2 Maggio 2019

Andrea Dosoli: “Yamaha ha tutto per battere Alvaro Bautista”

Il responsabile delle attività racing Superbike parla chiaro: "Non faremo una moto da 40 mila €, il prezzo deve diventare un parametro per bilanciare le prestazioni"

Yamaha, Andrea Dosoli

Yamaha nel 2018 schierando due piloti nel Mondiale Superbike ha vinto tre gare. Adesso che sono arrivati Alvaro Bautista e la Ducati V4R rischia di restare a digiuno, per avendone in pista quattro: gli ufficiali Michael van der Mark e aAlex Lowes oltre ai “supported” Marco Melandri e Sandro Cortese. Diventeranno cinque dal round Jerez (8-9 giugno) con l’arrivo di Loriz Baz con Ten Kate. La formazione olandese sarà la terza struttura appoggiata costruttore giapponese. Andrea Dosoli, resposabile delle attività racing nel settore derivate dalla serie, è ottimista.

“Bautista sta disputando una stagione fantastica, solo pochi top rider sono in grado di passare al WorldSBK ed essere vincenti fin dall’inizio” riconosce Andrea Dosoli.  “Quindi congratulazioni a lui e alla sua squadra. Non sarà facile batterlo, ma ci proveremo fino all’ultima gara della stagione perché crediamo fortemente che i nostri piloti e le nostre squadre abbiano il potenziale per vincere.”  

Yamaha sta pensando ad una stradale da 40 mila € come la Ducati?

“Non partecipiamo al WorldSBK per sviluppare moto da corsa, questo e’ quanto i costruttori fanno in MotoGP. Yamaha partecipa al WorldSBK per promuovere moto progettate e sviluppate secondo le esigenze del mercato e dei nostri clienti. Questo e’ quanto WorldSBK e’ sempre stato nel passato. Almeno nel breve termine, non proporremo una stradale da 40 mila €. Forse insieme a Dorna e FIM dovremmo considerare la differenza dei  prezzi di omologazione come ulteriore parametro per bilanciare le prestazioni.” 

Nota dolente: perchè Marco Melandri si è spento dopo il podio in Australia?

“Quello che Marco e il team GRT Yamaha  hanno realizzato a Phillip Island è stato qualcosa di speciale. Marco ha molta esperienza, ma finire sul podio nel round di apertura della stagione, correndo con una moto nuova e per un team che era al debutto in WorldSBK è stato un traguardo del quale essere orgogliosi e per cui meritano le nostre congratulazioni.  Marco è stato molto veloce anche in Thailandia, ma la sua gara è stata compromessa dai problemi di instabilità sul rettilineo, specialmente durante la seconda parte della gara”. 

Perchè è successo?

“La soluzione di questo problema è stata al centro delle attenzioni sia di  Marco che del team, ma si è rivelata difficile, anche perche è l’unico dei quattro piloti Yamaha a soffrire questo particolare fenomeno.  Mentre si sono concentrati su questa problematica, hanno incontrato altri difficolta’ che hanno impedito a Marco di ripetere le prestazioni di Phillip Island. Siamo fiduciosi che il team, con il nostro supporto, sarà in grado di fornire a breve a Marco ciò di cui ha bisogno per tornare nel gruppo di testa”.

Marco sostiene che c’è bisogno che Yamaha intervenga. Subito. 
 
“Oltre al problema di instabilità, Marco è alla ricerca di un miglioramento in ingresso curva, dove ha bisogno di un feeling migliore sull’anteriore. Una volta trovata questa fiducia, allora, ancora una volta, sarà in grado di lottare per il podio”. 

Dei quattro piloti, chi indica la strada di sviluppo da seguire?

Avere quattro piloti veloci è una grande opportunità per Yamaha. Ognuno ha il suo particolare stile di guida e le sue esigenze in termini di set-up. Due di questi provengono da un background  di  moto prototipi (Melandri e Cortese, ndr)  il che significa che sono un po’ più sensibili ai cambiamenti di set-up, mentre gli altri due (van der Mark e Lowes, ndr)  sono più abituati ad adattarsi ai limiti imposti dalle moto di produzione. È un buon bilanciamento, in quanto ci consente di incorporare il feedback, a volte diverso, di tutti e quattro i piloti nel nostro programma di sviluppo, che migliorerà le prestazioni complessive della moto, per tutti, inclusi i nuovi piloti come Loris Baz, che utilizzera’ una Yamaha R1 per Ten Kate Racing da Jerez in poi”. 

E’ vero che per introdurre evoluzioni devono averle tutti insieme?

“In termini di aggiornamenti durante la stagione, quando la capacità produttiva lo consenta, preferiamo offrirli a tutti i piloti allo stesso tempo, quando questo non fosse possible daremo al team di riferimento la priorita’ (cioè van der Mark e Lowes, ndr)”.

Siete soddisfatti dei risultati nei primo quarto di Mondiale?
 
“Decisamente. Siamo attualmente terzi e quarti in campionato e tutti e quattro i piloti sono tra i primi otto. Abbiamo visto un miglioramento significativo dei nostri tempi  gara, da sei a dodici secondi e siamo saliti sul podio con tre piloti diversi. Ciò dimostra che la Yamaha R1 è un pacchetto competitivo, per i piloti con diversi livelli di esperienza e diversi stili di guida. Questo è importante perché il WorldSBK è all’apice del nostro programma di crescita dei piloti, che inizia con il progetto bLU cRU in WorldSSP300 ed offre ai giovani talenti un percorso chiaro all’interno della struttura Yamaha Racing che li potra’ portare fino al WorldSBK.”

I team supported hanno lo stesso trattamento tecnico degli ufficiali?

“Ciò che è emerso chiaramente in questa stagione è che la Yamaha R1 è sicuramente un pacchetto competitivo per i team supportati. Il GRT Yamaha Supported Team ha ottenuto fino ad ora alcuni ottimi risultati, con l’highlight del podio di Melandri in Australia. A conferma di cio’ il fatto che da Jerez in poi avremo una quinta R1 in griglia.”

Il team ufficiale, gestito dalla britannica Crescent, è in scadenza…

“Tutti noi crediamo che la continuita’  sia una fattore chiave nel motorsport, siamo quindi fiduciosi che Crescent sara’ nostro partner anche nel 2020”.

Nel 2020 quindi avrete due o tre squadre in pista?

“Come costruttori abbiamo una responsabilità ed un impegno verso il campionato in cui gareggiamo. Per questo motivo speriamo di poter supportare qualsiasi squadra professionista che voglia entrare nel campionato con la Yamaha R1. Ciò migliorerebbe il campionato, con vantaggi per tutti, avendo  moto più competitive in griglia ed offrendo l’opportunità ai nuovi team di rafforzare l’attuale rider line up con piloti esperti provenienti da altri campionati o con giovani piloti che si siano messi in luce nella classe intermedia.”

Come sono divisi i compiti fra Yamaha e i team?

“La nostra filosofia prevede che il team si concentri sulle racing operation, mentre il costruttore ha la responsabilità di sviluppare la moto. Con questo modello, penso che sia possibile supportare più teams, con una adeguata pianificazione e sostenibili tempi di consegna”.

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1 commento

  1. fabu ha detto:

    “Yamaha partecipa al WorldSBK per promuovere moto progettate e sviluppate secondo le esigenze del mercato e dei nostri clienti. Questo e’ quanto WorldSBK e’ sempre stato nel passato”..perchè la OW01 agli albori del mondiale era una moto per le tasche di tutti? o la Honda con la RC30? poi il caro Dosoli si dimenticato di una cosa che Yamaha deve avere per battere Alvaro Bautista, ed è Alvaro Bautista!