20 Aprile 2019

Alvaro Bautista, come fai? Il nuovo fenomeno ai raggi X

Alvaro Bautista ai raggi X: La Gazzetta dello Sport dedica una pagina speciale al ducatista nuovo fenomeno Superbike.

Alvaro Bautista

Ma come hai fatto, Alvaro Bautista? Il piccoletto di Talavera de la Reina, a sud di Madrid, ha cambiato faccia alla Superbike. Nell’apertura in Australia ha battezzato con un fantasmagorico tris  il debutto assoluto della Ducati V4R, la prima quattro cilindri dell’era moderna dell’azienda bolognese. Da lì Bautista non si è più fermato: undici gare, undici vittorie. Otto di queste con vantaggio superiore ai dieci secondi. Ha già eguagliato il primato di Jonathan Rea, ormai ex Cannibale di una  Kawasaki che prima dominava e ora non riesce più. Ma soprattutto ha rilanciato la Rossa a caccia di un titolo iridato che manca dal 2011. Un digiuno pesantissimo per la Ducati diventata azienda di portata Mondiale negli anni ’90 proprio sull’onda dei successi in Superbike. 34 anni, sposato da pochi mesi, 56 chili: dopo una vita da comprimario (incompreso) in MotoGP, adesso Alvaro Bautista è il pilota da battere. Gli avversari analizzano le sue prestazioni ai raggi X per carpirne i segreti. Lo abbiamo fatto anche noi.

TALENTO

Luigi Dall’Igna, boss di Ducati Corse, ritiene che Bautista sia al livello dei 4-5 migliori piloti della top class. Campione in 125GP nel 2006, Alvaro ha sfiorato l’iride anche in 250 (2° nel 2008, sempre con Aprilia). E’ in  MotoGP dal 2010, mai sulla sella giusta. Suzuki, Honda privata, poi due anni in Aprilia ai primi vagiti e per finire le Ducati di seconda fascia. L’unica volta che ha guidato la Rossa ufficiale, in Australia lo scorso ottobre al posto dell’infortunato Jorge Lorenzo, è andato ad un soffio dal trionfo: dieci giri al comando, 4° finale e il podio sfumato all’ultimo giro per una sfollata. Adesso tanti si chiedono cosa avrebbe potuto fare da titolare, al posto di Andrea Dovizioso o Danilo Petrucci…

FAME

Tante volte in Superbike sono sbarcati dalla MotoGP ex campioni a fine corsa. Bautista invece, pur avanti con l’età, ha una sete di successo che sfiora l’ossessione. Non vinceva da dieci anni (Barcellona 2009 in 250), adesso si sta togliendo la voglia. Il titolo è nel mirino, il conto in banca si sta gonfiando: ogni vittoria vale 30 mila €, così – solo coi premi – Alvaro ha già intascato una cifra vicina all’ingaggio annuale di Danilo Petrucci.

PREPARAZIONE FISICA

Bautista cura maniacalmente la condizione fisica. Va a letto alle 20:30 e si alza alle 5:30 per andare in palestra, anche sui circuiti prima di scendere in pista per prove o gare. Nel 2018 si è allenato 360 giorni. Anche l’alimentazione è un metodo: al primo impegno in Australia ha consegnato ai cuochi dell’hospitaly Ducati una lista con il menù di tutti i pasti da consumare sui circuiti dal primo all’ultimo GP: colazione, pranzo e cena!

PRESSIONE GOMME

Gli avversari speravano che potesse avere problemi d’adattamento con le gomme Pirelli, assai diverse come concezione dalle Michelin utilizzate in MotoGP. Invece è il pilota che sta interpretando meglio il materiale a disposizione, spesso con scelte di mescola in contro tendenza. Il segreto: usa pressioni molto più alte degli altri per dare maggiore stabilità alla carcassa dello pneumatico, quindi alla moto. Gli altri andavano al ribasso, per avere più grip. Adesso stanno cercando di capire come faccia.

DUCATI V4R

La quattro cilindri italiana è un concentrato di tecnologia top class. Il motore è lo stesso V4 usato in MotoGP nel 2015, l’elettronica (Magneti Marelli) è ancora più sofisticata perchè in Superbike centralina, software e piattaforma inerziale sono liberi. Portare al limite un veicolo così complesso si sta rivelando problematico per il compagno di squadra Chaz Davies, 3 volte viceiridato nelle ultime 5 stagioni, 25 vittorie con la precedente bicilindrica. In quest’inizio di campionato il gallese ha raccolto solo un podio, da terzo. Bautista invece vola.

LA SQUADRA

Per abbattere il dominio di Jonathan Rea la Ducati ha messo tecnici di valore a fianco Alvaro Bautista. Il capo tecnico è Giulio Nava, lecchese. Viene anche lui dalla MotoGP: 4 anni in Honda HRC, altrettanti in Aprilia, i primi due proprio a fianco dello spagnolo. Una coppia affiatata, con un metodo di lavoro diverso dagli altri team Superbike. Bautista cambia pochissime cose: è partito con un assetto standard, sempre lo stesso, facendo la differenza su circuiti e in condizioni diversissime. Il vero problema degli avversari? Capire quanto margine ancora abbia….

Foto: Diego De Col

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