18 Febbraio 2021

MotoGP, Andrea Iannone furioso: “Mafia più grande dello sport”

Andrea Iannone furioso sui social dopo aver sentito la sentenza del caso Schwazer. L'ex pilota MotoGP parla di "mafia" nel mondo dello sport.

MotoGP, Andrea Iannone

Andrea Iannone non intende fermare la sua grande battaglia contro l’ingiustizia subita. Il TAS ha accolto le richieste della WADA condannandolo a quattro anni e spezzando per sempre la sua carriera in MotoGP. Nelle ultime ore l’ex pilota Aprilia ha commentato il caso Alex Schwazer: il GIP del Tribunale di Bolzano ha archiviato il procedimento penale a carico dell’atleta per “non aver commesso il fatto”.

Il GIP ha sottolineato in maniera dura l’ostruzionismo di WADA e IAAF. “Hanno operato in maniera totalmente autoreferenziale non tollerando controlli dall’esterno fino al punto di produrre dichiarazioni false.” E ancora il giudice: “È quindi provato che la manipolazione delle provette, che lo scrivente ritiene provata con altro grado di probabilità razionale, avrebbe potuto avvenire in qualsiasi momento a Stoccarda come a Colonia, ove si è dimostrato esservi provette non sigillate, dunque agevolmente utilizzabili alla bisogna“.

Lo sfogo di Andrea

Parole che hanno fatto breccia nell’anima ferita di Andrea Iannone, che sui social è esploso senza mezze misure. “Queste situazioni si verificano da molto tempo e, quindi, questo sistema deve essere fermato per il bene degli atleti , che per tutta la vita hanno fatto sforzi sia fisici che mentali senza essere dopati. Sicuramente ci sono atleti che si dopano e altri che non si sono mai dopati. È giusto che i primi vengano puniti; mentre non è giusto che i secondi paghino. Solo perché ora la mafia è più grande dello sport oggi come oggi. Quindi questo sistema va fermato perché fa davvero schifo“.

Purtroppo l’ex pilota MotoGP non può appellarsi a nessun altro tribunale per ottenere una riduzione di pena. Saltuariamente si allena sul Circuito d’Abruzzo insieme ai giovani amici Fenati, Baiocco e Russo. Nel suo futuro potrebbe esserci un ruolo manageriale o da coach. Ma la rabbia per aver dovuto abbandonare la carriera ribolle ancora.

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2 commenti

  1. voiedegarag_15199617 ha detto:

    L’operato della WADA va a mio avviso rivisto in generale, non è il solo caso di Iannone che pone problema.

    A Iannone però direi che si è comportato con l’abituale superficialità : già l’appello -a parte in Italia dove nei tribunali si può tirare a campare fino al terzo grado (che in teoria poi non esiste nemmeno) a spese degli innocenti- ma nei paesi civilizzati quando fai appello e lo perdi la pena si appesantisce proprio per scoraggiare il ‘tirare a campare’, e il terzo grado te lo sogni : gestione del rischio amatoriale.
    Perché ?

    Poi un fatto di professionalismo e di immagine : pubblicare sui socials le foto della festa al ‘doping club’ alla veglia della sentenza della WADA era per uno che non aveva capito la situazione.

  2. Max75BA ha detto:

    …il ricorso al tas è stata una “follia” forse definitiva per la sua carriera da pilota, non credo che avesse una linea difensiva sostenuta da prove di “spessore”…dispiace perdere un gran manico…se verrò smentito meglio, soprattutto per lui