17 Marzo 2023

Superbike, Marco Barnabò “Iannone? Perché no, mai dire mai”

Marco Barnabò ci parla di Danilo Petrucci ma non solo. Intervista tra passato, presente e futuro del suo team in Superbike.

Marco Barnabò con Danilo Petrucci, Superbike

Il Team Barni ha alzato l’asticella ed ora non è facile superarla. Con l’arrivo di Danilo Petrucci in superbike tutti i riflettori sono puntati sulla squadra bergamasca. Petrux è seguitissimo e attesissimo dai tifosi. E’ un grande pilota, vero appassionato, amato dalla gente e lui ai vertici farebbe bene al campionato ed al motociclismo in generale. Come ha detto però il pilota ternano a Corsedimoto “Vincere non è come fare una passeggiata al mare” e pure per il suo team non è facile.

Il Mondiale Superbike è iniziato con alcune difficoltà che abbiamo avuto nei test – racconta il team Principal Marco Barnabò a Corsedimoto – La cosa più importante è che dobbiamo fare trovare a Danilo la fiducia, il feeling sulla moto e con le gomme che non conosce oltre al campionato che per lui è nuovo. Chiaramente le Pirelli sono diverse rispetto a quelle che usa abitualmente tipo Michelin o Dunlop. In più la posizione di guida per lui non è favorevole perché questa moto è stata sviluppata per un pilota piccolo e leggero come Alvaro Bautista. Danilo è alto e con qualche chilo in più quindi stiamo lavorando per trovargli una posizione confortevole. La nostra moto è un’ F23 e quando l’abbiamo in Ducati era uguale a quella di Alvaro ma in questo momento stiamo prendendo la nostra strada per rispondere alle esigenze di Danilo”.

L’anno scorso con Luca Bernardi le cose non sono andate come si sperava.

“Da quando facciamo il Mondiale Superbike, dal 2015, abbiamo sempre lavorato ed investito un sacco di soldi. Abbiamo meccanici, ingegneri elettronici che sono dei veri professionisti. Gli anni addietro non sono venuti dei risultati ma non a causa del lavoro fatto male ma di un campionato di altissimo livello. Da una parte ti chiedono di fare crescere le nuove leve, dargli del tempo per crescere, dall’altra dopo due o tre gare senza risultati vieni messo in discussione sul lavoro che fai. Non si trova mai la strada giusta. Da fuori non si vedono le cose come sono nella realtà. Noi abbiamo sempre lavorato professionalmente. Sia chiaro, la colpa non è del pilota: se un giovane viene e non ha mai fatto questa categoria è in difficoltà ed arrivare decimo o dodicesimo, i primi 10 ufficiali è quasi giusto. Farlo capire all’esterno diventa però impegnativo”.

Con Petrucci è più facile che con un giovane?

“No perché gli ho obbiettivi sono più alti. E’ sempre difficile. Se prima ti accontentavi di fare decimo ora devi fare il podio. Se adesso con Danilo in tre o quattro gare non arriamo tra i primi quattro o cinque dicono ancora che non lavoriamo bene. E’ impegnativo. Con Danilo l’obbiettivo chiaramente è il podio: sarà difficile ma lavoriamo per questo”.

Ci saranno tante sfide Bassani – Petrucci anche per il titolo Indipedent?

“Axel è da tre anni che guida quella moto e con lo stesso team. Poi è giovane, con qualità importanti e ne sono convinto: non a caso lo avrei voluto prendere. Se ci giocheremo il campionato Indipendent con lui fino all’ultima gara significherà che abbiamo raggiunto un buon livello”.

I tifosi sognano di vedere Andrea Iannone nel Mondiale Superbike su Ducati. Nel caso Petrucci andasse nel team ufficiale ci potrebbe essere posto per Andrea nel tuo team?

“Non ho ancora pensato ad un dopo Petrucci, non ci voglio pensare. Iannone? Perché no. Sicuramente è un ottimo pilota poi è chiaro, è rimasto fermo tanto tempo. Bisognerebbe vederlo in pista poi in gara con gli altri piloti della Superbike. Negli ultimi anni il livello si è alzato e su alcune piste su gira su tempi vicini a quelli della MotoGP. Però, mai dire mai”.

Foto Marzio Bondi

Lascia un commento