6 Maggio 2023

Superbike Catalunya: Lo avete sfidato? Bautista domina gara 1

Con la Ducati "depotenziata" non è cambiato niente: Alvaro Bautista è sempre un pilota solo al comando.

Alvaro Bautista, Superbike

Chi capisce di Superbike sospettava che abbassare di 250 giri/minuto il limitatore delle Ducati non avrebbe impedito ad Alvaro Bautista di dominare la scena come succede da un anno a questa parte. Gara 1 ha confermato le previsioni, anzi la supremazia del piccolo spagnolo è stata ancora più schiacciante di quanto ci si poteva attendere. Bautista è un uomo solo al comando: la Panigale V4 R è una signora moto, ma provate a togliere il numero 1 dalla classifica e osservate come sarebbe la situazione. Semplicemente, la Ducati non vincerebbe, perlomeno non così tanto. Yamaha e Kawasaki se la giocherebbero alla grandissima coi soliti Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea saliti sul podio del Montmelò accanto allo schiacciasassi madrileno. I due ex iridati hanno beccato fior di secondi. Visto che Alvaro ha appena rinnovato con la Rossa, ai giapponesi non resta che rimboccarsi le maniche, altro che algoritmo regolamentare…

Alvarito, numeri da grandissimo

Per Alvaro Bautista è il quarto successo di fila su questo tracciato. L’anno scorso aveva dominato gara 1 e la Sprint scattando dalla quinta posizione in griglia, stavolta è stato tutto in discesa. Adesso sono 41 i trionfi in 143 corse disputate, già nove in questa stagione. Di questo passo il ducatista batterà agevolmente il suo “personale” di sedici successi in un anno, messo a segno nel 2019 e 2022, sempre con la Panigale V4 R. Curiosità: al Montmelò Bautista ha firmato il miglior piazzamento della sua carriera MotoGP, quinto posto nel 2010 con la Suzuki. In quella occasione salirono sul podio Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa e Casey Stoner: in Superbike, oggi, non ci sono simili mostri sacri capaci di mettergli il sale sulla coda.

Brividi e braccia alzate

L’unica bega di giornata per Alvaro Bautista è stata sobbarcarsi una doppia partenza. Al quarto dei venti giri, quando aveva già guadagnato un secondo su tutti, Eric Granado è volato via alla curva undici, restando immobile a terra. Poi ha ripreso conoscenza ma per trauma cranico è stato ricoverato a Barcellona per controlli. Dopo lo stop la corsa è ripartita sui 17 giri che mancavano, ma non è cambiato niente. Anzi il delta fra Bautista e gli umani è cresciuto ancora di più: dopo quattro giri aveva oltre due secondi, saranno nove alla fine ma perchè Alvarito ha fatto gli ultimi 2-300 metri a passo d’uomo, tagliando il traguardo a braccia alzate.

Guerra in famiglia Ducati

Dietro di lui all’inizio si è accesa la battaglia fra Michael Rinaldi, ducatista ufficiale, e Axel Bassani, che da brava formichina da corsa ha sfruttato la situazione per risalire dalla pancia dello schieramento. Il primo ad accendere la miccia è stato Rinaldi, ma il duro contatto non ha fatto danni. La replica di Bassani invece si: Michael, sfiorato, è finito lungo disteso. Axel si è beccato un long lap penalty, tornando in pista fra Locatelli e Aegerter. Il crollo di gomme nel finale però lo ha retrocesso al settimo posto. Incolore la prestazione di Danilo Petrucci, decimo a oltre venti secondi da Bautista. L’impressione è che il pilota umbro abbia già la testa alla wild card con la Ducati ufficiale in MotoGP a Le Mans.

“58” il racconto illustrato ispirato allo straordinario Marco Simoncelli, su Amazon

Lascia un commento