5 Dicembre 2022

MotoGP, Ducati fa paura: Dorna risponde alle critiche dei rivali

Ducati potenza di fuoco nel Mondiale MotoGP. Otto prototipi in pista sono scomodi per i rivali, Carmelo Ezpeleta risponde alle critiche.

MotoGP, Jorge Martin e Pecco Bagnaia

Ducati inizia a fare paura agli avversari della MotoGP. Si era capito ad inizio stagione, quando si sono uniti per vietare il nuovo abbassatore anteriore in movimento. Del resto ci avevano provato già nel 2019 con il famoso “cucchiaio” al limite del regolamento, ma senza riuscirci. Nel 2020 con il variatore di assetto in movimento. Adesso danno fastidio le otto Desmosedici in pista, dimenticando che in condizioni di libero mercato la Casa di Borgo Panigale ha saputo offrire semplicemente il pacchetto più vantaggioso ai team satellite. Alla fine dell’anno scorso Gresini Racing e VR46 hanno scelto di debuttare in MotoGP legandosi al marchio non certo per una questione di italianità, ma per un’offerta molto appetibile dal punto di vista tecnico e, soprattutto, economico.

Supremazia Ducati in MotoGP

Una Ducati difficile da battere in pista, bisogna studiare il modo per sfiaccarla dietro le quinte. A nessun costruttore rivale scende già il fatto di dovere fare i conti con otto Desmosedici, su alcuni tracciati il predominio era quasi imbarazzante. Il team Pramac Racing di Paolo Campinoti è ormai una costola della Ducati, Gresini e VR46 si sono uniti quest’anno: il primo ha un contratto fino al 2023 che rinnoverà quanto prima, il secondo fino al 2024. La FIM assicura che farà di tutto per controbilanciare la griglia di partenza e portare la squadra di Valentino Rossi sulla sponda Yamaha. I contratti vanno rispettati e sarà curioso capire come Jorge Viegas saprà convincere il team di Tavullia e Ducati, ma l’impresa non sarà facile.

Il fronte anti-Ducati

Non molto tempo fa anche i piloti avversari hanno alzato qualche coro di critica sulla supremazia numerica (ma non solo). Ad ottobre Marc Marquez ha lanciato una battuta pungente: “Davanti c’è una ‘Ducati Cup” in molte occasioni, quindi devono approfittarne. Hanno la moto migliore sulla griglia di partenza. Tutti i piloti sono davanti, quindi devono usare questa ‘potenza’ per vincere il campionato“. In diverse occasioni anche Aleix Espargarò si è schierato apertamente contro la potenza di fuoco del brand emiliano. E Joan Mir aveva lanciato l’allarme ancora prima che iniziasse la nuova stagione MotoGP: “Otto moto sono quasi metà dello schieramento di partenza. Essendoci sei diversi costruttori, è qualcosa di molto strano“. Nella classifica finale 2022 troviamo tre ducatisti nelle prime cinque posizioni, nel 2023 i prototipi in pista saranno 20 anzichè 22, quindi la “maggioranza rossa” sarà ancora più accentuata

La risposta di Carmelo Ezpeleta

Dorna poco o nulla può fare contro questo status quo e rimanda le critiche al mittente. Il CEO Carmelo Ezpeleta ha ricordato come le fasi di dominio facciano parte della classe regina. “È come quando la MotoGP era il regno di Rossi o Marquez. Hanno gli stessi regolamenti e le stesse possibilità, lasciamo che gli altri costruttori si muovano. Ci sono otto Ducati perché i team privati, che sono molto importanti, hanno trovato offerte migliori rispetto agli altri. In altre occasioni abbiamo avuto otto Honda e otto Yamaha” ha detto a ‘Marca’. In questo momento sembra che solo Marc Marquez possa scalfire il primato di Borgo Panigale, sarà quindi importante recuperarlo fisicamente al 100% e che Honda gli dia una RC-V vincente. Ma l’impressione è che sarà difficile colmare il gap dalle Desmosedici GP in breve tempo. E forse, stavolta, il suo talento non basterà a fare miracoli.

Foto: MotoGP.com

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