6 Dicembre 2022

Roberto Lunadei “Pilota? No grazie, è meglio fare il meccanico”

Roberto Lunadei è stato per anni un buon pilota del CIV. Dal 2017 lavora nel Motomondiale come meccanico. Non si è mai sentito un pilota.

Roberto Lunadei, Italtans

I bambini sognano sempre di diventare piloti ma c’è chi ha sempre desiderato diventare meccanico. Roberto Lunadei è nato a Rimini nel 1983. Ha iniziato a smontare i motorini fin da bambino. E’ salito in minimoto ed è diventato poi pilota. A lui però non interessava gareggiare: lui voleva solo fare il meccanico. Dal 2017 lavora a tempo pieno nel Motomondiale. Nel 2023 Roberto Lunadei sarà il meccanico di Dennis Foggia in Moto2. La sua storia è un concentrato di emozioni, come racconta a Corsedimoto.

Roberto Lunadei come ti sei avvicinato al motociclismo?

“Da bambino amavo “spataccare” ai motorini da cross. Mi è sempre piaciuto fare il meccanico. Ho fatto poi un po’ di gare in minimoto ed ho smesso. Un’estate sono andato a lavorare come apprendista all’officina Bike Service che aveva anche una squadra di moto. Una sera siamo andati a girare in minimoto ed hanno visto che andavo forte. Non sapevano che in passato avevo corso. Stefano Morri, che era il mio titolare ma pure il responsabile del team, mi ha proposto di fare il Trofeo Aprilia. E così dal lunedì al venerdì facevo il meccanico e nel week-end il pilota. Sono riuscito ad andare bene fin dalle prime gare. Ho gareggiato quindi nel team di Morri ed Evangelisti assieme a Massimo Roccoli”.

Sei andato avanti?

“Dopo avere corso per Bike Service sono passato al 44 Racing Team. Christian Barboni, pilota e figlio di uno dei due titolari, era morto in un incidente stradale e mi avevano chiesto di gareggiare con la sua moto. Ho corso per il 44 Racing Team per circa sei o sette anni. Ho fatto l’Europeo Stock 600, il CIV Superstock 1000, la Supersport, la Coppa Italia ed i vari trofei. Sono salito diverse volte sul podio, non andavo male, ma volevo fare altro nella vita, non il pilota”.

All’epoca nel paddock del CIV dicevano che eri veloce. Perché non hai sfondato?

“Perché ero l’esatto contrario di quello che dovrebbe essere un pilota. Non mi comportavo da professionista come faceva magari Massimo Roccoli che gareggia ancor oggi. Non mi allenavo mai: salivo sulle moto e davo il gas. Ero molto istintivo”.

Alcuni, giocando sui doppi sensi, dicevano Luna-Lunatico. Era così?

“Lunatico magari no però non avevo la testa e la mentalità da pilota. Io ero appassionato di meccanica, volevo lavorare alle moto: era quella la mia vera passione”.

Come sei diventato un meccanico del Mondiale?

“Ho iniziato a lavorare nel CIV e nell’Europeo Stock 600 al Gas Racing grazie anche a Stefano Morri che aveva sempre creduto in me fin dagli esordi. Sono passato poi VFT Racing nel Mondiale Supersport. Intanto il team Tasca Racing era alla ricerca di un meccanico, e sono sto contattato attraverso degli amici comuni. Dal 2019 lavoro al Team Italtrans ed ho festeggiato il Titolo Mondiale Moto2 di Enea Bastianini assieme a tutta la squadra. L’anno prossimo sarò il meccanico di Dennis Foggia”.

Ora sogni la MotoGP?

“Mi piacerebbe, è ovvio ma sto benissimo all’Italtrans e sono molto felice di lavorare qui”.

Riesci a conciliare bene famiglia e Motomondiale?

“Sono spesso viaggio, passo da un aereo all’altro, però non mi pesa perché faccio ciò che amo. Ho trasformato la mia passione nel mio lavoro e mi sento super fortunato. Riesco a conciliare abbastanza bene famiglia e lavoro perché sono contento e realizzato”.

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