26 Ottobre 2022

Danilo Petrucci “Non penso più alla MotoGP ma vorrei rifare la Dakar”

Danilo Petrucci si racconta dopo l'esperienza enduro. Il pilota ternano tra passato presente e futuro: MotoAmerica o WorldSBK

Danilo Petrucci

La leggenda in un uomo comune. Danilo Petrucci è partito dal basso. E’ arrivato in MotoGP direttamente dalla Superstock 1000, una categoria di contorno al Mondiale Superbike. Gara dopo gara ha conquistato il cuore degli appassionati del Motomondiale, è diventato l’eroe della Dakar e quest’anno è diventato l’idolo degli americani. E’ rimasto però umile, è lontano anni luce dallo stereotipo del campione superstar. Danilo Petrucci è un bravo ragazzo a cui la vita ha regalato degli splendidi sogni. Forse è per questo che la gente impazzisce per lui.

Domenica scorsa ha gareggiato al Trofeo delle Regioni di enduro ad un Umbertide, in Umbria. Danilo Petrucci si racconta a Corsedimoto.

Danilo, perché hai partecipato a questa gara di enduro?

“Era da tempo che desideravo cimentarmi nell’enduro perché ci gareggiano tutti i miei amici e dove vivo, in Umbria, è la disciplina motoristica più praticata in assoluto dagli appassionati e quella più legata alla tradizione. Dalle mie parti c’era stato anche un appuntamento mondiale in passato. Alla gara di Umbertide partecipavano tutti i miei amici. Sarei andato a vederli come spettatore allora mi sono detto “perché non provare”. Volevo trascorrere un week-end con le persone a me più vicine quindi ho noleggiato una moto ed ho corso anche io anche se non avevo esperienza. Non ero allenato perché in America non avevo mai girato con la moto da fuoristrada ma ho gareggiato per divertirmi e stare in compagnia”.

Quest’anno ti sono mancati gli amici?

“Sì, perché dalla Dakar in poi ho avuto veramente tanti impegni e non ero mai a casa. E’ stato molto bello indossare le scarpe da trekking, andare a passeggiare lungo il percorso con loro per le ricognizioni, stare con mio fratello, gli amici, e tutti i ragazzi appassionati di enduro”.

Hai trascorso un week-end come un ragazzo comune?

“Ma io lo sono, sono un ragazzo normale. Sono abbastanza timido, riservato, non mi piace essere sempre al centro dell’attenzione e riconosciuto da tutti. L’enduro è bello anche per questo: si fa gruppo e si sta in compagnia nelle varie fasi della gara anche se poi, quando si indossa il casco, si corre da soli”.

Farai anche altre gare di enduro?

“Mi piacerebbe molto praticare enduro seriamente. Avrei già dovuto partecipare agli Assoluti d’Italia ma sono stato chiamato da Suzuki per la gara di MotoGP. Vorrei farlo, con una preparazione adeguata perché adesso ero veramente a zero”.

Con la Suzuki MotoGP è stata una bella parentesi?

“Mi sono divertito molto. Lo considero uno splendido regalo e un premio alla carriera per essermi sempre comportato bene nei miei anni in MotoGP. Ringrazio Livio Suppo che ci teneva tanto ad avermi e Ducati che mi ha dato il nulla osta per vivere quella bella esperienza. Credo di essermela cavata abbastanza bene visto che non ero mai salito sulla Suzuki. Sono molto contento di averla fatta e soddisfatto di com’è andata”.

Danilo Petrucci, alla MotoGP ci pensi ancora?

“Sono molto realista: in MotoGP non è più tempo per me. Ho dato tutto me stesso ed ora riconosco i miei limiti fisici. Io sono alto, grosso, sono un pilota XL mentre oggi sono tutti giovani e piccoli, sono leggerissimi sono taglia S o M come Bastianini, Martin e gli altri ragazzi emergenti. Quando con la KTM mi staccavano per me era avvilente, non mi divertivo. In Superbike invece è diverso”.

Come vedi la MotoGP dall’esterno?

“Enea Bastianini mi ha stupito già dal suo esordio. L’anno prossimo Ducati avrà due piloti fortissimi e sono convinto che anche Enea sarà della partita”.

Cosa farai nel 2023?

“Ne dobbiamo parlare con i dirigenti Ducati ma adesso non è il momento. Hanno ben altri impegni quindi aspettiamo che finiscano i campionati. In ogni caso dovrei fare o il MotoAmerica o il Mondiale Superbike”.

Ti rivedremo alla Dakar?

“Vorrei rifarla. Non nel 2023 perché arrivo da una stagione veramente intensa e la Dakar è molto tosta. La mia prossima partecipazione la vorrei preparare bene. Vediamo se sarà possibile rifarla nel 2024, in base agli altri impegni. Mi piacerebbe molto”.

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