14 Novembre 2020

MotoGP, Dovizioso-Ducati fine del ciclo: l’analisi dell’ex Sterlacchini

Fabiano Sterlacchini, ex tecnico Ducati MotoGP, analizza la fine del ciclo fra Ducati e Andrea Dovizioso: "Non ha la mentalità del vero campione".

MotoGP, le Ducati GP20 di Petrucci e Dovizioso

Fabiano Sterlacchini, fino al 2019 coordinatore tecnico di pista, era il braccio destro di Gigi Dall’Igna. Conosce alla perfezione il paddock MotoGP e il box Ducati, prova quindi ad analizzare questa stagione fallimentare del team factory. “Si vedeva che il ciclo stava finendo. Dovizioso ha vinto 6 gare nel 2017, poi 4, 2 e 1 quest’anno“. Parte della responsabilità è da addebitare alle scelte dei vertici di Borgo Panigale, nella decisione di dire addio ad entrambi i piloti. “Capisco le logiche di mercato, ma rischi un’atmosfera molto negativa“.

Le responsabilità tecniche

A rovinare la stagione MotoGP alla Ducati ci ha pensato la nuova gomma posteriore Michelin, che ha fatto emergere il solito limite a centrocurva. “La Ducati sfruttava la frenata con moto di traverso e piegata – spiega Sterlacchini a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Così ottimizzi la prestazione della gomma, che ti permette di frenare di più con la posteriore senza chiedere troppo all’anteriore. Dalla tv noto che non succede più“. Al fattore umano si è aggiunta una lacuna tecnica al momento irreversibile. “La Ducati ha il problema nella percorrenza di curva. E quando cambi un elemento di equilibrio come le gomme, la paghi, perché il progetto non è più bilanciato“.

Sin dai primi test invernali Andrea Dovizioso si era reso conto che la GP20 aveva perso equilibrio e stabilità in frenata. Da mesi gli ingegneri Ducati sono al lavoro senza però trovare valide soluzioni. “Nell’equilibrio dinamico di inserimento di una moto intervengono una quantità di variabili che fanno paura, dalla proprietà di massa della moto alla rigidezza di forcellone e telaio, da come lavora la gomma a come è erogata la potenza…è complessissimo. Sai le aree di intervento, lavori, ma non sai se ne vieni fuori“. Occorre ottimizzare risorse ed efficienza, senza focalizzarsi troppo sul motore: “Non avrei voluto smettere senza aver capito come migliorare la percorrenza di curva, è l’incubo che mi ha accompagnato. E il guaio rimarrà se non cambieranno modo di lavorare e dimensioni dell’investimento“.

Dovizioso non è Stoner…

Andrea Dovizioso non può certo ritenersi esente da colpe. La mancanza di feeling con la nuova carcassa ha spiazzato il vicecampione di MotoGP, serviva forse una mentalità più vincente… “Un pilota davvero forte deve avere una testa diversa da quella di Andrea, deve restare sereno e determinato e andare sopra i problemi: la tristezza a volte lo ingabbia. Mick Doohan ripeteva di non intestardirsi a guidare la moto perfetta. Per me il pilota forte non cerca in modo maniacale la perfezione, ma chiusa la visiera fa la differenza. Come Stoner“. Nella prossima stagione MotoGP Ducati punterà su Pecco Bagnaia e Jack Miller. “Vedo bene Pecco, per determinazione, testardaggine e voglia – conclude Fabiano Sterlacchini -. Jack è abbastanza arrivato ed è troppo australiano“.

Foto: Getty Images

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