12 Agosto 2022

Moto2: Luca Boscoscuro si gode Lopez e Aldeguer, è una Speed Up da sogno

Ex pilota di livello Luca Boscoscuro è l'anima di Speed Up che se la gioca contro l'armata Kalex. Dopo Fabio Quartararo adesso sta lanciando due talenti spagnoli

boscoscuro, moto2

A Silverstone, Alonso Lopez ha calamitato l’attenzione su di sé realizzando una corsa da protagonista. Riaccendo ancora una volta i riflettori sul team Speed Up di Luca Boscoscuro, impegnato nella non semplice impresa di arginare l’armata KALEX in Moto2. La struttura vicentina è protagonista della nuova classe di mezzo fino dalla sua introduzione al posto della storica 250cc, quest’anno con Lopez (arrivato in corsa al posto di Fenati) e Fermín Aldeguer, due giovani talenti spagnoli che stanno impressionando. E alla MotoGP ci ha mai pensato? Questo ed altro nella nostra intervista all’ex pilota e fondatore del marchio.

Siete reduci da un gran fine settimana a Silverstone.

Chiaramente sono molto contento di com’è andata. Abbiamo un pilota rookie che al sesto GP con noi ha dominato la gara fino a due curve dalla fine. Non si può chiedere di più! L’altro pilota che l’ha battuto è nel Mondiale dal 2017.

C’è stato un po’ di rammarico per il finale o non più di tanto?

Un po’ sì, certo è dispiaciuto, ma bisogna guardare in generale. Logico, se avesse vinto sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma in ogni caso ha fatto una gara da campione! Uno che decide di andare in testa, tirare, comandare tutto il gruppo… Bisogna solo fargli i complimenti.

Una gara un po’ a sorpresa?

Già in Olanda era stato in testa alla gara per sette giri. Certamente però non mi aspettavo che crescesse così rapidamente, non è così “normale”. Sta facendo qualcosa di speciale, è molto, molto bravo!

Possiamo considerare Alonso Lopez una “scommessa vincente”?

Certamente a me fa piacere avergli dato la possibilità di potersi esprimere e di poter dimostrare il suo valore reale. Ha corso con noi anche l’anno scorso nel CEV, ha chiuso 2° in campionato dietro ad Aldeguer vincendo le ultime due gare. Diciamo che nell’ultimo anno è cresciuto tantissimo come pilota.

Certo c’è sempre una dose di rischio quando porti un pilota nel Mondiale, in questo caso da metà stagione.

Noi abbiamo sostituito il pilota perché quello che c’era prima non cresceva. La mia squadra vuole sempre trovare talenti per il futuro, è questa la nostra missione. Moto3 e Moto2 sono le categorie propedeutiche per andare in MotoGP. Quando trovo piloti che stanno crescendo sono sempre super felice, o meglio lo è tutto il gruppo. Se vediamo ragazzi che non crescono, a questo punto è meglio cambiare.

Aldeguer poi come sta andando?

È partito molto, molto bene quest’anno. È andato forte nelle gare extraeuropee, quando siamo arrivati in Europa invece ha fatto un po’ più di fatica, ma credo sia solo un problema di adattamento. Stiamo parlando di un ragazzo molto giovane: quando le cose vengono è tutto facile, quando invece ci sono un po’ di problemi bisogna avere l’esperienza per affrontarli e venirne fuori. In generale però sono contento, non dimentichiamoci del 5° posto in Germania, vicinissimo al podio ed a meno di un secondo dal vincitore.

In Olanda non ha fatto una bella gara solo per un Long Lap, a livello di tempi era nei primi cinque. Bisogna mettere assieme tutte le caselle, ma ha 17 anni, arriverà anche lui. Certo comunque un ragazzo che ti fa, come in Argentina, tutti i turni davanti e poi la pole position… Poi le aspettative sono sempre più alte. In gara è caduto non per colpa sua, ma queste sono le gare e non gli puoi dire chissà che, visto che stava lottando per vincere. Sta facendo un’ottima stagione, anche se potrebbe fare molto di più. Ma non dimentichiamo mai l’età che ha.

Quali sono i pregi ed i difetti dei tuoi piloti?

Direi che la loro unica lacuna è l’esperienza, la crescita. Alla fine sono due ragazzi molto intelligenti e con molto talento: se sfruttano queste due caratteristiche, possono arrivare a fare cose importanti in futuro. Quando completeranno la maturazione vedremo i risultati, al momento è troppo presto. Stiamo sempre parlando di due debuttanti nel Campionato del Mondo Moto2, uno di 17 anni ed uno di 20.

La Moto2 è ormai una categoria dominata da KALEX, Speed Up/Boscoscuro è l’unico costruttore che sta cercando di spezzare questo dominio.

Nella “KALEX Cup”. (risata) La realtà è che loro hanno moltissimi piloti. Ma se analizzi i piloti che avevamo prima e quando hanno cambiato le moto, non c’è stato un miglioramento, anzi dal mio punto di vista sono andati peggio anche come risultati. Alla fine per me non è una questione di moto, anche se a livello tecnico noi siamo sempre competitivi. Ma è il pilota che secondo me fa sempre la differenza, bisogna scegliere la persona giusta. Guardando KALEX, certo vince le gare, ma ci sono anche piloti ultimi tutte le domeniche… Quindi che differenza c’è tra chi vince e chi arriva in coda? Il pilota e la squadra per me sono la priorità per fare risultati, se sono forti allora arrivano.

Due Boscoscuro contro tante KALEX, a livello di sviluppo non è forse penalizzante?

Possiamo fare il confronto con Suzuki, che ha vinto il Mondiale due anni fa con due soli piloti. L’anno prossimo Yamaha avrà solo due moto e certamente sarà competitiva. O meglio quest’anno con quattro moto, di cui tre “fermi” rispetto a Quartararo? In questo modo non si portano molte informazioni a Yamaha… Se si vuole portare avanti lo sviluppo bisogna avere un gruppo di piloti come Ducati, che ne ha minimo 4-5 di forti. Altrimenti non si portano informazioni utili perché non riesce a sfruttare il potenziale che ha.

Per voi una situazione ‘stile Suzuki’ se vogliamo.

Oppure come sarà Yamaha l’anno prossimo. Od anche come Aprilia quest’anno, due soli piloti e si stanno giocando il Mondiale. È vero che ci vuole la moto, ma a differenza la fa sempre il pilota: è questo il bello del nostro sport. Se trovi il pilota giusto che ha un buon feeling con il team e che riesce ad esprimere il potenziale, poi sviluppi anche la moto. Certo poi ognuno è diverso, non è che la messa a punto per uno vada bene anche per un altro: c’è chi è più forte in frenata, chi ha bisogno di un miglior feeling all’anteriore… È tutto un insieme di cose. Se ti focalizzi su uno solo perché va, gli altri li perdi per strada. Il nostro lavoro è mettere il pilota in condizione di fare la differenza, sfruttando le sue caratteristiche.

Due giovani in squadra, ma che stanno già facendo faville. Quali sono gli obiettivi?

Certamente vincere! Tutt’e due hanno fame, certo è questo l’unico obiettivo per tutti i piloti che vogliono andare in MotoGP, ma è anche l’obiettivo del nostro team. Poi domenica è vero che vince uno solo e nella categoria siamo in 30, per questo non bisogna mai mollare e continuare a lavorare duramente.

La prossima tappa è in Austria, su un tracciato in parte rivisto.

Sì, hanno messo una variante dopo la prima curva per rallentare il rettilineo. Credo sia solo una questione di sicurezza che spero dia i suoi frutti. Ma solo quando gireremo capiremo se è stato un vero passo avanti oppure no.

Dove possono arrivare i tuoi piloti?

Tutt’e due possono fare molto bene, anche se non hanno mai corso su questo circuito con la Moto2. Poi bisogna considerare ogni piccolo particolare: se sei più lento di un decimo o due sei già al limite della top ten. Mi auguro che vada tutto bene e che entrambi continuino la loro crescita.

Avete mai fatto un pensiero alla MotoGP?

No, la nostra è una realtà realizzabile in Moto2. La MotoGP certamente sarebbe un sogno, chi non ci vorrebbe andare? Ma farlo solo per partecipare o per fare fatica… Non è la mia visione attuale. Ci vogliono competenze di tutt’altro spessore.

A livello di piloti, com’è messa l’Italia attualmente?

Abbiamo dei buoni piloti. Bastianini secondo me ha un grandissimo talento, spero riesca a completare la sua maturazione e ad essere uno dei piloti del futuro. Bagnaia poi è un ragazzo che sta già vincendo gare e lotta per il Campionato del Mondo. Bezzecchi è un buon pilota, non ha fatto la differenza in Moto2 ma spero riesca a farla in MotoGP. Sono dispiaciuto invece per quello che sta succedendo a Morbidelli, è molto strano vedere un pilota che due anni fa si è giocato il Mondiale e che adesso fa fatica. È molto, molto strano.

Cosa ne pensi invece delle altre due categorie?

In Moto2 in questo momento abbiamo Vietti, che comunque sta crescendo. Ci sono sempre ragazzi che crescono in tempi brevi ed altri che ci mettono un po’ di più. Nel suo caso però non è costante, diciamo che deve ancora terminare la sua crescita. In Moto3 poi abbiamo Foggia: pure lui va ad intermittenza, ma il talento lì non manca. L’anno prossimo viene in Moto2, vedremo quanto saprà sfruttarlo.

Riguardo poi le nuove leve, i giovani emergenti?

In questo momento non la vedo così rosea per noi italiani. I piloti che abbiamo in MotoGP sicuramente sono forti, ma nuove leve… Così così. L’unico pilota di talento è Foggia e spero riesca a mostrarlo per il futuro. Per il resto non abbiamo piloti che vincono: quando arrivano in Moto3 li vedi subito quelli che vanno, nel giro di due anni si giocano il Campionato del Mondo o comunque vincono gare. In questo momento non ne abbiamo.

Secondo te come mai?

Difficile da dire. In questo momento stiamo anche seguendo il JuniorGP da vicino, ma è sempre complicato. Di sicuro però per i piloti che abbiamo bisogna ringraziare la VR46 per il lavoro stupendo, i ragazzi che se la stanno giocando in MotoGP sono tutti della Academy di Rossi. Peccato che adesso si stia chiudendo questa opportunità per i giovani, è un dispiacere per me italiano.

Vedi quindi un periodo difficile per il motociclismo italiano nel Mondiale.

Di solito siamo stati fortunati, speriamo di esserlo ancora! È vero però che in tutte le categorie stiamo facendo un po’ fatica, non c’è l’italiano che emerge. In Moto3 spero che Foggia riesca a recuperare su quelli davanti e ad essere più costante. Il talento ce l’ha, non so bene cosa succede quando non riesce ad essere costante. Lo stesso in Moto2 per quanto riguarda Vietti.

Foto: Team Speed Up

Lascia un commento