26 Gennaio 2023

Superbike, la Pirelli al lavoro per farli andare sempre più veloci

La Pirelli sta sfruttando i test Superbike per sviluppare l'anteriore e la soluzione SCQ. L'asticella si alza costantemente

Superbike, Pirelli

Una volta gli ex del Motomondiale approdavano in Superbike e dovevano abituarsi a pneumatici Pirelli di concezione stradale, con prerogative, costi e performance lontane dai materiali usati nei GP. Ma i tempi cambiano. Remy Gardner, fresco reduce dalla MotoGP, ha commentato: “L’anteriore Pirelli dà una grande confidenza, ancora vado lento e faccio poco testo, ma la sensazione è buonissima”. Più esplicito ancora Danilo Petrucci, che l’anno scorso ha gareggiato in MotoAmerica con la Ducati V4 gommata Dunlop e ha fatto una wild card in top class con la Suzuki equipaggiata Michelin. “In America avevo un chattering mortale sulla Panigale, le Pirelli danno un feeling immediato e anche la piacevole sensazione di essere rotonde…”

La strategia Pirelli

La multinazionale italiana è fornitrice unica in Superbike dal lontano 2004, i progressi sono continui ma il salto in avanti compiuto in epoca recente ha destato sensazione. Pirelli riesce a far andare fortissimo gli assi del Mondiale con coperture che, in larga parte, sono disponibili anche per gli amatori dei test track. L’indirizzo è puntare su coperture sempre più soffici, quindi più veloci, che garantiscano alte prestazioni anche dopo parecchi giri. La pietra filosofale che ogni gommista ricerca con ossessione, insomma. In Pirelli hanno trovato la chiave giusta e gli sviluppi 2023 vanno in questa direzione.

“Anteriore di nuova generazione”

Giorgio Barbier conosce la Superbike fin dai primordi, questa sarà la stagione numero 38 per l’ingegnere direttore del dipartimento “racing moto” di Pirelli. “Nei test in corso a Jerez e settimana prossima a Portimao (Portogallo) lavoreremo forte in due specifiche direzioni. La prima idea è avere un’anteriore più prestazionale. Negli ultimi due anni abbiamo progressivamente sostituito la vecchia gamma SC2 e SC1 (soluzioni dure, ndr) con 674 e 843, è stato un cambiamento radicale. Adesso cerchiamo più grip, per cui stiamo andando verso soluzioni SC0, una frontiera nuova per noi. Questo tipo di sviluppo va incontro al nostro secondo obiettivo…”

“Puntiamo tanto sulla SCQ”

“L’anno scorso abbiamo sostituito la gomma per il giro secco di qualifica con la SCQ, cioè una gomma altrettanto performante ma che potesse essere utilizzata, in talune circostanze, anche nella gara sprint di dieci giri. E’ successo solo a Donington, unica gara che ha visto l’intera griglia puntare su questa soluzione. In altri contesti è stata scelta solo da piloti che avevano poco da perdere e giocavano il jolly, trovandosi un pò in crisi negli ultimi 2-3 giri. Adesso stiamo tentando di allungare la vita della SCQ, cioè mantenere le stesse prerogative di durata ma ottenere una soluzione che possa rivelarsi una validissima alternativa alla SCX. Ecco perchè stiamo lavorando forte sull’avantreno: vogliamo avere una gomma davanti soffice che si accoppi alla perfezione con la SCQ.”

Sempre più forte

Il super grip al posteriore garantito dalla SCQ infatti “spinge” sull’anteriore, ecco perchè Pirelli lavora in queste due distinte soluzioni. Le basse temperature di Jerez danno una grossa mano, perchè si tratta delle condizioni peggiori per l’utilizzo di soluzioni extrasoffici, che con pochi gradi d’asfalto tendono a strapparsi velocemente. Quando darete un’occhiata ai tempi finali della due giorni di collaudi in Spagna, constatando quanto ormai i tempi dei top rider Superbike siano vicini a quelli della MotoGP sullo stesso tracciato andaluso, saprete com’è stato possibile…

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