19 Novembre 2022

Superbike Australia: Scott Redding e BMW un pasticcio dietro l’altro

Scott Redding resta in pista quattro giri di troppo disubbidendo al box BMW. Michael van der Mark cade due volte

Scott Redding, Superbike

Nel 2020 Scott Redding a Phillip Island aveva arpionato il primo podio Superbike al debutto con la Ducati. Reduce dal trionfo nel BSB era arrivato a pochi millesimi dal successo, beffato in volata dalle Kawasaki di Alex Lowes e Jonathan Rea. Due anni dopo il britannico è in piena crisi: ha lasciato la Rossa per risollevare le sorti di BMW e invece i problemi cronici della corazzata tedesca stanno affossando lui. Licenziare Tom Sykes e puntare su ReddingPower con la nuova versione M 1000 RR era stata dipinta come la svolta dai vertici aziendali, invece è anche peggio. E’ chiaro: il problema non sono i piloti, ma tutto il resto. La prima gara australiana è stata un corollario di errori e orrori. Redding non è stato veloce sul bagnato, che era specialità della casa, tantomeno nella seconda parte di gara sull’asciutto. E vogliamo parlare della strategia? Un disastro…

Il box chiama, Redding non risponde

Con le gomme ormai da pioggia ormai andate, Scott è rimasto in pista quattro giri in più di Jonathan Rea e Toprak Razgtalioglu, che fra i big hanno azzeccato la mossa migliore (qui cronaca e classifica). Con gran parte del plotone nel box, Redding è stato due giri al comando della corsa, ignorando il cartello “IN” sventolato dal box BMW. Quando ha capito che con le slick gli altri stavano girando 9-10 secondi più forte di lui, era troppo tardi. Dopo la sosta è sprofondato fuori dalla zona punti, a 72 secondi da Rea vincitore della corsa. “Durante la corsa, mentre gli altri entravano nei box, ho calcolato che se anche avessero girato molto più forte di me avrei conservato un buon vantaggio” ha commentato Scott Redding. “Sono transitato due volte davanti al cartello del mio box ma ero convinto che stare dentro pagasse. Invece quando negli schermi lungo il circuito ho visto Jonathan Rea molto vicino, ho capito che non avrebbe funzionato…” Si è fermato anche lui, ma ormai era tardi.

Un finale disastroso

Nella parte centrale del campionato la BMW aveva dato segni di risveglio, ma questo finale ha fatto ripiombare tutta l’operazione nella crisi più nera. Redding è ottavo in classifica, dietro al privato Axel Bassani, con appena 190 punti conquistati contro 564 di Alvaro Bautista che ha ereditato il posto in Ducati. L’ex MotoGP è andato in BMW per soldi, oltre un milione € contro un quarto che offriva la marca italiana per il rinnovo. Chissà se lo rifarebbe. La grande spada di Damocle è che mezzo paddock si è fatto l’idea che il potenziale della M1000RR sia notevole, e che il bubbone sia nella gestione tecnica. Le responsabilità della crisi sono da dividere fra il reparto corse interno, in mano all’olandese Marc Bongers, e la gestione in pista affidata alla britannica Shaun Muir Racing.

Michael van der Mark a picco

A fine 2021, a Portimao, l’olandese sul bagnato aveva conquistato l’unica vittoria dal rientro ufficiale, nel 2019. Nella gara 1 australiana però Michael van der Mark è caduto due volte: in apertura alla curva 10 e nel finale alla 4, i due tornantini. L’olandese ha perso gran parte del campionato per l’infortunio in precampionato allenandosi con la bici. Recuperata la condizione, anche lui è sparito dai radar. BMW già gode delle concessioni motore e l’anno prossimo avrà anche delle “superconcessioni”, cioè la possibilità di modificare diverse parti della ciclistica, quelle che a detta del Costruttore serviranno. E’ un aiuto gigante, chissà se risolverà la situazione. Il dubbio è grande.

Foto: Instagram

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