3 Dicembre 2022

Stefano Nepa recupera dopo la paura “Ho sentito la gamba che si spezza”

Come sta Stefano Nepa dopo l'infortunio in Malesia? Il recupero procede e si guarda al 2023. Ma il nuovo format non convince...

stefano nepa, moto3

Un inizio di stagione difficile, la risalita, fino all’incidente in Malesia. Stefano Nepa sta ora affrontando il periodo di recupero dopo l’importante infortunio, ma le cose stanno andando per il verso giusto e la riabilitazione procede senza intoppi. Il 21enne pilota abruzzese guarda già al 2023, sua quarta stagione completa in Moto3 (dopo le due ‘mezze stagioni’ precedenti) e di nuovo con il team Angeluss MTA Racing. Un biennio nella stessa squadra è una novità per Nepa, ma certo anche un’iniezione di fiducia dopo un’annata non proprio in linea con le aspettative. Ma cosa pensa del nuovo format di gare? Si aspettava i campioni 2022? Questo ed altro nella nostra intervista, ecco cosa ci ha raccontato Nepa.

Prima di tutto come stai fisicamente? Come procede il recupero dall’infortunio?

Sto bene, ho iniziato a lavorare con la mia fisioterapista subito dopo il mio ritorno dall’ospedale Rizzoli. Ogni giorno sento miglioramenti e non posso che essere contento dopo due grandi interventi nel giro di poco tempo. Devo dire che non me l’aspettavo, il recupero per adesso è buono e veloce.

Ti sei reso conto subito del grosso rischio che hai corso, o solo dopo, rivedendo la gara?

Sì, ho capito subito il rischio che mi sono preso ma, rivedendola dalla TV, la cosa che mi ha impressionato di più è la perdita ambigua del posteriore. Posso dire che sentire la gamba che si spezza prima di fare un highside non è il massimo. Sentire poi sfrecciare le moto a pochi centimetri da te, sapendo che non puoi fare nient’altro che rimanere immobile è ancora peggio. Fortunatamente è durato qualche secondo ed è finita nel migliore dei modi… A parte per la gamba!

Quando rivedremo Nepa al 100%? 

Per adesso si va un passo alla volta. Anche se c’è molto tempo prima dell’inizio campionato, i tempi non si calcolano, specialmente con una frattura grossa come la mia. Si cerca di tornare in forma il prima possibile, senza affrettare i tempi ed evitando di creare ulteriori danni. Farò di tutto per arrivare a Portimao come se non avessi avuto un infortunio.

Come valuti la tua stagione fino a quel momento?

Abbastanza sotto le aspettative, ma l’importante è sapere e analizzare nel dettaglio quali sono le cause. Ho avuto sempre le idee chiare su quali erano i problemi, anche se non è facile stare su col morale e rimanere tranquillo. Io ed il mio team abbiamo sempre lavorato a testa bassa anche quando le gare passavano e a volte la situazione peggiorava. Abbiamo visto la luce in fondo al tunnel un po’ tardi ma ce l’abbiamo fatta.

Un inizio 2022 sottotono per motivi tecnici. Qual è stato il GP in cui hai capito di aver risolto il problema e quindi sei riuscito a “cambiare marcia”?

Non c’è stato un GP in cui abbiamo risolto completamente i problemi. Diciamo che da metà stagione siamo riusciti ad assottigliarli, ma sono sempre rimasti. Non ho avuto mai la sensazione di guidare bene o come avrei voluto, di avere un set up che mi facesse esprimere al meglio il mio stile di guida. Anche nelle gare dove ho lottato per il podio non avevo quel feeling, quella consapevolezza che fossi veloce a sufficienza per lottare con i primi, che potessi gestire risparmiando gomme e fisico per preparare gli ultimi giri. È stata dura.

Cosa ti è mancato per raggiungere il podio? In più occasioni ci sei andato molto vicino.

Semplicemente in alcune gare, con la continua lotta nel gruppo, i primi prendevano margine e da lì è finita al 99%. In altre ero veloce come i primi ma sul passo non ero a postissimo e consumavo molto le gomme.

Com’è stata la prima stagione col Team MTA?

Diciamo che con un altro team sarebbe stato molto più difficile affrontare una lunga stagione, specialmente quando le cose non vanno. Ho visto in tutto lo staff tanto impegno, professionalità e vicinanza nei miei confronti e questo gara dopo gara ci ha reso sempre più uniti e determinati nell’inseguire gli obiettivi. Sono fiero di far parte di questo team e non vedo l’ora di gioire insieme a loro.

Quanto aiuta sapere che ripartirai con la stessa squadra nel 2023?

Tantissimo! Continuare per la seconda stagione con lo stesso team è fondamentale per arrivare a vincere. È la prima volta che mi accade.

Qual è stata la gara in cui abbiamo visto il miglior Nepa? Indipendentemente dal risultato finale.

A Misano ero velocissimo! Purtroppo sono rimasto arretrato nei primi giri di gara, ho comandato il secondo gruppo portando un passo praticamente uguale ai primi, con la differenza che io ero senza scia. Lì potevo davvero giocarmi il podio o la vittoria.

Com’è stato rivivere un anno “normale” dopo le restrizioni delle due stagioni precedenti? Tra spostamenti, pubblico e circuiti ritrovati.

La cosa più bella è stata non fare più i fastidiosi tamponi PCR. Poi tornare nei circuiti extra europei anche. Per il resto a me non dispiaceva il paddock durante il covid, si stava molto bene. La mattina si arrivava in pista senza trovare un metro di traffico, nel paddock non si rischiava di investire nessuno, spesso si riusciva ad incontrare e magari scambiare due parole con tutti i piloti MotoGP. In pista però la storia cambia, una gara con le tribune vuote non è una gara. Ricordo ancora quando siamo ripartiti a luglio 2020, sembrava un test. Fare il giro d’onore senza l’affetto del pubblico è stato brutto, lì ho capito l’importanza della loro presenza.

Cosa pensi del nuovo format di gare per la prossima stagione?

Lasciano sempre Moto3 e Moto2 come l’ultima ruota del carro. Già c’era poco tempo durante i weekend di gare, hanno diminuito le giornate di test oltre ad accorciare le sessioni ed eliminare il WUP. Tutto per una garetta di 10 giri che per me è insensata. Negli ultimi anni non sono stati risolti i continui problemi della Moto3, che stanno diventando sempre più ingestibili. Prendiamo troppi rischi inutili già dalle FP1 perché il format che hanno introdotto dal 2019 ti porta solo a entrare e cercare il best lap per rimanere nei 14, compromettendo lo svolgimento di un normale programma di lavoro durante le sessioni. Più volte è stato richiesto di tornare al vecchio format, ma per loro non è la soluzione corretta perché non da “spettacolo”. Poi ti fanno gli esempi di quei pochi che girano forti da soli ma non sanno che magari che tu fai la stessa velocità con 5 moto davanti e invece loro sono senza scia.

Riguardo i campioni 2022, ti aspettavi Guevara, Fernandez e Bagnaia o pensavi a qualcun altro?

Sì, mi aspettavo più o meno loro. Guevara già si vedeva a fine 2021, anche se davo per favorito Foggia. In Moto2 Fernandez è stato perfetto fino all’Australia, sarebbe stato bello vedere il confronto finale senza la scivolata di Ogura. In MotoGP, Pecco e Fabio erano i favoriti e arrivati a metà stagione davo per certa la vittoria di Fabio.

È presto per parlare di 2023, ma indicheresti già qualcuno da osservare in ottica campionato? 

Non serve fare nomi, si sanno già i favoriti in tutte le classi. Io penso che i veri valori in campo si vedano dopo le prime gare più che nei test, specialmente per Moto3 e Moto2. Per il livello che c’è attualmente quasi tutti possono arrivare a vincere quindi non bisogna mai escludere la possibilità di sorprese. Vedremo.

Foto: Facebook-Stefano Nepa

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