12 Febbraio 2022

MotoGP, Quartararo e Yamaha: tira e molla sul rinnovo contratto

Dopo la seconda giornata di Test MotoGP a Mandalika Fabio Quartararo (4°) ribadisce la sua delusione. Il futuro con la Yamaha resta incerto: "Mi aspettavo una moto migliore".

MotoGP, Fabio Quartararo

Fabio Quartararo resta nelle prime posizioni anche nella seconda giornata di Test MotoGP a Mandalika. 4° crono e un distacco di 275 millesimi dal best lap di Luca Marini sulla Ducati. Davanti a lui Marc Marquez e l’Aprilia di Maverick Vinales. Resta il punto di riferimento del marchio Yamaha, ma il campione francese non è per niente soddisfatto del motore della YZR-M1. Vincere è possibile, ma solo con un perfetto lavoro di squadra, giocando sulle gomme, sullo stile, sul talento. In poche parole: facendo affidamento su se stesso.

Quartararo deluso dalla nuova YZR-M1

Resta il “punto debole” del prototipo di Iwata. Un allarme che aveva lanciato da mesi Fabio Quartararo, tanto da minacciare apertamente sul rinnovo di contratto. Prima del Qatar difficilmente prenderà una decisione sul futuro, rischia di cominciare un pericoloso tira e molla tra il suo manager Eric Mahè e i vertici Yamaha, con esiti imprevedibili. “Mi aspettavo una moto migliore per quest’anno. Quindi, ovviamente, il mio futuro al momento non è chiaro. Non è ancora il momento di parlarne, ma il mio futuro è aperto“.

Non usa mezzi termini il campione in carica della classe MotoGP. Fra tre settimane il motore verrà congelato, non si possono apportare cambiamenti. Da qui a Losail non è pensabile modificare ulteriormente la nuova specifica. Consapevole che i cambiamenti richiedono tempo, Quartararo forse non tollera certi ritardi al box. Lo scorso novembre a Jerez non aveva a disposizione la nuova specifica di motore. “L’anno scorso perdevamo in media 9 km/h. Oggi siamo di nuovo a 9 km/h, quello che voglio dire è che non abbiamo fatto nessun passo avanti“.

Otto spettri rossi in pista

Per puntare alla riconferma iridata bisogna concentrarsi su stile di guida e sui punti forti della M1. “Non sono un ingegnere, quindi alla fine posso soltanto fare del mio meglio e vedere cosa posso fare per lottare per il titolo“. Prima la Ducati di Enea Bastianini, poi quella di Luca Marini hanno dimostrato che in pista ci saranno almeno otto Desmosedici difficili da superare sui rettilinei. Ma anche Aprilia e Suzuki hanno fatto passi in avanti. Honda riconferma la potenza del suo V4. “Dobbiamo preoccuparci di otto Ducati. Anche Di Giannantonio oggi è stato velocissimo e sta facendo tanti passi avanti“.

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