5 Novembre 2023

Superbike: Mondiale ’24 in scala ridotta, il messaggio Dorna è chiaro

Solo un evento extra europeo, dodici in tutto: il promoter monopolista vuole che i grandi sponsor investano nella MotoGP

Superbike, Mondiale '24

Dal punto di vista tecnico e agonistico la Superbike ’24 promette tantissimo, forse più di ogni altra precedente edizione. Due pezzi grossi come Jonathan Rea e Toprak Razgtalioglu cambieranno moto, il dominatore Alvaro Bautista verrà zavorrato di sette chili e l’arrivo di Andrea Iannone, comunque andrà in pista, sarà un enorme catalizzatore di interesse. L’impegno dei Costruttori resta altissimo: BMW sta investendo una fortuna, fra pilota e cambiamenti tecnici, per dare finalmente l’assalto al Mondiale. Yamaha, Kawasaki e Honda sono impegnate con fior di team ufficiali e la Ducati non vuole abdicare dal trono di regina. Sono bastate due mezze giornate di test a Jerez, nei giorni scorsi, per far schizzare in orbita l’interesse. Corsedimoto nei giorni dei test ha fatto il picco annuale di lettori. Tutto bene? No, affatto: il calendario 2024 fa pietà. Con undici round su dodici in Europa, gli orizzonti della Superbike non sono mai stati così ristretti. Ecco perchè.

C’era una volta

L’unico evento fuori dal Vecchio Continente sarà l’apertura a Phillip Island, in Australia, il 24-25 febbraio ’24. Poi, a seguire, solo tappe europee con le novità Cremona, tracciato in rampa di lancio ma che finora non ha mai ospitato neanche il campionato italiano, e l’altra new entry Balaton Park, in Ungheria, tuttora in costruzione (qui le date e i circuiti). Sparite dai radar l’Argentina, per problemi economici, e l’Indonesia che rinuncia alla Superbike nonostante avesse dieci anni di contratto. Qui il motivo è strategico. Mandalika ha come “naming sponsor” Pertamina, azienda statale di lubrificanti, diretta concorrente di Motul che invece è partner principale del Mondiale. Ecco perchè gli indonesiani non vogliono più la Superbike. Ai tempi della gestione Flammini, il Mondiale andava negli Usa, in Giappone, in Sud Africa, Nuova Zelanda, Qatar, Russia, Canada: in alcune stagioni ci sono stati 6-7 round intercontinentali su 13, cioè la metà. L’acquisizione di Dorna, lo stesso promoter MotoGP, ha cambiato radicalmente la situazione.

l messaggio Dorna: investite nella MotoGP

La MotoGP ’24 invece conterà ben 22 GP, di cui 10 extraeuropei: Qatar, Argentina, Stati Uniti, Kazakhstan, India, Indonesia, Giappone, Australia, Thailandia e Malesia. Cioè toccherà tutti i principali mercati del Mondo, con addirittura 5 GP in Asia, l’area economicamente emergente, con i consumatori più giovani e un bacino di potenziali motociclistici in vorticosa ascesa. Dunque l’area che interessa di più ai grandi sponsor globali. Ne abbiamo parlato in più occasioni su Traiettorie, il think tank sul marketing sportivo creato da Corsedimoto e dal Master in Design the Digital Strategy del Politecnico Milano. E’ chiaro che una simile divergenza non sia casuale, ma una precisa strategia. Dorna vuole indirizzare gli investimenti verso la MotoGP, ed è quello che sta succedendo. Motul, lo sponsor che dà il nome al WorldSBK, ridurrà il proprio impegno di questa serie, spostando budget consistenti verso la MotoGP.

Tabella prezzi

Il caso Pirelli è simile. In Superbike la multinazionale con sede a Milano non è soltanto fornitore unico di gomme dal 2004, ma anche un importantissimo partner strategico e commerciale. Con un calendario così ristretto, per Pirelli spostarsi nel Motomondiale è stata un’esigenza vitale. Ecco perchè dal 2024 sarà fornitore unico di Moto2 e Moto3. Dorna procede in base alle esigenze di “tabella prezzi”: farsi conoscere attraverso la Superbike costa meno che compiere le identiche operazioni di marketing in top class. Ecco perchè sta spingendo i pesci grossi a modificare il loro posizionamento. Se il WorldSBK avesse un calendario simile, Dorna si troverebbe a gestire un Mondiale di fatto concorrente con l’asset principale.

Qualcuno si lamenta?

Si, certo, nei piani alti del paddock c’è un certo malumore. Ma gli sponsor stanno prendendo atto che, vigente questa situazione di monopolio, le rimostranze sono una battaglia contro i mulini a vento. Per cui finiranno per adattarsi al contesto, andando ad investire là dove trovano più conveniente farlo. Dorna sta pianificando le strategie in modo che la Superbike resti una piattaforma comunque attrattiva, ma di livello “medio”, destinata quindi ad accogliere sponsor che abbiano esigenze particolari, per le quali anche un calendario quasi esclusivamente europeo faccia gioco. Se questo modello sarà sostenibile, lo verificheremo nei prossimi anni.

Il monopolio Dorna potrebbe cadere?

Non pare così probabile. I diritti di MotoGP e Superbike appartengono alla Federmoto Internazionale, che ha siglato su entrambi i fronti contratti a lunghissima scadenza con Dorna per la gestione dei diritti marketing e televisivi. Nel 2019, appena eletto, il presidente FIM Jorge Viegas dichiarò: “Il monopolio non ci piace, stiamo lavorando per cambiare questa situazione” (leggi qui). Ma a distanza di quattro anni, la FIM è riuscita soltanto a riprendere il controllo della gestione sportiva della Superbike, per modo di dire visto che in ogni caso le norme tecniche vengono fissate in partnership con la MSMA (i Costruttori) e la stessa Dorna. A prima vista, l’impressione è che Carmelo Ezpeleta abbia ceduto qualche posizione sul fronte secondario in modo che la FIM non metta il becco nella gestione tecnica della MotoGP. Ma cosa covi sotto la cenere è difficile da ipotizzare.

L’alternativa

Alla FIM l’ alternativa non mancherebbe, ce l’ha in casa. Il Mondiale Endurance infatti è gestito da Warner Bros, in pratica lo stesso mega gruppo dell’entertainment che ha in mano la F1. Immaginate cosa potrebbe diventare la Superbike di oggi affidata un gestore così potente. Forse è proprio per questo che non succede. Gli attori sulla scena, da fuori, danno l’impressione di non volersi affatto pestare i piedi. Lo status quo sta bene a tanti, se non a tutti quelli che contano.

Lascia un commento