6 Maggio 2022

MotoGP, Marc Marquez: l’ex manager svela il lavoro di spionaggio

Oscar Haro, ex d.s. LCR Honda, svela come lo spionaggio sia fondamentale in MotoGP e alcuni retroscena su Marc Marquez.

MotoGP, Marc Marquez

Il campionato del mondo di MotoGP è uno sport di segreti e dettagli con l’obiettivo di essere più veloci degli avversari. Non c’è da meravigliarsi se nel paddock ci sono casi di spionaggio, dove anche una ripresa televisiva o una foto potrebbe svelare particolari interessanti per la concorrenza. A svelare qualche retroscena è l’ex direttore sportivo di LCR Honda, Oscar Haro, che racconta come alcuni addetti ai lavori siano piazzate su alcuni punti del tracciato per studiare i movimenti degli altri piloti.

Lo spionaggio in MotoGP

Nel suo ultimo intervento sul canale Twitch di Nico Abad Oscar Haro conferma casi di spionaggio: “Lo spionaggio in MotoGP è fondamentale. Abbiamo persone in pista con un videometro che è una macchina che registra il passaggio in curva dei piloti indicati da Marc Marquez. Marc ha detto che dovevano seguire due piloti che erano campioni del mondo e aveva bisogno di sapere come si comportavano le loro moto“. Nell’ultimo Gran Premio di Jerez il campione di Cervera si è messo in scia ad alcuni piloti per abbassare i tempi sul giro, suscitando l’ira di Aleix Espargarò. Ma secondo l’ex d.s. ci sarebbe anche un altro motivo. “Prende informazioni per Takeo (Yokoyamaha, ndr) indicandogli come frenano, come si alzano… Queste sono informazioni importanti… Marc non smette di studiare”.

La lontananza dal circuito per l’intera stagione 2020 e parte del 2021 ha spinto Marc Marquez a cambiare metodo di lavoro e approccio ai week-end di MotoGP. Non più intuitivo, ma cinico e calcolatore, pronto a sfruttare ogni spiraglio di strategia pur di guadagnare terreno sui rivali. Un lavoro che non si basa solo sul lavoro in pista, ma anche a stretto contatto con i meccanici e gli ingegneri. Anche di notte se è necessario, perché l’ambizione di ritornare al top del Mondiale è irrefrenabile per l’otto volte iridato. “Dopo cena tante volte ci ha detto di aprire il camion per fargli vedere alcune curve dei suoi rivali – ha concluso Oscar Haro -. Marc è ‘malato’, non c’è pilota come lui in quanto a talento e voglia di imparare“.

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