23 Ottobre 2017

MotoGP: La limitazione dei test irrita Ducati “Fanno regole contro di noi”

Luigi Dall'Igna infuriato contro la nuova norma che impone il limite di tre circuiti per girare con i collaudatori.

Ducati, vai troppo forte e hai un super test team? E noi ti riduciamo i circuiti dove puoi girare. La MotoGP  ha fatto lo sgambetto alla Rossa limitando le attività di sviluppo a tre soli circuiti su cui girare con i tester. Qui i dettagli sulla nuova norma.

REAZIONE – In Australia l’umore dei dirigenti Ducati era nerissimo, e non solo per il disastro in pista. La decisione, presa a maggioranza in GP Commission, rischia di creare una grave frattura tra i Costruttori. “Siamo irritati, per non dire peggio” ha commentato il capo delle corse, Luigi Dall’Igna. Che un anno fà aveva dovuto ingoiare il divieto delle ali (poi aggirato con vari escamotage da tutti) e adesso ci risiamo. “Anche questa regola evidentemente è stata fatta contro Ducati .Non sarebbe stato sbagliato ragionarci sopra in ottica 2019, con questa tempistica è poco ragionevole”.

PRECISAZIONI – Anche Paolo Ciabatti è intervenuto nella questione. “Il regolamento è stato cambiato a un mese dall’inizio della nuova stagione, dopo una discussione breve. Avevamo già pianificato i test, la gestione delle moto e prenotato le piste. Petrucci doveva debuttare sulla moto 2018 a Jerez a fine novembre con Pirro, dopo che Dovizioso e Lorenzo lo faranno a Valencia, invece toccherà ancora a loro e chissà se Danilo potrà farlo. Ci accusano di avere un vantaggio nel preparare le gare, mentre i test dovrebbero servire per lo sviluppo, ma nel regolamento non c’è questa precisazione. Nessuna Casa ha un test team del nostro livello, con collaudatori come Pirro e Stoner, avere lavorato meglio degli altri sembra quasi una colpa. Hanno pure provato a portarci via Michele, gli abbiamo esteso il contratto al 2020».

IL MURO – Non solo le giapponesi, anche Aprilia e KTM si sono schierate a favore del limite delle tre piste per i tester. “Credo sia stato trovato un buon compromesso, l’anomalia era provare ovunque” sostiene Livio Suppo, team principal Honda.  Sulla stessa linea Davide Brivio, numero uno della Suzuki, che in assenza di podi 2017 l’anno prossimo potrà provare senza limitazioni e sviluppare i motori, che per chi vince sono solo cinque e sigillati da inizio stagione. “Noi giapponesi abbiamo solo Motegi, le tre piste vanno incontro alle esigenze Ducati”. Già, perchè alcune Marche spingevano per limitare i circuiti permessi a due, o anche uno soltanto. Massimo Meregalli, team manager Yamaha, “Potrei essere d’accordo con la Ducati sulla tempistica, ma siamo favorevoli alla limitazione. I test stanno diventando più una preparazione alla gara, per noi andavano bene anche solo 2 circuiti”.

APRILIA – Anche la Marca di Noale si è schierata contro la Ducati. Si capisce perchè: Aprilia non ha ancora fatto podi, per cui gode di concessioni e può girare dove le pare e piace. “La cosa non ci tocca direttamente, non siamo soggetti alle limitazioni” conferma il racing manager  Romano Albesiano. “Capisco il disappunto della Ducati, che ha sfruttato l’opportunità ed è colpita di più dal cambiamento, ma ormai i test erano soprattutto di preparazione alla gara. E ridurre a 3 piste non mi pare drammatico”.

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1 commento

  1. fabu ha detto:

    la cosa assurda è poter provare su circuiti di calendario prima della gara.si sa poi che Ducati è sempre stata maestra nell’aggirare il regolamento. fa parte del DNA italico. che la GP Commission sia prevenuta nei loro confronti anche per questo?