7 Aprile 2021

Superbike retrospective: BMW S1000RR, la storia [prima parte]

BMW S1000RR ha rappresentato una pietra miliare nella storia delle supersportive. Pur senza aver mai vinto il titolo mondiale, la superbike tedesca ha contribuito all'evoluzione del suo segmento. Che futuro la attende? Ripercorriamo le tappe di questo straordinario progetto BMW.

BMW S1000rr

Il campionato Superbike 2021 vedrà una nuova BMW ai nastri di partenza. M1000RR, questo è il nome dello sportivissimo modello della Casa tedesca, raccoglierà l’eredità della S1000RR rappresentandone il perfezionamento più radicale in termini di prestazioni. Oggi la dimensione a quattro cilindri in linea appare naturale per le maxi-sportive nate a Monaco di Baviera, che sono state in grado di capitalizzare una nutrita schiera di appassionati nel corso di una presenza ultradecennale nei listini di tutto il mondo. Gli ingredienti della sua formula sono ormai noti: potenza da riferimento, ciclistica equilibrata ed un’elettronica all’avanguardia. Tuttavia la S1000RR è di rottura rispetto all’immagine di BMW quando, nel 2008, appare agli occhi della stampa.

BMW S1000RR

Il primo prototipo di BMW S1000RR per le competizioni classe Superbike, presentato nel 2008.

BMW S1000RR, la genesi

Più celebre per le raffinate turistiche e maxi-enduro, BMW non possedeva un heritage nel segmento delle moto sportive fino al suo debutto nel mondiale Superbike con il rivoluzionario progetto S1000RR. Totalmente in controtendenza con gli schemi tecnici cari al suo produttore, questa moto dispone fin dal principio di un motore a quattro cilindri lontano anni luce dall’apprezzato boxer bicilindrico e, si dice, messo a punto con il riferimento del vittorioso motore Suzuki GSX-R K5. Prima ancora di arrivare nelle mani dei fortunati clienti, S1000RR viene portata in gara nella Superbike 2009 dal team BMW Motorrad Alpha Racing, senza raccogliere soddisfazioni ma ponendo le basi per il grande sviluppo degli anni successivi. La versione stradale giunge sul mercato appena in tempo per salutare la fine della prima decade del ventunesimo secolo.

Bmw S1000RR

Schizzi di progetto della S1000RR con studio formale.

Il design provoca da subito reazioni contrastanti per la sua asimmetria, un tema esplicitamente ricercato dal centro stile BMW. Caratterizzata da profili taglienti e affini alla coeva produzione giapponese, la carenatura mette in mostra feritoie che rimandano alle branchie di uno squalo. La fanaleria, dallo sguardo “arrabbiato” è coraggiosamente differenziata tra lato destro e sinistro. Complessivamente, pur fuori dall’ordinario per il listino BMW ed esasperata da colorazioni eccentriche, l’estetica della S1000RR ben si inserisce nel panorama delle supersportive del periodo.

BMW S1000rr

BMW S1000RR 2009 nella distintiva colorazione verde acido.

Uno schema tecnico semplice ed una progettazione perfetta

Il telaio è un doppio trave in alluminio allo stato dell’arte di appena 12 kg di peso. Il disegno dei cerchi, che fungono anche da supporto per i dischi freno anteriori da 320 mm, è a dieci razze, leggero alla vista e nella sostanza. L’impianto frenante è firmato Brembo. Il comparto sospensioni a marchio Sachs è convenzionale, ma di alta qualità e dotato di tutte le regolazioni possibili -quello che serve in una supersportiva. Il cavallo di battaglia della S1000RR è rappresentato dal motore, un’unità di appena 60kg contraddistinta da autentiche squisitezze tecniche, come i cornetti di aspirazione a lunghezza variabile, il ride by wire ed il cambio ad azione servoassistita. Grazie ad una progettazione attenta al minimo dettaglio, oltre che ai pistoni con alesaggio 80 mm, i “numeri” messi sul piatto dal propulsore tedesco fanno paura: 193 CV a 13000 giri, 112 Nm di coppia a 9750 giri.

BMW S1000rr

Spaccato del motore quattro cilindri S1000RR.

La rivoluzione dell’elettronica

A tenere a bada la cavalleria, per la prima volta in una supersportiva di serie, arriva in aiuto un pacchetto di controlli elettronici. Questi comprendono quattro mappature motore, ABS e controllo di trazione DTC. Alla guida S1000RR convince per la posizione del pilota non eccessivamente caricata in avanti ed un ottimo bilanciamento tra agilità e stabilità, reso possibile anche dal peso contenuto in 184 kg a secco. L’aspetto rivoluzionario è la possibilità, offerta proprio dall’elettronica integrata, di sfruttare più agevolmente la grandiosa cavalleria a disposizione.

Badovini BMW S1000rr

Ayrton Badovini, classe Stock 1000. Portimao, 2010.

BMW S1000RR ed i primi successi nelle gare

In ambito competitivo i risultati di prestigio non si fanno attendere: nel 2010 il dominio è totale in Stock 1000, insieme al veloce Ayrton Badovini; in Superbike Troy Corser mette a segno il primo podio a Misano. Il 2011 riserva ulteriori soddisfazioni nella massima categoria, grazie ai tre podi conquistati da Leon Haslam, quinto in classifica finale. La casa madre offre diversi kit di preparazione per i team privati: si va da un livello stock, che guadagna circa 15 cv tramite l’equilibratura perfetta dei componenti del motore ed ottimizza la curva di coppia, alle elaborazioni più spinte che prevedono la sostituzione di bielle, pistoni, elettronica e molto altro per avvicinarsi alla Superbike ufficiale. Messa a disposizione della stampa in versione Stock, la S1000RR stupisce per la perentoria spinta del motore, per l’agilità nei cambi di direzione e per la frenata poderosa.

BMW S1000rr HP4

Il primo step evolutivo nel progetto BMW S1000RR

Nel 2012 BMW immette nel mercato un aggiornamento della S1000RR. La carenatura viene coinvolta in un mirato restyling, che si concentra nella forma delle feritoie laterali, del codone e dei deflettori sotto al cupolino. La strumentazione è oggetto di una lieve riprogettazione, così come il condotto di aspirazione del motore (che mantiene gli stessi valori di potenza e coppia). I maggiori interventi riguardano la ciclistica: la posizione di guida diventa più sportiva, le quote del telaio e del forcellone si fanno più agili. Nel 2013 la più ricca versione HP4 perfeziona ulteriormente il prodotto con interventi volti a ridurne il peso, come i cerchi fucinati più leggeri di 2,4 kg e lo scarico in titanio. La ciliegina sulla torta è un pacchetto elettronico sempre più orientato alla pista.

Melandri BMW S1000rr

Marco Melandri, 2012.

Il ritiro del team ufficiale BMW

Tra 2012 e 2013 il team ufficiale BMW Superbike raccoglie numerose vittorie in gara, arrivando anche a giocarsi il mondiale con Marco Melandri. Nel frattempo, Sylvain Barrier centra due titoli consecutivi in Stock 1000, confermando la supremazia della sportiva di Monaco laddove sono permesse meno modifiche rispetto al prodotto di serie. Il parziale disimpegno di BMW dalla Superbike nel 2014, con l’assenza del team ufficiale in griglia, è transitorio: l’anno seguente è in dirittura d’arrivo la seconda generazione della S1000RR.

Rimani sintonizzato! Continua nella [seconda parte]

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Foto: PressClub BMW Italia, Getty

 

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1 commento

  1. Originals ha detto:

    La prima in superbike verra ricordata per il buget record, la continua ricerca dell elettronica giusta, la gestione tecnica non proprio brillante di Gobmeier (poi passato con idee poco chiare nella motogp con Ducati) e il tradimento (per un po) di Tardozzi.