Superbike Argentina: Jonathan Rea non molla, altra doppietta!
Che importa il quinto Mondiale già in tasca? Il Cannibale continua a mordere, adesso sono 85 trionfi. Domata la Ducati di un ottimo Chaz Davies
Ha già messo in bacheca il quinto Mondiale di fila ma Jonathan Rea continua a spingere e vincere a mani basse. In Argentina, nel penultimo atto, il 32enne nordirlandese ha raggiunto quota 85 trionfi iridati, dominando sia la corsa sprint che gara 2. Una superiorità impressionante che lancia la Kawasaki ad un passo dal titolo Costruttori: +37 punti, su 62 in palio nel gran finale in notturna il 25-26 ottobre a Losail, in Qatar. Jonathan Rea ha tenuto a bada le Ducati. Prima quella di Alvaro Bautista, andato in crisi per vibrazioni al posteriore e finito quinto. Quindi Chaz Davies, domato a suon di giri veloci. Per Toprak Razgatlioglu, terzo, è il tredicesimo podio in stagione, suggello del titolo di miglior privato battezzato sabato.
VITTORIE IN SERIE
Per Jonathan Rea si tratta del 14° centro in stagione, contro 16 di Alvaro Bautista che in Argentina aveva debuttato sabato, vincendo. In Qatar il Cannibale, puntando al tris, potrebbe strappare allo spagnolo anche la platonica soddisfazione di pilota più vincente del 2019. Per un tipo insaziabile come JR1 anche questi piccoli stimoli sono benzina. Con la pista tornata in condizioni d’aderenza normali, Jonathan Rea non ha dato scampo. La superiorità è stata tale che neanche una sbavatura al quinto giro, costata due secondi, ha complicato i piani. Il nordirlandese ha superato di nuovo Alvaro Bautista ed è arrivato al traguardo con cinque secondi di margine su un determinatissimo Chaz Davies. Il gallese doveva farsi perdonare dalla Ducati lo “sciopero” del giorno prima: il podio smorzerà le tensioni.
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LAVERTY SI SVEGLIA
Anche Eugene doveva ricucire con Go Eleven, formazione piemontese che non ha accettato la defezione del sabato. La furiosa rimonta verso la settima posizione anche qui è stato un contentino. Ancora un calo nel finale per Michael Rinaldi, scivolato dal settimo all’undicesimo posto finale. A picco Marco Melandri, sconsolatamente quattordicesimo.
Foto: Diego De Col
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