30 Luglio 2020

Superbike, i destini diversi di Jonathan Rea e Marc Marquez (VIDEO)

Sulla sabbia al primo giro, una rimonta folle e l'incidente che poteva costare caro, come Marc Marquez in MotoGP a Jerez. Ma Jonathan Rea è stato più fortunato...

Superbike, Jonathan Rea

Anche alla Superbike poteva accadere di perdere per strada il Cannibale. Per uno strano gioco del destino, l’inizio di Mondiale di Jonathan Rea è stato identico a quello di Marc Marquez in MotoGP. Un fuoripista al primo giro della sfida d’apertura a Phillip Island, innescato da una “toccata” dell’ex “compagno” Tom Sykes. Una lunga escursione sulla sabbia, ad altissima velocità, chissà come senza cadere: non per nulla Jonathan Rea è stato campione irlandese di Motocross, a 14 anni. Poi una forsennata rincorsa dall’ultima posizione, staccato di 8″5 dalla vetta della corsa. C’erano 21 giri ancora da percorrere e lui, il cinque volte campione del Mondo, si è messo in testa un piano folle: “Vinco lo stesso!”

L’incidente più spaventoso

Jonathan Rea era convinto di potercela fare nonostante la disavventura. I conti tornavano. Aveva un passo nettamente superiore a tutti, in una quindicina di passaggi li avrebbe riacciuffati. Se la sarebbe giocata come se il pauroso fuoripista al primo giro non ci fosse mai stato. Questo sulla carta. Perchè sull’asfalto le cose sono andate diversamente. Al sesto giro, quando ne aveva già superati un bel pò ed era a -6″ dai primi, Jonathan Rea è volato via. Un botto tremendo, a 226 km/h. Quando Marc Marquez è caduto alla curva 3 di Jerez andava poco oltre i 150 km/h. Anche Jonathan Rea, come il catalano, ha rischiato di essere investito dalla Kawasaki partita via come un proiettile. “Sono caduto davvero forte, è stato l’incidente più rovinoso da quando corro in Superbike” . Nel 2004, l’annata del debutto nella Supersport britannica con la Honda UK, restò senza freni alla prima curva di Knockhill centrando il muro: si era fratturato il femore, e in ospedale gli dissero che non avrebbe corso più. Ma stavolta è andata bene: neanche un graffio. A Marc Marquez è andata decisamente peggio…

Jerez, la resa dei conti 

Jonathan Rea, a differenza dell’idolo MotoGP, non ha avuto bisogno di medici, di interventi, di rientri miracolosi. Dopo una notte agitata dai lividi, è tornato in circuito più carico di prima. La vittoria è la migliore medicina per scacciare la paura. La Superpole Race, appena dieci giri a tutto gas, era l’occasione giusta. Primo posto, senza discussioni. A differenza di Marc Marquez, il Cannibale della Superbike si è rimesso subito in carreggiata, limitando i danni, fisici e di classifica. Dopo cinque mesi di lockdown, sbarca a Jerez staccato di appena 19 punti dal battistrada Alex Lowes, il suo nuovo scudiero. JR1 sa bene di essere più veloce di Lowes, tanto che durante i test invernali si è prodigato in consigli su come spingere al limite la Kawasaki ZX-10RR. Nell’ultima uscita di collaudo a Barcellona però è rimasto chiuso nel proprio angolo di box. Adesso Alex Lowes è un avversario come gli altri. Da piegare prima possibile.

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