2 Dicembre 2022

MotoGP, Marc Marquez avverte tutti: “Dobbiamo stare attenti”

Marc Marquez preoccupato per l'evoluzione dei prototipi MotoGP. Il rischio è che il ruolo dei piloti diventi secondario rispetto alle moto.

MotoGP, Marc Marquez

Marc Marquez e Honda provano a spicconare sul regolamento della MotoGP, ma fino al 2026 ci sarà ben poco da fare. Perché per cambiare le regole tecniche in corso servirà il “nulla osta” della Ducati, ancora con il dente avvelenato per la messa al bando dell’abbassatore anteriore in movimento ad inizio stagione. Nell’ultimo test Irta a Valencia abbiamo visto una RC213V molto più aerodinamica, con una serie di alette sul codone di chiara ispirazione Ducati. Come quelle intraviste sulle Desmosedici di Enea Bastianini, Jorge Martin e altri piloti nel corso del Mondiale 2022 e soprannominate “ali da Pokemon“. Ma la nuova strada intrapresa dall’aerodinamica lascia titubanti gli altri costruttori costretti a mettersi al passo con i tempi.

Il nuovo dispositivo anteriore Ducati

A partire dalla prossima stagione MotoGP, il “front ride height device” non sarà più utilizzabile. Nel 2022 solo la Ducati Desmosedici GP di Johann Zarco ha portato avanti uno sviluppo approssimativo, dato che il regolamento ha tagliato le gambe all’ingegnosa trovata degli uomini di Borgo Panigale. Una mossa che l’azienda emiliana ha ritenuto antisportiva, ma in sede MSMA hanno fatto quadrato contro il dispositivo anteriore. Non sarà possibile fare altrettanto sugli aero-pack dove le Rosse continuano a fare scuola, anche se Aprilia sembra riuscirsi a mettere in linea. I prototipi MotoGP diventano così sempre più sofisticati, alla pari delle monoposto di F1. Ma il rischio “è che la moto diventi più importante del pilota“, ha osservato Marc Marquez.

MotoGP in scia alla Formula 1

Se Ducati riuscirà a fare un passo avanti nel prossimo campionato, Honda dovrà farne due o magari tre. Perché dal punto di vista tecnico e aerodinamico è rimasta indietro rispetto alla concorrenza, complice la pandemia Covid e la lunga assenza del campione di Cervera per infortunio. Da tempo chiede ai vertici HRC di mettergli a disposizione una moto secondo le sue precise richieste, perché il gap dalle Desmosedici in questo momento è profondo. E anche il suo talento rischia di non essere sufficiente per colmare il divario. “Il pilota è ancora più importante della moto o questo è ciò che voglio credere – ha aggiunto Marc Marquez ad ‘Autosport’ -. Ma ogni volta dipende sempre di più da ciò che si ha, perché se non si ha una moto [competitiva] non si può fare nulla. Non è come la Formula 1, che è altrettanto estrema, ma stiamo andando in quella direzione e dobbiamo stare attenti“.

L’allarme di Marc Marquez

Un argomento discusso molte volte in Commissione Sicurezza, ma per intervenire sul regolamento serve il voto all’unanimità di tutti i costruttori. Ducati ha detto e ripetuto che l’aerodinamica non si tocca, ingiusto mettere un freno alla ricerca e sviluppo tecnologico. Dal 2020 ad oggi il marchio Honda ha raccolto appena tre vittorie in classe MotoGP, non solo per colpa dell’infortunio di Marc Marquez. In realtà la Ducati ha saputo allestire un pacchetto molto competitivo, forte anche delle otto moto in griglia e di un reparto tecnico agguerrito. “Con le moto attuali i più veloci sono quelli che sono ai vertici: [Enea] Bastianini, Pecco [Bagnaia], [Fabio] Quartararo, Aleix [Espargarò] quest’anno. Vedremo se in futuro potremo lottare con loro“.

I prototipi meno “manuali”

Il fenomeno di Cervera, che ha saltato sei gare nel 2022 in seguito al quarto intervento all’omero, ha spiegato che le moto stanno diventando “meno manuali“. Questo ha portato, insieme ad altri aggiustamenti regolamentari (vedi la centralina unica Magneti Marelli e il monogomma Michelin), ad assottigliare le distanze tra moto factory e satelliti. “Ora non c’è più differenza. I team satellite hanno moto ufficiali, quindi hanno gli stessi strumenti… Prima che arrivassi in MotoGP, quando mettevi la quarta marcia su un rettilineo, non eri al massimo della coppia, perché dovevi giocare con l’impennata, con il freno posteriore, con la coppia, con la posizione del corpo“. Al contrario di quanto avviene oggi: “Si esce in seconda e terza marcia con il dispositivo holeshot, con l’aerodinamica, si ha la coppia massima e si è dentro come in una Moto3… Per questo motivo adesso è tutto più ravvicinato“.

Foto: MotoGP.com

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