27 Gennaio 2024

La MotoGP verso Sepang con lo spauracchio delle concessioni

Tra pochi giorni inizierà il 2024 della MotoGP: tiene banco il nuovo sistema di concessioni "anti-Ducati" che giocherà su numero di gomme, sviluppi e test a disposizione. Ecco come funzionerà

Tra pochi giorni inizierà il 2024 della MotoGP: tiene banco il nuovo sistema di concessioni per limitare il vantaggio tecnico della Ducati, 'giocando' sul numero di gomme, sviluppi e test a disposizione

Il conto alla rovescia sta per terminare. Tra una decina di giorni circa la MotoGP riaccenderà i motori al Sepang International Circuit per i primi test del nuovo anno. Anticipati in data 1-3 febbraio dal consueto shakedown, prima occasione utile per mettere in pratica il lavoro fatto in fabbrica durante l’inverno. Riparte la caccia alla Ducati. Non solo in pista, ma anche dall’esterno in un confronto serrato sui regolamenti tecnici. La questione è una sola: come limitare il super potere della dominatrice e far recuperare i rivali, garantendo un equilibrio di massima in pista. Un quesito che, almeno nelle intenzioni, trova risposte nel nuovo sistema di concessioni approvato lo scorso mese di novembre riguardante test, numero di gomme e motori, wild card ed aggiornamenti aerodinamici.

Quattro fasce per cinque costruttori

Entrando nello specifico, le case costruttrici sono state divise in quattro fasce (A, B, C, D) in base alla percentuale sul massimo dei punti accumulati in classifica costruttori in due finestre: la prima va dal GP inaugurale all’ultimo, la seconda dal primo GP post pausa estiva fino all’ultimo prima della sosta estiva della stagione successiva. In modo da consentire un eventuale “cambio di Fascia” già in corso d’opera, con tutti i giovamenti/peggioramenti del caso. Di seguito il sistema.

-Fascia A: marchi con una percentuale di punti superiore all’85% del massimo raggiungibile

-Fascia B: marchi con una percentuale di punti compresa tra il 60% e l’85% del massimo raggiungibile

-Fascia C: marchi con una percentuale di punti compresa tra il 35% e il 60% del massimo raggiungibile

-Fascia D: marchi con una percentuale di punti inferiore al 35% del massimo raggiungibile

Tenendo fede ai risultati dello scorso anno, i conti sono presto fatti. L’unica casa con più di 618 punti (ovvero l’85%) è la Ducati dall’alto dei suoi 700 punti sui 728 disponibili. Con la Rossa in Fascia A, la successiva Fascia B riguarderebbe le case con un punteggio compreso tra 436 e 618. Tuttavia, KTM e Aprilia (seconda e terza in campionato) si sono fermate rispettivamente a 373 e 326 punti, rientrando di conseguenza nella Fascia C (tra 254 e 436 punti). In Fascia D, l’ultima, si trovano invece le “cenerentole” Yamaha e Honda rispettivamente a quota 196 e 185 punti.

Meno gomme per Ducati

La fascia di appartenenza di ogni costruttore comporterà innanzitutto una variazione nell’allocazione degli pneumatici per i test, modulandone il quantitativo in maniera indirettamente proporzionale alla competitività delle case. In tal senso Ducati potrà contare solo su 170 gomme: un taglio considerevole contro le 200 stabilite ad inizio 2023, che implicherà gioco-forza una riduzione delle giornate in pista per il tester Michele Pirro. Passando alla Fascia C, KTM e Aprilia avranno a disposizione 220 treni, mentre Yamaha e Honda ben 260 con un incremento del 30% rispetto al limite imposto lo scorso anno.

Più test per le giapponesi

Le case giapponese godranno inoltre della possibilità di far disputare ai piloti titolari anche sessioni di test private. Pertanto, Fabio Quartararo e Alex Rins nel caso di Yamaha e Joan Mir e Luca Marini nel caso di Honda, potranno affiancare i rispettivi tester (Cal Crutchlow e Stefan Bradl) nei collaudi a “porte chiuse”. Già a partire dallo shakedown di Sepang della prossima settimana. Non varrà altrettanto per gli altri. Ducati, KTM e Aprilia potranno portare in pista soltanto i propri collaudatori. Non da meno, Yamaha e Honda avranno il vantaggio di poter provare in qualsiasi tracciato del calendario, senza limitazioni. Le “europee” a malapena in tre individuati ad inizio stagione (di norma Jerez, Mugello e Misano). Una decisione fortemente voluta per cercare di accelerare il processo di recupero dei costruttori in difficoltà.

Ducati dice addio alle wild card

Sebbene non lo si voglia ammettere, l’obiettivo di questo nuovo sistema di concessione è evitare che gare e campionato siano un monopolio Ducati come accaduto nell’ultimo biennio. Tesi riaffermata da un’ulteriore limitazione. Ritrovandosi in Fascia A, Gigi Dall’Igna ed i suoi non potranno più contare sull’apporto delle wild card. Michele Pirro dovrà dunque concentrarsi sul CIV Superbike e sui (pochi) test in programma nel corso dell’anno, con il GP di Motegi 2023 che rischia di profilarsi ad oggi quale sua ultima apparizione in MotoGP. Salgono a sei le wild card a disposizione di KTM, Aprilia, Yamaha e Honda.

Motori non punzonati

Sul fronte prettamente tecnico, in Fascia A (B) e C non cambierà nulla rispetto al 2023. Con 7 o 8 motori (numero variabile a seconda dei GP previsti dal calendario) sigillati ad inizio stagione. Per coloro che si trovano in Fascia D il limite sale a 9-10 e (attenzione) non vi sarà alcun divieto di intervento. Tradotto: Yamaha e Honda saranno libere di sviluppare i propri propulsori, agevolandone l’avvicinamento a zone più nobili della classifica. Il condizionale, tuttavia, è d’obbligo in quanto ciò non è di per sé garanzia di recupero dell’attuale divario. Contestualmente, Dorna ha limitato lo sviluppo aerodinamico per coloro che riversano nelle Fasce A (B) e C, permettendo loro un solo aggiornamento a stagione contro i due per le case di Fascia D.

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