7 Ottobre 2023

Jonathan Rea ricorda l’esperienza in MotoGP: “Ero sotto pressione”

Rea è tornato a parlare di quando nel 2012 venne chiamato dalla Honda a rimpiazzare l'infortunato Stoner in MotoGP.

Jonathan Rea ricorda l'esperienza sulla Honda MotoGP 2012

Jonathan Rea è indiscutibilmente una leggenda del Mondiale Superbike, le sue vittorie parlano per lui. Con il passaggio dalla Honda alla Kawasaki nel 2015 si è garantito la possibilità di poter vincere dei titoli e per ben sei anni consecutivi si è laureato campione del mondo. Nelle prossime due stagioni correrà con la Yamaha e ci riproverà, anche se sarà una missione complicata.

C’è chi a volte si è domandato cosa sarebbe riuscito a fare Jonathan Rea correndo stabilmente in MotoGP con un buon pacchetto tecnico. Non lo sapremo mai, perché non ha mai ricevuto un’offerta che lo spingesse a lasciare la Superbike. Però sull’argomento ha scritto pagine molto interessanti nella sua biografia “In Testa”, pubblicata in Italia da CDM Edizioni.

Jonathan Rea in MotoGP: l’esperienza del 2012

Le sue uniche apparizioni nella classe regina del Motomondiale sono datate 2012, quando venne chiamato dal team Repsol Honda a sostituire Casey Stoner nei gran premi a Misano e Aragon. Allora correva per la Honda nel WorldSBK e venne scelto per rimpiazzare il campione in carica della MotoGP, che si era infortunato a Indianapolis.

Fece prima il test a Brno e poi affrontò le due gare, chiudendo ottavo in Italia e settimo in Spagna. Poi non ha più avuto la possibilità di correre con un prototipo MotoGP, al massimo ci sono stati dei rumors su un suo eventuale cambio di categoria che non si è materializzato.

Honda MotoGP vs Kawasaki Superbike

Rea di recente ha avuto modo di ricordare come andarono le cose quando ebbe l’occasione di salire sulla Honda RC213V: “La MotoGP è stata la moto più costosa che ho guidato – ha detto a Motorsport-Total.com – e dal punto di vista tecnico anche la migliore. Ma il mio feeling non era così buono. Ero molto sotto pressione, è stato difficile capire bene la moto, era piuttosto complicata e anche lo erano anche le gomme di allora. Avevo semplicemente troppo rispetto per la moto“.

Quando arrivò in Repubblica Ceca per il test, al pilota nord-irlandese venne spiegato che non doveva esagerate e che doveva evitare di danneggiare la moto con delle cadute. Un tipo di pressione che probabilmente non l’ha aiutato a esprimersi al meglio: “Avrei dovuto semplicemente guidare e imparare il limite per non cadere. Mi hanno detto di andarci piano. Era una sorta di ricompensa per quello che avevo fatto nel Mondiale Superbike. Ma mi hanno detto di stare attento a non farmi male e a non danneggiare la moto“.

Guidare la Honda MotoGP è stata un’esperienza interessante, ma non ha dubbi nell’indicare la moto che lo ha fatto sentire più a suo agio: “Il feeling con la Kawasaki ZX-10RR del 2017 era decisamente migliore. È stata la moto con cui mi sono divertito di più, era incredibile. Il bilanciamento era buono ed era veloce, ricordo le sensazioni che avevo. Mi sembrava di poter fare tutto quello che volevo. Ho avuto tale sensazione anche nel 2018“. Adesso la sua speranza per il futuro è avere un buon feeling anche con la Yamaha R1.

Foto: MotoGP

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