9 Luglio 2022

Storie di Moto: quel Fans Club di Biaggi “Nella terra del nemico” Valentino Rossi

La MotoGP di oggi manca di rivalità? Vent'anni fa con Biaggi e Rossi era diverso: nel pesarese, la terra di Valentino, si inventarono il Fan Club di Biaggi

Valentino Rossi, Max Biaggi

Polemiche e risate. Frecciatine ed ironia. Tra la fine degli anni novanta ed i primi anni duemila, la rivalità tra Valentino Rossi e Max Biaggi era accesa. Alla gara del Mugello 1997 Valentino Rossi festeggiò la vittoria con una bambola gonfiabile dalle sembianze della modella Claudia Schiffer, rivale di Naomi Campbell allora fidanzata di Max Biaggi.

In quegli anni c’era un fortissimo dualismo tra il giovane talento di Tavullia, estroverso e frizzante, e l’esperto pilota romano, dal carattere opposto. Tra i tifosi si erano create due fazioni ben distinte e non mancavano gli sfottò reciproci.

Nella torrida estate del 2001 nacque il Fans Club “La terra del nemico”, ad Auditore, un paesino in provincia di Pesaro a circa 25 chilometri da Tavullia, città di Valentino Rossi. Per l’inaugurazione arrivarono oltre un migliaio di tifosi di Max da varie regioni italiane. Il sindaco di Auditore conferì a Max Biaggi la cittadinanza onoraria. La motivazione ufficiale era in quanto “promotore di iniziative di solidarietà e beneficenza”. Le istituzioni avevano così avvallato un’idea goliardica che aveva fatto conoscere ovunque Auditore con riflessi positivi a livello turistico.

Max Biaggi quel giorno non nascose le sue emozioni “Non so se i nostri duelli possano ricondursi alle epiche sfide fra Coppi e Bartali – commentò – comunque un sano dualismo aiuta tutti. Chi è il più forte fra noi due lo scopriremo strada facendo”.

Quel giorno era presente anche un coraggioso manipolo di fans di Valentino Rossi, con maglietta gialla, che con grande disinvoltura scroccò le tartine al buffet allestito per i tifosi di Max. Gli organizzatori abbozzarono un sorriso, fecero finta di non vedere.

Il padre di Max Biaggi, Pietro, stemperò gli animi anche degli esagitati “La denominazione del club forse è un po’ troppo provocatoria. Ma tutto va preso con un po’ di ironia”. Grandi personaggi, bei tempi…

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