21 Novembre 2021

MotoGP, Valentino Rossi ‘memories’: “Dopo la morte del SIC ero disperato”

Valentino Rossi ripercorre alcuni momenti della sua carriera in MotoGP. La morte di Marco Simoncelli è sicuramente il ricordo più difficile.

MotoGP, Valentino Rossi

Valentino Rossi è ritornato nella sua Tavullia dopo l’addio alla MotoGP. In programma a breve termine c’è la 100 Km dei Campioni al Ranch, poi la 12 Ore del Golfo agli inizi di gennaio. Solo allora potrebbe decidere quale strada seguire nel suo futuro: Mondiale Endurance o GT World Challange. Correrà al fianco e contro i migliori piloti della categoria, non certo con l’intenzione di fare una semplice comparsa. Il 2022 sarà anche un anno di rodaggio per il Dottore e per il Motomondiale sarà il primo senza la sua leggenda dopo 26 anni di storia.

I record

Peccato non aver conquistato quel decimo titolo che avrebbe meritato. Si è fermato a 7 vittorie dalle 122 di Giacomo Agostini: “Non ho mai corso per i record… Se ci avessi messo gli sforzi degli ultimi dieci anni, nei primi avrei vinto di più. Ma da giovane sei una testa di cazzo e con l’esperienza impari di più“, riporta Sport Week. Ma probabilmente senza quella verve giovanile sarebbe stato un campione freddo e apatico, non quel “laureato” in comunicazione con cui ha coinvolto milioni di fan. Campione e personaggio, due caratteristiche che hanno viaggiato come binari di un treno leggendario.

I rivali

Merito anche delle motivazioni tratte dagli avversari. Valentino Rossi forte in pista e stratega nelle guerre psicologiche. “Le motivazioni della mia carriera sono dipese fortissimamente dai miei rivali. Ho avuto la fortuna di confrontarmi con due generazioni di campioni: all’inizio Biaggi, Capirossi e Gibernau ed ero il giovane che arriva e vuole battere i grandi. Poi nella seconda parte della mia carriera ne ho trovati altri ancora più forti: Lorenzo, Stoner, Pedrosa, Marquez. E stavolta ero il vecchio che volevano fregare“.

La morte del SIC

Non solo gioie nel curriculum del nove volte iridato, ma anche momenti difficili. Come il biennio in Ducati e la morte di Marco Simoncelli avvenuta sotto i suoi occhi dopo appena un giro del GP di Sepang 2011. “Ricorderò per sempre il momento dopo l’incidente in Malesia come uno dei peggiori della mia vita. Quando sono tornato nel mio ufficio e mi sono ritrovato insieme a Uccio e Max ero disperato. E’ uno di quei momenti in cui non sai cosa fare per continuare, una sensazione che non dimenticherò mai. Ma dopo è stato anche peggio – ammette Valentino Rossi – perché abbiamo perso un gran pilota che avrebbe potuto fare una grande carriera e grandi lotte con i migliori piloti, ma io ho perso un grande amico“.

La nuova era

Qualcuno avrebbe preferito che si ritirasse da vincitore, altri avrebbero voluto vederlo in MotoGP anche nel 2022. Nonostante l’ultima vittoria risalga ad Assen 2017 Valentino Rossi ha continuato a tenere testa ai giovani rivali fino all’ultima gara di Valencia. “A riguardare le immagini delle mie gare, di quando vincevo, vedi che andavamo molto più piano di adesso. Io sono stato bravo, mi sono impegnato, sono riuscito a migliorare tanto in questi anni. Non c’è stato nessun pilota dei miei tempi d’oro che ha corso quanto me…. Il mio più grande rimpianto è che adesso è finita. Però ho chiuso la mia carriera tra i dieci piloti più veloci del mondo. Era importante, questo mi servirà per stare bene quando me lo ricorderò i prossimi anni“.

Primogenita in arrivo

Nel futuro a breve termine c’è anche la nascita della primogenita, prevista a febbraio. “Fino al 2019 ero preoccupato di smettere con le moto. Ho pensato: visto che avrò tanto più tempo libero bisognerebbe fare un bambino. E la Franci è rimasta incinta dopo cinque giorni. E’ molto romantico e poetico che lei sia rimasta incinta proprio quando ho deciso di smettere. Forse non è proprio il caso – ha concluso Valentino Rossi -, è il destino“.

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Foto: Getty Images

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