14 Febbraio 2023

MotoGP, allerta pressione gomme: le prime critiche dei piloti

Nella stagione MotoGP '23 la pressione delle gomme sarà monitorata con nuovi sensori. Ma divampa la polemiche sui limiti imposti da Michelin.

MotoGP, Brad Binder

Una nuova querelle rischia di accendere l’atmosfera nel paddock della MotoGP e riguarda la pressione degli pneumatici. Il regolamento prevede un limite minimo di 1,9 bar per l’anteriore e 1,7 al posteriore. Fino allo scorso anno si è chiuso un occhio, in quanto i costruttori usavano sistemi di rilevazione diversi che potevano registrare margini di errore difficilmente valutabili e quindi sanzionabili. Dal 2023 tutti i team e i piloti dovranno impiegare i sensori realizzati dall’azienda francese LDL che monitoreranno in tempo reale la pressione delle gomme.

La pressione delle gomme Michelin

L’obiettivo preannunciato da tempo è di fare rispettare i limiti imposti da Michelin per garantire massima sicurezza. Il polverone è stato sollevato l’anno scorso, quando è emerso che alcuni piloti hanno disputato buona parte di gara con pressioni al di sotto degli 1,9 bar. Il dito veniva puntato soprattutto su Pecco Bagnaia e Ducati, ma in realtà non era l’unico a viaggiare sotto i limiti consentiti da un regolamento tra l’altro molto labile. Ricordiamo che una minore pressione può garantire un grip migliore. Dalla stagione MotoGP ’23 la vicenda sarà rigorosamente monitorata, tant’è che già nel test di Sepang abbiamo ricevuto le prime rilevazioni “ufficiose”. La fase propedeutica dei nuovi sensori LDL proseguirà anche nel test di Portimao e nei primi tre Gran Premi, quando non si assegneranno sanzioni a chi sgarra sul limite. Anche se la vicenda non è così semplice come si possa immaginare.

La pressione della gomma anteriore può aumentare quando un pilota insegue a distanza ravvicinata un avversario. Un problema che ha tenuto banco soprattutto in casa Yamaha, con Fabio Quartararo e Franco Morbidelli che accusavano mancanza di aderenza quando erano in scia. A partire dal Gran Premio di Jerez, la Dorna dovrebbe penalizzare chi non rispetta le pressioni. Durante un giro di prove o di qualifiche fuori range il crono verrà cancellato, se si tratta di una gara un pilota può essere squalificato se supera la soglia per un numero di giri prefissato dalla Michelin.

Le prime critiche dei piloti MotoGP

Dopo aver testato i nuovi sensori in Malesia, il parere dei piloti della classe MotoGP è stato quasi unanime. Tutti sono favorevoli a monitorare meglio la pressione delle gomme, ma il limite di 1,9 bar è ritenuto insufficiente. Durante una gara la pressione della gomma anteriore può lievitare di oltre mezzo punto. Alex Marquez ha detto a chiare lettere che “non ha molto senso per la gomma anteriore, perché c’è molto poco spazio per aumentare la pressione dell’aria, fino a 2,2 bar, e questo significa un serio rischio di caduta. Può essere pericoloso, soprattutto in gara, poiché le gomme si surriscaldano quando si guida in gruppo“.

Sulla stessa linea Marco Bezzecchi, il più veloce nella prima giornata di test in Malesia. “Bastano 0,2 bar in più per iniziare ad avere problemi con la gomma. Spero che questa regola non diventi ufficiale, per la nostra sicurezza. Dobbiamo cercare di trovare un equilibrio, penso che possiamo trovarlo tra quello che vuole la Michelin e noi piloti“. Anche il pilota della KTM Brad Binder concorda con i colleghi. “L’anno scorso spesso abbiamo superato i limiti perché dobbiamo iniziare con meno pressione possibile… Se sei incollato alla ruota posteriore, la pressione della gomma anteriore può improvvisamente aumentare di 0,5 bar. È una questione complessa“.

La Michelin potrebbe diminuire il limite minimo a 1,88 bar, ma non sembra che la proposta sia sufficiente. Dal canto suo Dorna ha fatto sapere che se il coro critico dei piloti sarà unanime si potrà prolungare la fase di test anche fino a metà campionato e oltre, quindi senza il rischio di incorrere in sanzioni per i trasgressori. Ma trovare un accordo comune non sarà facile e intanto la questione divampa.

Foto: MotoGP.com

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