Crediamo però che con questa sinergia nata tra noi ed Aprilia, con gli strumenti che abbiamo a disposizione, si possa creare questa Academy che porterà sicuramente a risultati importanti.

Un programma nato in tempo di Covid, quindi non semplice da gestire. Come ci riuscite? 

È un progetto molto molto faticoso e bisogna fare grande attenzione, soprattutto ai costi. Questo perché parliamo di un progetto nato per agevolare chi non aveva grossi sponsor alle spalle. Piloti capaci che magari economicamente non ce la facevano, ai quali abbiamo rivolto la nostra attenzione. Necessarie quindi delle scelte per attuare soluzioni economicamente vantaggiose per i piloti, in modo che avessero una spesa ridotta rispetto allo standard. Se parliamo di una Supersport 600, nel CIV la spesa media va dai 50.000 agli 80.000 euro più IVA a stagione. Noi usciamo con un costo di circa 34.000 euro più IVA per tutta la stagione, tutto compreso: il pilota che viene da noi sa che quella è la spesa. Non contando le cadute, che sono una cosa un po’ a parte, ma nel complesso il pilota si presenta in gara senza il pensiero dei soldi per i pneumatici, la benzina, un istruttore, un meccanico… Una soluzione per portare fino a 21 piloti con questa spesa fissa, andando incontro all’economia del momento. Non è comunque facile, anche perché gli sponsor fanno fatica.

Visto il periodo, non mancheranno difficoltà anche a livello organizzativo. 

Serve tantissima attenzione, con meno presenti possibile e certo tutti mascherinati, seguendo tutte le regole di prevenzione. Molto probabilmente poi non ci sarà pubblico, anche se questo dipenderà dalle regolamentazioni che verranno decise nei prossimi mesi dagli enti competenti. Certo non è semplice, bisogna studiare tutti gli spazi e conseguenti soluzioni per tenere i piloti tutti distanti tra di loro. È stato un processo abbastanza complicato. Diciamo che ci va bene non essere a pieno regime già quest’anno, ci vorrebbe un’attenzione ancora maggiore per quanto riguarda la sicurezza. Iniziare con un numero di piloti un po’ più modesto ci permette di gestire al meglio gli spazi e le distanze. Certo ci auguriamo che nel 2022 questa situazione sia ormai superata e che si possa essere un po’ più sereni.

Avete già tutti i nomi dei partecipanti? 

Siamo ancora in fase di reclutamento, come un po’ in tutti i campionati. Quelli storici sono partiti prima, noi siamo un po’ in ritardo anche perché si tratta di un prodotto nuovo ed abbiamo dovuto attuare scelte differenti. Non sappiamo al momento quanti piloti effettivi abbiamo, mi piacerebbe comunque arrivare almeno ad una quindicina. La batteria completa comunque sarebbe di 42 piloti, 21 di questi sotto la gestione Aprilia come AR Area ed altri 21 privati, che si pagano la moto, l’iscrizione al campionato e quant’altro, quindi la gestione rimane a loro. Quest’anno comunque è un entry level. Come detto, non parliamo solo di un trofeo da vincere ma di un percorso di crescita anche per i Challenge, i privati, che verranno comunque tenuti d’occhio da Aprilia.

Com’è strutturato il calendario? 

Seguiamo lo stesso percorso del Campionato Italiano Velocità. Andremo a Misano il 16 maggio, poi c’è Imola il 4 luglio, a Misano nel weekend del 24-25 luglio disputeremo una doppia gara. Stiamo spingendo per fare quella del sabato in notturna, sarebbe bellissimo. Andiamo il 27 agosto al Mugello, per finire il 10 ottobre a Vallelunga. Non volevamo fare una cosa ‘amatoriale’, ma di altissima professionalità, sia per il campionato a cui si partecipa che per il nome Aprilia. Sicuramente rappresenta dei professionisti di grande livello.

Come siamo messi a livello di giovani talenti in Italia? 

Ce ne sono di molto promettenti, che hanno dimostrato di essere davvero bravi. Da dire che un pilota ha un certo periodo di tempo per esprimere il suo potenziale, non corre fino a 50 anni! Anche se abbiamo delle eccezioni, vediamo Valentino Rossi… [risata]. O qualche altro che comunque è ancora davvero bravo. In generale però per i giovani i posti sono limitati, quindi hanno alcuni anni a disposizione ed in quel periodo devono fare le scelte migliori. A volte c’è il rischio di disputare dei campionati di tutto rispetto ma che non danno l’opportunità di salire di livello: questo perché magari sono esperienze slegate a quella che può essere una struttura internazionale. Bisogna fare scelte corrette, e questa sono sicuro che è una di quelle che può dare un’opportunità ai giovani. Certo anche la parte economica è importante, è sempre stato così nel mondo dei motori, quindi s’è perso qualche buon pilota. Il tentativo nostro è anche in questo senso, dare l’opportunità di mettersi così in evidenza con costi ridotti. Noi siamo qui per cercarli ed accompagnarli in questo percorso.

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Foto: Instagram

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