2 Gennaio 2021

MotoGP, le case dimenticate: Minarelli ed il quadriennio stellare in 125cc

Tra i marchi tricolori protagonisti nel Motomondiale è d'obbligo ricordare anche Minarelli, con i suoi quattro anni di gloria. La sua storia.

nieto minarelli - motomondiale

Nel Motomondiale abbiamo varie storie italiane, anche per quanto riguarda case motociclistiche salite sul tetto del mondo. O che comunque hanno lasciato una qualche traccia del loro passaggio. In questa occasione rimaniamo nella prima categoria. Risaliamo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, quando un’azienda chiamata Minarelli fa la voce grossa. Nello specifico, parliamo di quattro anni d’oro nel segno del marchio tricolore. Vi ricordate la sua storia? Eccola.

GLI INIZI

Il primo nome di quest’azienda è FBM [Fabbrica Bolognese Motocicli], nata a Bologna nel 1951 da un’idea dei tecnici Franco Morini (nipote del fondatore della fabbrica omonima) e Vittorio Minarelli. Nientemeno che i due migliori imprenditori italiani nel campo dei due tempi. Ma il sodalizio tra i due soci dura pochi anni: nel 1956 ecco la separazione a causa di divergenze mai risolte. La sede dell’azienda originaria diventerà il centro della rinominata F.B. Minarelli, concentrata nella realizzazione di piccole cilindrate a due tempi diventando, con merito, un’autorità del settore. Nel 1967 cambierà ancora nome diventando Motori Minarelli, con sede a Lippo di Calderara di Reno (Bologna).

Il PRIMO TITOLO COSTRUTTORI

Nel decennio 1970-1980 l’azienda bolognese inizia a farsi vedere anche nel campo delle competizioni, lasciando un segno indelebile. In quel periodo infatti arrivano 18 record mondiali di velocità nelle classi da 50 a 175 cc. Ma è in 125cc che Minarelli vivrà i suoi anni di gloria a livello internazionale. Le prime comparse nel Motomondiale risalgono al 1974 tra 50cc e 125cc, con Pier Paolo Bianchi come suo alfiere. Ma bisogna aspettare qualche anno per il botto nell’ottavo di litro.

È il 1978 quando Bianchi mette a referto quattro vittorie più un podio, ponendosi tra i grandi protagonisti. Sfortunatamente si infortuna seriamente nel GP a Imatra e finisce anzitempo la sua stagione. Angel Nieto domina l’ultima parte dell’anno, ma non è sufficiente per portare il titolo piloti. L’italiano e lo spagnolo sono rispettivamente 3° e 2° iridati dietro al campione Lazzarini, ma Minarelli si assicura così la prima corona costruttori della sua storia.

ANCORA SUL TETTO DEL MONDO

La prima doppia soddisfazione giunge nel 1979. Minarelli è ancora una volta grande protagonista in 125cc. Angel Nieto è inarrestabile: si assicura la bellezza di 8 vittorie stagionali (ovvero quasi tutte le gare disputate) con 120 punti a referto. Basti pensare che il secondo classificato, Massimiani su MBA, chiude con 53 punti! Il campione spagnolo così porta il primo titolo piloti alla casa italiana, che parallelamente è ancora regina in classifica costruttori. Non dimentichiamo in questa stagione trionfale anche una vittoria ed un podio per Bianchi, 10° iridato.

Nel 1980 arriva ‘solo’ il terzo campionato costruttori consecutivo. Angel Nieto è 3° con quattro successi ed un altro podio, Loris Reggiani chiude sesto con una vittoria ed altri quattro podi, mentre Maurizio Massimiani mette a referto un podio nelle due gare disputate con Minarelli. Il 1981 è invece un’altra annata davvero memorabile: Angel Nieto è ancora il re della categoria con otto vittorie ed un secondo posto, ma dietro di lui c’è Loris Reggiani vice-campione con due successi ed altri quattro podi. Scontato dire che il campionato costruttori è ancora dell’azienda bolognese. Segnaliamo anche in 50cc un secondo posto ottenuto in Cecoslovacchia con Giuseppe Ascareggi.

L’EPILOGO

Nelle due annate successive Minarelli ottiene solo qualche piazzamento in 50cc. Nel 1982 Ascareggi conquista un podio e varie top 5, più due piazzamenti a punti con Massimo de Lorenzi. Coppia di piloti che ritroveremo nuovamente al via con gli stessi colori anche nel 1983, senza risultati di rilievo. Finisce così il periodo d’oro nelle corse, ma ci sarà la svolta anche per il marchio. Morto il fondatore, il figlio Giorgio eredita l’attività, siglando negli anni ’90 un accordo di joint venture con Yamaha.

Ci si concentra sulla produzione di motori a quattro tempi e propulsori con variatore automatico per gli scooter, settore nel quale Minarelli diventerà il maggior costruttore mondiale. Nel 2002 la casa dei tre diapason prende totalmente il controllo dell’azienda bolognese, fino al 2020. È nell’ottobre dell’anno appena concluso infatti che il marchio passa nelle mani dell’italiana Fantic Motor.

Foto: Dorna Sports

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