25 Gennaio 2022

Il consiglio di Danilo Petrucci: “Piloti MotoGP, provate la Dakar!”

Danilo Petrucci ha raccontato la sua Dakar ad un meeting Nolan. Disavventure, guai fisici e nuove scoperte, con un invito per i piloti MotoGP.

Danilo Petrucci KTM Dakar

Dal Motomondiale alla Dakar in pochi mesi, catalizzando l’attenzione mediatica e portando a casa anche una storica vittoria di tappa. Oltre ad aver vissuto il sogno di una vita, come lui stesso l’aveva definito. Danilo Petrucci ha chiuso da poco il suo primo Rally Raid, senza farsi mancare svariati intoppi meccanici e fisici tipici di una competizione così difficile ed intensa. Ma sarebbe pronto a ripartire a breve per rifarla! Nel corso del meeting realizzato nella sede Nolan a Brembate di Sopra (Bergamo) l’ex MotoGP, tutt’ora molto emozionato, ha avuto modo di parlare della sua esperienza nel deserto arabico. Sottolineando uno degli aspetti fondamentali: “Volevo tornare a divertirmi in moto.” Oltre ad essere convinto anche che qualcun altro nel Motomondiale potrebbe affrontare questa stessa competizione.

“Mi sentivo libero!” 

Tanto da raccontare dopo questa avventura. Riandando ad esempio a quando ha perso soldi, telefono e documenti. “Non ho più ritrovato niente” ha ammesso Petrucci. Ma c’è stato un altro intoppo una volta rientrato nella penisola. “Quando sono tornato in Italia ho fatto la denuncia di smarrimento. Ma ho pure sbagliato io: ero sicuro di avere una certa carta di credito con me, invece ho bloccato quella che mi era rimasta!” Tornando alla corsa, grandi distanze per un pilota abituato alle corse su strada. “Sostanzialmente però mi sentivo libero! Correvo senza pressioni e non avevo ambizioni di classifica. L’unico problema è che mi faccio prendere la mano… È una gara in cui ci vuole esperienza, una certa responsabilità e calma. Puoi andare forte per 100 km, ma te ne basta uno per fare un disastro.” Non hanno aiutato i problemi meccanici. “Non era mai capitato, non avevano nemmeno uno storico del genere. Purtroppo ci siamo resi conto del difetto all’impianto elettrico solo a due tappe dalla fine.” Ma serve anche una diversa preparazione. “Il pilota deve fare tante altre cose che non ero abituato a fare. Devi essere un buon meccanico e temevo proprio questo, che si rompesse la moto e non riuscissi a ripararla.”

Guai meccanici, fisici ed ‘errori’

 Non ha potuto evitare qualche problema fisico. “Nel penultimo giorno ho fatto un bel volo. Con l’adrenalina che avevo in corpo sono ripartito subito, solo a casa hanno visto che era slogata, ma non rotta. Anche il polso, che era già un po’ preso male.” Serve anche molta attenzione per non sbagliare strada. “In una tappa avevo guidato benissimo, mi stavo proprio gasando.” Ma ecco l’intoppo, qualcosa che non torna e che lo costringe a tornare sui suoi passi. “Mi hanno ripassato tutti quelli che avevo superato…” Segue un episodio curioso. “Ho trovato questo pilota francese e gli ho chiesto di un waypoint. Lui mi indica che l’aveva già beccato, io gli chiedo dove e lui allarga le braccia.” Tanto basta per farlo ripartire infuriato, finché non riesce a riprendere la strada giusta. Ma determinato a ritrovare quel pilota. “A 10 km dalla fine vedo la polvere e penso di averlo beccato. Lo affianco alla fine della speciale, salto, lo mando a fanculo e arrivo al traguardo.” C’è però un ‘ma’. “Lui viene da me, parliamo, gli dico che poteva anche indicarmela la strada e mi dice che non ci siamo mai visti prima dell’arrivo. Era un altro, mi sono sbagliato!”

Condivisione e riscontro mediatico

Un altro aspetto che l’ha colpito parecchio, oltre alla corsa in sé ed ai mezzi presenti, è stato l’ambiente. “C’è grande competizione, ma puoi vedere anche tutto quello che fanno gli altri. Si condivide l’esperienza più che la gara, anche coi compagni di squadra. Diversa dalla competitività tra compagni di squadra che c’è in MotoGP. Oltre al fatto che senti un fattore di rischio piuttosto grande in una gara davvero lunghissima.” Come detto, questa impresa di Petrucci ha riscontrato grande attenzione da ben prima dell’ufficialità. “Non pensavo che ci fosse tutto questo seguito” ha ammesso il ternano. Sono contento che una gara del genere mi abbia reso così originale, non ci aveva ancora provato nessuno.” Non è mancata pure una telefonata da Dall’Igna. “Prima di partire mi ha chiamato anche Gigi, raccomandandomi di stare attento e di andare piano. L’ho risentito due giorni fa. ‘T’avevo detto d’andare piano! Ma mi sa che è meglio come hai fatto tu…’ Ci siamo trovati d’accordo.”

Il consiglio ai piloti MotoGP

Da ben prima della partenza per l’Arabia Saudita, Petrucci ha ricevuto tanti messaggi di supporto dai ragazzi del Motomondiale. Proprio ieri Dovizioso ha detto che non disputerebbe una corsa del genere, invece l’ex compagno di box è di altro avviso. “La consiglierei a tutti!” Aggiungendo poi che “Ci siamo sentiti con tanti ragazzi, mi hanno scritto praticamente tutti. Mir già mi aveva detto l’anno scorso che gli sarebbe piaciuto provare. A Dovizioso poi le capacità non mancherebbero, lui però potrebbe farla, così come Márquez. Se hai tante capacità da fuoristrada lo puoi fare. Secondo me ora a tanti è venuta l’idea di provarci in futuro e mi piacerebbe che lo facessero.” Anche per ‘sfatare’ una diceria. “Vedono i piloti MotoGP come delle fighette, ma non è così. Quando serve coraggio e sforzo non ho visto mai nessuno tirarsi indietro, se arrivi lì un motivo c’è.” Una percezione probabilmente cambiata anche grazie a lui. “Io sono nato come fuoristradista, poi passato alla velocità. Mi piacerebbe che tanti provassero, se sei appassionato di moto è una figata!”

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Foto: Rally Zone – KTM Media Library

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