3 Dicembre 2023

MotoGP, Yamaha ha toccato il fondo: Jarvis promette un rilancio

Jarvis analizza il momento della Yamaha, confermando la voglia di rilanciarsi e gli investimenti in corso per essere nuovamente vincenti.

MotoGP, Jarvis convinto del riscatto Yamaha

Il 2023 è stato un anno al di sotto delle aspettative per Yamaha, che per rilanciarsi nel 2024 ha bisogno di interventi profondi sulla M1. Ogni area deve essere migliorata. Non a caso, nel test a Valencia si è lavorato su telaio, aerodinamica e motore. C’erano delle novità che Fabio Quartararo e Alex Rins hanno provato in attesa di ricevere una versione ulteriormente aggiornata della moto a Sepang, dove potranno girare anche nei giorni di shakedown normalmente destinati solo ai collaudatori.

Le nuove concessioni aprono grandi opportunità alla casa di Iwata, che come la Honda godrà di vantaggi utili a ridurre il gap dalle prime della griglia MotoGP. Non ci saranno più scuse. I costruttori giapponesi hanno ottenuto più di quanto ci si aspettasse e dovranno essere bravi a sfruttare la situazione.

MotoGP, Yamaha: il bilancio di Jarvis

Non ha avuto la moto che desiderava, ma Quartararo secondo Lin Jarvis ha guidato meglio che mai nel 2023: “È sicuramente al top della forma – ha detto a Speedweek – dopo un inizio dell’anno difficile e frustrante per lui. Non riusciva a fare bene come prima. Successivamente, ho notato un diverso tipo di atteggiamento positivo. Si sentiva più libero e guidava alla grande“.

Il managing director Yamaha ammette che ben presto aveva compreso che sarebbe stata una stagione molto complicata: “Diciamo dopo le prime due gare. Le Ducati erano incredibilmente forti. Nel 2022 siamo stati in lotta per il Mondiale fino a Valencia e poi ci siamo ritrovati noni. Inoltre, avevamo solo due moto in griglia. È stato un anno molto lungo“.

Team satellite nel 2025?

Jarvis ha spiegato qual è stato il più grande svantaggio della Yamaha: “Non abbiamo sviluppato il motore negli ultimi anni. In Ducati sono stati molto aggressivi, noi siamo andati avanti a piccoli passi. Abbiamo lavorato in modo conservativo e di questi tempi non è più sufficiente“.

Chiaramente, anche non avere più una squadra satellite è un problema per la casa di Iwata, che per il futuro ambisce ad ottenerne nuovamente una. Il manager britannico lo ha ribadito, dicendoci sicuro che la M1 tornerà ad essere nuovamente attrattiva per dei potenziali clienti: “Quando si tocca il fondo, c’è solo una possibilità: guardare avanti e cambiare le cose. Ci stiamo lavorando dietro le quinte, stiamo investendo molto denaro dove necessario e stiamo cambiando modo di lavorare. Lavoreremo maggiormente con degli esperti europei e sono convinto che all’inizio della prossima stagione sarà pronta una moto decisamente migliore. Non posso ancora dire se sarà abbastanza buona“.

Avere più Yamaha in pista serve sia per lo sviluppo sia per risolvere i problemi. Ducati è un esempio estremo con ben otto Desmosedici GP, quattro delle quali sono dell’anno precedente. Il sogno è quello di portare via dall’orbita ducatista il team VR46, il cui contratto scade a fine 2024. Affinché si concretizzi tale scenario, serve una M1 davvero competitiva nel prossimo campionato MotoGP.

Foto: Yamaha

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