20 Gennaio 2023

Cristina Siani, una regina nel Mondiale Superbike

Cristina Siani è stata a lungo uno dei personaggi più influenti nell'epoca d'oro della Superbike. Che coppia con Giovanni Di Pillo

Cristina Siani, Superbike, Troy Bayliss

Tutto è nato da Michel Vaillant, un eroe dei fumetti. Un giornalino per bambini raccontava le avventure di questo pilota francese e Cristina Siani si era appassionata così al mondo dei motori. E’ poi cresciuta, ha lavorato prima ad ACI, poi al Mugello e per vent’anni nello staff del Mondiale Superbike. Nel motociclismo Cristina ha incontrato l’amore: Giovanni Di Pillo Una coppia inseparabile. La sua storia è un concentrato di passione per i motori, aneddoti, entusiasmo, ricordi, con un pizzico di nostalgia ma tanta vitalità.

“Quando ero bambina c’era il Corriere dei Piccoli- racconta Cristina Siani a Corsedimoto – raccontava le avventure di Michel Vaillant, un pilota che correva in pista. Quel ricordo me lo sono portato dentro. Ero di Firenze, studiavo lingue ed andavo a lavorare ogni tanto all’ACI. Ero una studentessa che voleva guadagnare qualcosa. La sede era vicina all’autodromo del Mugello ed ho iniziato a dare una mano in segreteria e alla reception delle gare per i pass. Lì ho conosciuto Giovanni Di Pillo, speaker del circuito. Abbiamo trascorso tutta via la vita assieme condividendo il lavoro e la passione per i motori. A Mugello ho incontrato anche i fratelli Flammini, i creatori ed i promotori del Mondiale Superbike”.

Qual era la tua mansione?

“Inizialmente mi occupavo della reception ed era molto impegnativo. I pass venivano fatti a mano, c’erano tantissime classi: era un lavoro veramente tosto. I piloti li venivano a ritirare personalmente e ricordo un aneddoto simpatico”.

Quale?

“Graziano Rossi era un personaggio particolare, che girava con la gallina al guinzaglio. Un giorno è venuto a prendere il pass con la sua creatura sulle spalle. Aveva volto angelico, occhi azzurri, una cascata di riccioli biondi e io ho esclamato “ma che bella bimba” e una vocina mi ha risposto: “Non sono una bambina, io sono Valentino!” Da quella volta abbiamo sempre scherzato su questo. Vale era davvero stupendo da piccolo. Avrei mille altre storie, come le feste nei paddock con gli spogliarelli dei piloti e tante altre. Posso sembrare nostalgica ma penso di avere vissuto l’era d’oro, in particolare del Mondiale Superbike”.

Raccontaci di quella Superbike…

“I Flammini mi avevano chiesto di lavorare per loro quindi non solo al Mugello ma anche in giro per il mondo ed altri loro eventi. All’inizio mi occupavo della reception poi anche di marketing, ufficio stampa, attività di coordinamento: ero considerata una sorta di spalla di Paolo Flammini. Nel tempo avevo maturato una grande esperienza ed ero diventata quindi la persona di fiducia del Presidente. Raccoglievo le correnti, le voci direttamente sul campo e gli dicevo le mie impressioni. Sono rimasta in SBK dal 1993-1994 fino al 2013 quando poi è arrivata Dorna, sono cambiate le cose e non siamo andati avanti. Mi ero anche un po’ stancata, onestamente: era una vita bella ma molto impegnativa”.

Sei rimasta comunque nei motori?

“Per un po’ di anni ho fatto la libera professione. Con mio mio marito, DJ Ringo e Virgin Radio abbiamo organizzato degli eventi mediatici molto carini. Poi Giovanni è stato male, c’è stata la pandemia, una cosa ed un’altra ho un po’ mollato. Da un paio d’anni mi occupo dell’organizzazione dei FIM Awards, ho qualche altra collaborazione in atto ma non ho più la progettualità di un tempo. Faccio ciò che mi piace e mi fa stare bene. Ho vissuto il motociclismo a piene mani per tanto tempo assieme alle leggende di questo sport, persone veramente eccezionali, con un carisma unico”.

La passione era alla base di tutto.

“Parlare di lavoro è quasi troppo perché era talmente tanta la passione sfrenata, il divertimento e l’entusiasmo sia mio che di mio marito che era qualcosa di veramente bellissimo. Non c’era poi solo la pista ma anche il motocross, abbiamo lavorato anche in gare di auto ed abbiamo spaziato un po’ in tutto il motorsport. Negli anni abbiamo creato dei rapporti umani stupendi con i piloti ma anche con i meccanici e con tutte le persone dell’ambiente. Ho provato delle emozioni uniche che mi porto dentro”.

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