4 Ottobre 2020

Superbike, Scott Redding respira “Adesso ho la testa fuori dall’acqua”

Scott Redding ha cancellato la sofferenza delle ultime gare. "Mancano tre gare, può ancora succedere di tutto." Ma la vittoria vale soprattutto come buon segnale per il 2021

Superbike, Scott Redding

Nella Superbike fioriscono belle storie anche quando tutto sembra già scritto. Scott Redding vince sul bagnato, contro le previsioni un pò fosche della vigilia, e costringe Jonathan Rea a portarsi lo scatolone con le magliette celebrative fino in Portogallo. La landa di Magny Cours, in coda ad un fine settimana ingrigito da un tempo da lupi, ci offre due spunti  che terranno desta l’attenzione degli appassionati. Il trionfo Ducati in gara 2 ha dimostrato che il Mondiale non soffre  il dominio del Cannibale che dura ormai da sei lunghe stagioni, ma piuttosto la mancanza di un rivale all’altezza. Il dominio dello scavezzacollo britannico non cambierà il destino del campionato, ma è un segnale intrigante in ottica 2021.

“Può succedere di tutto”

Magari all’Estoril le vinco tutte io e a Jonathan Rea succede qualcosa” sorride Scott Redding, consapevole che alla Kawasaki basteranno tre miseri punticini (un tredicesimo posto…) per chiudere il discorso. “Se non possiamo vincere il titolo, volevamo almeno ritardare il verdetto per quanto possibile, credo che possa diventare una bella base di partenza su cui costruire la nostra prossima avventura. Alla squadra avevo chiesto più accelerazione, quella era la chiave. Ho capito subito che avevano fatto un ottimo lavoro, che avevamo risolto i nostri problemi. Ho visto che Jonathan Rea stavolta non sarebbe scappato via, e sono partito all’attacco. A quel punto, con la pista che andava asciugandosi, non sapevo se fosse meglio gestire la gomma o spingere a tutto gas per l’intera gara.” Redding ha scelto la seconda opzione.

“Ho pensato che anche Rea poteva sbagliare” 

Una volta riassorbito da Loris Baz e Chaz Davies, il Cannibale si è trovato nella scomodissima situazione di scegliere se accettare il rinvio della festa, oppure  osare per recuperare almeno il terzo posto, rischiando una caduta che avrebbe riaperto clamorosamente i giochi. “Infatti ho pensato che là dietro potesse succedere qualcosa, che Rea potesse commettere uno sbaglio. Invece lui è uno che sbaglia molto raramente. Barcellona mi aveva ferito, ero sotto pressione. Volevo disperatamente una vittoria così, poter dimostrare a tutti che quando tutto fila me la posso giocare. Adesso mi sento meglio, è come se avessi di nuovo la testa fuori dall’acqua.”

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