17 Novembre 2014

All Japan J-GP2: Chojun Kameya annuncia il ritiro dalle corse

A 37 anni appende il casco al chiodo

Con un quarto posto in gara a Suzuka nell’ultima prova dell’All Japan J-GP2, a 37 anni compiuti, 20 dei quali trascorsi nel motociclismo giapponese, Chojun Kameya ha concluso la sua lunga carriera agonistica. Come già annunciato lo scorso mese di settembre, l’originario di Saitama al termine di un 2014 che lo ha visto concluder ottavo nella J-GP2 in sella ad una HP6 del team HARC-PRO Honda ha deciso di appendere il casco al chiodo dedicandosi al 100 % all’attività di ‘coach’ della Asia Dream Cup. Cugino del compianto Daijiro Kato, Kameya pur senza conquistare un titolo All Japan si è tolto delle grandi soddisfazioni. Dagli esordi con una Suzuki privata nell’All Japan GP250, con il 2° posto nel 1998 si era guadagnato la promozione alla Superbike ben figurando al debutto tanto da chiuder 10° in campionato. Nonostante questo promettente anno da rookie nell’attuale JSB1000, Kameya decise di tornare tra le 250cc 2 tempi nel 2000 con il team HITMAN RC Koshien Yamaha, per poi passare al team Burning Blood Honda con qualche sporadica apparizione nel Mondiale di categoria. Con Honda dal 2002, nella GP250 concluse 3° tanto nel 2003 quanto nel 2004 per poi fare il suo ritorno nella JSB1000 nel 2005 con Sakurai Honda. Diventato nel frattempo collaudatore Honda per i programmi MotoGP, con la Fireblade di Sakurai ha ottenuto risultati importanti nell’All Japan Superbike: 9° nel 2005, 10° nel 2006, nel 2007 5° in campionato conquistando la prima vittoria della carriera. Il 2009 sembrava l’anno giusto per puntare al titolo tanto la stagione con una splendida affermazione a Tsukuba, salvo poi chiuder 6° in campionato e sul podio alla 8 ore di Suzuka. Nel 2011, complice il disimpegno di Sakurai Honda, la scelta di passare all’All Japan ST600 e, quest’anno, nell’All Japan J-GP2 con HARC-PRO Honda sviluppando la sperimentale HP6. “Dopo 20 anni di gare sentivo era il momento di lasciare“, ha commentato Chojun Kameya. “In quest’ultimo periodo sono impegnato attivamente nell’aiutare i giovani talenti a crescere: questo è il mio futuro, preferisco ora svolgere un ruolo dietro le quinte. Le corse mi mancheranno anche se resterò legato a questo ambiente. Credo sia il momento giusto di ripagare quanto ricevuto in questi anni, cercando di offrire il mio contributo ai giovani talenti per emergere ed affermarsi nel motociclismo“.

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