12 Marzo 2022

La sfida di Laia Sanz a se stessa

Laia Sanz è una pilota che non ha bisogno di presentazioni. Pluricampionessa mondiale di trial e di enduro non ha mai smesso di stupire i suoi fan, il grande pubblico e se stessa.

Laia Sainz

Dal dizionario: sfidare
1. Provocare un avversario a battersi in duello
2. Invitare un avversario a misurarsi in una competizione sportiva
3. Invitare qualcuno provocatoriamente a compiere un’azione che si ritiene molto difficile o impossibile
4. Affrontare con coraggio e temerarietà una forza avversa, un pericolo
5. Attraversare certe traversie resistendo all’usura, alla rovina, ecc.

Laia Sanz è una donna che non finisce mai di stupire, forse anche se stessa.
Abituata da sempre a sentirsi chiamare “campionessa” non si è mai adagiata sugli allori ma ha alzato l’asticella di continuo.

A vederla pare che tutto sia possibile. A sentirla sembra che non ci sia il confine tra ciò che si sogna e ciò che si può ottenere.

“Ho lavorato tanto per essere dove sono” afferma. Il talento è importante ma è il “trabajo” (lavoro) che ti fa raggiungere i risultati e che fa la differenza tra un fallito e un vincente.

I suoi 178 centimetri e il suo fisico sono complici del successo ma nulla è scontato.

“Sono un po’ masochista, mi piace complicarmi l’esistenza”

Dopo esser stata per anni ai vertici del trial e dell’enduro mondiale ha deciso di gareggiare nella competizione più famosa e dura del mondo: la Dakar.

Me la immagino come una guerriera che lancia un guanto di sfida…solo che lo fa contro se stessa.

Come un’amazzone non ha paura di nulla.
11 Dakar in moto. Tutte diverse. Tutte durissime. Tutte portate a termine. E un ottimo nono posto nella classifica generale finale. Nessuno lì regala nulla, anzi, vedere una donna in una miglior posizione in classifica ad alcuni non va affatto bene.

Preparazione. Coraggio. Fatica. Conquiste.

“Il 2020 è stato l’anno peggiore della mia vita”

Nel 2020 succede qualcosa all’apparenza inspiegabile. Laia si sente sempre più stanca. Mille pensieri le affollano la mente mentre attende le analisi fino al responso: malattia di Lyme.

Per chi non lo sapesse è un’infezione causata da una zecca e causa problemi come dolori muscolari, articolari, spossatezza e febbre.

E’ incredibile come qualcosa di così piccolo riesca ad abbattere moralmente e fisicamente una donna atletica come Laia Sanz.

Mi viene in mente il mito di Davide contro Golia.

Ed eccola l’ennesima sfida che stavolta le ha lanciato il fato: non deve farsi sconfiggere.

L’anno successivo Laia affronta lo stesso la gara, in Arabia Saudita, in una Dakar tosta, rovente, polverosa, imprevedibile.

Arrivi al bivacco conditi di una stanchezza difficile da raccontare. Una voce sottile all’orecchio che le diceva di mollare.

Ma mollare non è da Laia.
Ogni giorno un tassello. Ogni tappa una ics sul calendario: “Sì, anche oggi ce l’ho fatta e manca sempre meno”.

Chiuderà la competizione in 17a posizione scoppiando in un pianto liberatorio al traguardo per la sfida vinta.

Dopo 11 anni di Dakar in moto avevo bisogno di novità, di nuove motivazioni”

Nel 2021 si vocifera che Laia non parteciperà alla Dakar in moto. Strano penso. Qualcosa bolle in pentola.

Si è appena portata a casa il mondiale di trial, quello di enduro e il trial of nations.
La comunicazione arriva nella seconda metà dell’anno: la spagnola passa alle quattro ruote.

Altra sfida. Altri stimoli. Tante cose da imparare e tante da dimenticare.

Non è ancora al 100% ma vuole ritornare a stupirsi. Vuole provocarsi, affrontare con coraggio l’ignoto.
A gennaio 2022 è a bordo della sua Mini All4 guidando con maestria tra dune, ostacoli e rocce.
Ancora stupore negli occhi di chi la guarda.

Ancora una vittoria contro se stessa.

So che lo pensa quando taglia il traguardo al 26° posto della classifica generale.

E sorride.

Lisa Cavalli
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Foto: Instagram

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