14 Luglio 2022

Il ritiro (non ritiro) di Suzuki dal Mondiale Endurance

Suzuki chiuderà tutti i programmi Factory nel Motorsport, ma nel FIM EWC con le realtà Yoshimura e SERT la situazione è diversa e più fluida per il futuro.

Il ritiro (non ritiro) di Suzuki dal Mondiale Endurance

A fine 2022, Suzuki chiuderà il progetto MotoGP. E si sapeva. Sempre al termine di questa stagione, la casa di Hamamatsu lascerà il Mondiale Endurance. Un annuncio che ha lasciato molti di sorpresa, ma non rappresenta una novità per i nostri lettori. In data 4 maggio, con un’anteprima esclusiva, avevamo preannunciato una notizia che, di fatto, notizia non è. Rispetto al programma MotoGP, la presenza della casa della grande S nel FIM EWC si pone su fondamenta differenti. Lo testimonia il fatto che, in ottica 2023, la situazione è fluida, aperta a svariati scenari.

IL COMUNICATO SUZUKI

Prima di entrare nel dettaglio della questione, partiamo dalla più stretta attualità. Il comunicato stampa di Suzuki Motor Corporation parla di “termine della partecipazione Factory alla MotoGP ed EWC“. Tradotto: a fine anno non vi sarà più un impegno ufficiale nei suddetti due campionati. Se in MotoGP chiaramente il Team Suzuki ECSTAR fa riferimento direttamente alla casa madre, nel FIM EWC la partecipazione del team Yoshimura SERT Motul non è strettamente legata all’azienda. Di fatto Suzuki sospenderà il contributo economico e tecnico alla squadra, ma le due realtà (da una parte Yoshimura, dall’altra SERT) potrebbero (lo faranno?) proseguire autonomamente l’impegno nella specialità. Con la stessa Suzuki in forma “privata” e senza alcun supporto in tal senso (opzione da verificare), o legandosi ad altri costruttori.

SUZUKI NELL’ENDURANCE

Quel che è certo, in forma “diretta” Suzuki non sarà più coinvolta nelle competizioni motociclistiche di durata. Parliamo pur sempre della casa regina della specialità: tralasciando il Master of Endurance, complessivamente 79 vittorie, 5 edizioni della 8 ore di Suzuka, 14 hurrà alla 24 ore di Le Mans, 18 Bol d’Or, 20 titoli mondiali complessivi. Di questi, 17 portano la firma della S.E.R.T., il leggendario Suzuki Endurance Racing Team che, dal 1980, ha rappresentato la “Ferrari dell’Endurance“. Una S.E.R.T. che già, nella configurazione originaria di Dominique Meliand, non c’è più. “Le Chef“, con la 8 ore di Suzuka 2019 andato in pensione a 72 anni (40 dei quali trascorsi nell’Endurance), ha lasciato un’eredità pesante, comportando una rivoluzione che quasi ha precorso i tempi. Per assurdo, quella S.E.R.T. (e l’attuale S.E.R.T.), era già abituata a correre in proprio.

IL PRECEDENTE

Dominique Meliand dalla casa madre aveva chiesto ed ottenuto sin dai primi anni ’80 una garanzia di massima: carta bianca. Nemmeno la certezza di un determinato budget a disposizione, bensì la possibilità di gestire e gestirsi in proprio, con scelte autonome, alle volte in controtendenza con le direttive aziendali. Quando Suzuki a fine 1983 sospese tutti i programmi sportivi (salvo ripensarci qualche anno più tardi), la S.E.R.T. dell’epoca proseguì con risorse interne, un contributo della filiale francese e persino risparmi propri. Continuando a vincere occasionalmente, nonostante il dominio/monopolio Honda France dell’epoca.

SITUAZIONE IRRIPETIBILE

Un riproporsi di quella situazione in ottica 2023 sembra uno scenario difficile, per non dire impossibile. Non soltanto perché Dominique Meliand è ormai soltanto un illustre osservatore, quella S.E.R.T. non esiste in più (spiegheremo in seguito), ma per la stessa realtà odierna in Suzuki. Il disimpegno dal Motorsport (economico e tecnico) potrebbe incidere il giusto, tutt’altro discorso la realtà “commerciale“. A quanto pare la GSX-R 1000, complici le restrittive normative Euro 5, non sarà più commercializzata in Europa dal 2023. Resta chiaramente omologata FIM per correre (scadenza gennaio 2027), si vedranno delle Gixxer in azione (e sempre meno: gli ultimi esemplari “europei” sono già immatricolati…), ma è un progetto fermo. Tuttora vincente nell’Endurance, ma a fine-corsa.

LA NUOVA SERT

Come dicevamo, il disimpegno Suzuki oggi, per assurdo, inciderà meno per la S.E.R.T. contemporanea. La casa madre ha seriamente contribuito (in termini economici) per il rilancio della struttura nella prima stagione del “post-Meliand“. L’arrivo del suo successore Damien Saulnier ha rinnovato completamente questa realtà: la “fusione” con lo Junior Team LMS (adesso convivono nella medesima location al Technoparc nei pressi del Circuito di Le Mans), la creazione di una nuova società a fine 2020 con un nuovo azionista di maggioranza. Da “Suzuki Endurance Racing Team“, la S.E.R.T. è diventata “Sarthe Endurance Racing Team“. Cambia l’acronimo, cambia la S soprattutto, garantendo a questa realtà la dimensione di non essere più strettamente legata alla casa madre come un tempo.

L’ARRIVO DI YOSHIMURA

Il passo successivo è rappresentato dall’arrivo di Yoshimura che, di fatto, sostiene per la quasi totalità il programma Endurance da un punto di vista economico. Yoshimura e SERT convivono di pari passo: dal Giappone fondi e sviluppo tecnico, in Francia la gestione operativa, sportiva sui campi-gara e logistica. Le due realtà, a prescindere dal disimpegno Suzuki (già nell’ultimo biennio contribuiva in meno sotto l’aspetto prettamente economico), a fine 2022 avrebbero discusso se proseguire o meno il progetto insieme. Yoshimura Japan in origine doveva correre nel FIM EWC in proprio, con la casa madre che ha agito per concretizzare questa partnership e scongiurare un Derby interno.

SCENARI 2023

Yoshi“, a sua volta, non dipende direttamente da Hamamatsu, ha totale libertà di collaborare con altri costruttori. Nel MotoAmerica (ma parliamo di un’altra società, Yoshimura R&D of America) supporta il Westby Racing Yamaha in Superbike e, a Laguna Seca, ha fatto debuttare una propria Yamaha R7 nella Twins Cup. Budget ed intenzioni permettendo, Yoshimura potrebbe proseguire in proprio nel FIM EWC. Con Suzuki senza alcun apporto Factory, con un altro costruttore senza tuttavia garanzie di competitività e pregressa banca-dati. Discorso analogo per la S.E.R.T., in qualità di “Sarthe Endurance Racing Team” libera di sposare la causa di altri brand.

MOVIMENTO NELL’ENDURANCE

Stando ai rumors, notizie in tal senso sono attese per la 8 ore di Suzuka del 7 agosto prossimo, per un FIM EWC in ebollizione. Detto di Suzuki, anche il futuro di Kawasaki France resta un punto interrogativo, considerando che a fine anno un altro “grande saggio” come Gilles Stafler (con il suo Team SRC) dovrebbe andare in pensione. Scontato dirlo, l’investitura di squadra di riferimento Kawasaki fa gola a molte realtà.

I DIPENDENTI SUZUKI DI HAMAMATSU IN RIVOLTA

A proposito di 8 ore di Suzuka, concludiamo con una storia che è piuttosto rappresentativa della situazione. Dagli anni ’70, i dipendenti della fabbrica Suzuki di Hamamatsu come “dopolavoro” hanno istituito una squadra (Hamamatsu Team Titan per l’appunto) impegnata alla 8 ore e nell’All Japan Superbike. Per l’edizione 2022 della “gara delle gare“, veicoleranno due messaggi. Il primo, come claim, “Ci piace correre“, ripensando ai due anni di pandemia e conseguente doppia-cancellazione della 8 ore. Il secondo, rivolto direttamente e pubblicamente ai vertici aziendali, “We Never Stop Racing“, presente su una maglietta celebrativa, con la R che raffigura il logo delle GSX-R e GSX-RR MotoGP. Un messaggio di risposta ed in contrasto al disimpegno di Suzuki dal Motorsport…

Lascia un commento