27 Gennaio 2024

Superbike: Chi è stato il più veloce sul passo nei test a Jerez?

L'analisi degli stint del secondo giorno offre risultati sorprendenti: Iannone il più veloce, ma Rea e Bautista sono lì. Mistero Toprak-BMW

Andrea Iannone, Supebrike

Il record ufficioso stabilito da Nicolò Bulega nei test Superbike a Jerez ha fatto parlare molto, perchè nessuno era mai stato così veloce a Jerez: 1’37″809. Prestazione ancor più impressionante se pensiamo che il 25enne neo iridato della serie cadetta non ha ancora disputato neanche una gara in top class. Il figlio d’arte ha preso il volo utilizzando a meraviglia la gomma SCQ, la soluzione da qualifica “estesa”: su alcuni circuiti e in particolari condizioni di temperatura nel ’23 è stata la scelta ideale anche per la Superpole Race di dieci giri.

Bulega è stato il più rapido in entrambe le giornate (qui tutti i tempi), sempre con la stessa gomma, dunque si può ipotizzare che nel Mondiale ’24 lo vedremo partire spesso là davanti. Il giro secco eccita gli animi degli appassionati, ma le gare si vincono alla distanza. Quindi la domanda è: chi è stato il più veloce sul passo nelle due giornate di Jerez? L’analisi dei cronologici offre risultati sorprendenti. Andrea Iannone è stato il più incisivo: chi lo avrebbe potuto prevedere?

Premessa

Come ogni volta, bisogna spiegare che il “Mondiale d’Inverno” non è una scienza esatta. Squadre e piloti programmano attività differenziate, in base alla tipologia del veicolo, alla loro esperienza, alle necessità di sviluppo dei reparti corse e tante altre variabili. Come ogni volta, anche a Jerez c’è stato chi ha spinto di brutto in cerca della prestazione ad ogni costo, chi ha lavorato più in ottica gara, con la mente già alla prima sfida. Il campionato si aprirà fra meno di un mese a Phillip Island e restano altre quattro giornate di test: lunedi e martedi a Portimao, le ultime due sullo stesso tracciato australiano a ridosso delle tre corse d’apertura. C’è anche un’altra variabile, le gomme. In Andalusia i piloti hanno girato con soluzioni da gara SCX (soffice) e SC0 (media). Mentre in Australia avranno a disposizione per le gare lunghe un’unica scelta, completamente differente, cioè la SC1 siglata A1126 sviluppata nel campionato nazionale

Andrea Iannone (P5, 1’38″744)

Passiamo in rassegna i cronologici del secondo e ultimo giorno realizzati dai piloti più veloci, partendo da colui che ha stupito di più. Andrea Iannone ha compiuto 61 giri, suddivisi in 11 stint. Nel più lungo (11 giri, poco più di metà gara) ha fatto il giro veloce in 1’38″922 (giro 2) battendo per otto volte il ritmo di 1’39”. Il peggior passaggio, l’ultimo, in 1’41″329 fa poco testo: traffico in pista. L’ex MotoGP non conosce a fondo la categoria, in particolare la complicata gestione di gomme molto efficaci ma pur sempre identiche a quelle in uso agli amatori per l’uso in pista. Le incognite sono tante per tutti, per lui che arriva da un altro mondo ancora di più. Phillip Island è uno dei suoi tracciati magici, ma i quattro anni lontani dalla mischia potrebbero pesare. Il dato certo, al momento, è che Iannone è ancora velocissimo e che la Superbike ha pescato un autentico jolly.

Jonathan Rea (P2, 1’38″345)

Il neoacquisto Yamaha ha percorso 78 giri divisi in 14 stint. E’ stato l’unico a simulare la gara sulla distanza piena, 21 giri. Anche lui, come Iannone, ha ottenuto il miglior tempo al giro 2 (1’39″768) marcando il passo di 1’39” sei volte. Peggior prestazione 1’40″554 all’ultimo passaggio: anche a gomme finite Jonathan Rea era comunque molto veloce. L’affiatamento con la R1 dunque sembra già eccellente, anche sulla lunga distanza. Non era affatto scontato.

Alvaro Bautista (P16, 1’39″583)

Il due volte Mondiale è stato fra i pochissimi a non utilizzare la SCQ, questo spiega perchè abbia concluso soltanto sedicesimo. Ma il ritmo è stato sostenutissimo. Ha inanellato 81 giri, divisi in 9 stint, quasi tutti sulla medesima distanza di dieci tornate. Nel più veloce ha ottenuto 1’39″583 come miglior riscontro, per altro all’ottavo giro, quindi con gomme non più nuove. Il suo giro più “lento” è stato quello finale in 1’40″023: Bautista ha accusato un decadimento di prestazione nel finale molto inferiore ai diretti avversari. La ricetta di Bautista è sempre la solita: gestire al meglio l’aderenza, con differenze sul giro minime fra inizio e fine della corsa. Tutto a dispetto di dolori al collo, ricordo del terribile schianto nei precedenti test Superbike, sempre a Jerez lo scorso ottobre. Se non è ancora al meglio dopo tre mesi, immaginate in quali condizioni abbia gareggiato a Sepang in MotoGP…

Nicolò Bulega (P1, 1’37″809)

In configurazione gara il debuttante non è ancora così incisivo. Il secondo giorno ha compiuto 69 giri, sezionati in 13 stint, tutti molto corti. La massima distanza percorsa è stata 8 giri: miglior riscontro 1’37″799, peggiore 1’40″511. Nota: questo stint si è svolto in tarda mattinata, il momento di pista più veloce. Dunque con la gomma da gara Bulega non è ancora all’altezza del compagno Bautista. La classifica finale, “inquinata” dall’uso di gomme da qualifica, indurrebbe a voli pindarici, ma non è ancora tempo.

Toprak Razgatlioglu (P4, 1’38″638)

Il nuovo asso BMW ha percorso in tutto 78 giri, frazionati in 16 stint, tutti quindi cortissimi. La massima distanza percorsa è stata di appena sei giri. Questo tipo di strategia ci impedisce di valutare il potenziale in ottica gara, perchè è impossibile capire se il singolo stint sia stato fatto con la gomma da gara (SCX o SC0) o con la ben più performante SCQ. La soluzione da qualifica infatti a Jerez regge agevolmente i sei giri, a ritmo altissimo. Vedere la BMW velocissima sul giro secco non stupisce: Tom Sykes firmò una Superpole già nel 2019, primo anno del rientro ufficiale del gigante tedesco. Scott Redding nel finale è salito in terza posizione, firmando la prestazione al 77° e ultimo passaggio, con tracciato molto meno veloce rispetto alla tarda mattinata sfruttata da Bulega e Rea.

Danilo Petrucci (P9, 1’38″907)

Il pilota umbro ha lasciato Jerez poco soddisfatto. Ha percorso 73 giri in 11 stint. Nel più veloce, lungo 12 tornate, il suo giro veloce è stato 1’39″574, il peggiore in 1’41″379. Danilo è battuto in sei occasioni 1’39” ma il finale di simulazione non è stato molto efficace. Servirà molto lavoro per non perdere il treno dei piloti da podio. Anche la concorrenza “interna Ducati”, con l’arrivo di Andrea Iannone, è diventata più temibile.

Seguici anche su CorsedimotoTV

Lascia un commento