23 Gennaio 2022

MotoGP, la storia: la “meteora” Italjet in 125cc negli anni 2000

Storia del Motomondiale ricca di marchi storici o rimasti per breve tempo. Quest'ultimo è il caso di Italjet, in 125cc negli anni 2000: un focus.

haslam italjet 125cc - MotoGP

Storie di marchi che hanno lasciato un segno importante nel Mondiale MotoGP, alternate a nomi durati per poco o vere e proprie “meteore”. Tocchiamo quest’ultima categoria e senza andare troppo lontano nel tempo, visto che parliamo degli anni 2000. Il suo nome era Italjet, la cui storia però aveva preso il via nel periodo in cui il paese si stava rimettendo in sesto dopo il dramma della Seconda Guerra Mondiale. Un nome quindi di rilievo, ma che solo nel nuovo millennio ha tentato lo sbarco nella classe minore del Motomondiale. Un’impresa decisamente interessante, ma durata appena tre stagioni. Un focus sulla sua storia e sulla breve avventura nel Campionato del Mondo.

Le origini 

Un marchio con sede attuale a Castel Guelfo di Bologna, nato nel lontano 1960 nella ormai famosa Terra dei Motori. Tutto parte con Leopoldo Tartarini, motociclista molto conosciuto a livello italiano per i suoi strepitosi successi nelle competizioni di gran fondo degli anni ’50. Una brutta caduta al MotoGiro d’Italia ’56 rischia di porre fine alla sua carriera, per poi riprendersi ed incrementare ancora la sua popolarità con un’impresa giudicata decisamente folle. Propone a Ducati il giro del mondo in motocicletta e la casa di Borgo Panigale accetta: l’impresa di Tartarini e dell’amico Giorgio Monetti, durata un anno, è un vero trionfo a livello locale e nazionale.

Sulla scia di questo successo inizia la costruzione di motocicli con motori del marchio tedesco MZ. Ecco che prende il via a San Lazzaro (Bologna) l’azienda conosciuta in origine come Italemmezeta. Tre anni dopo diventa Italjet col lancio di un modello sportivo di ispirazione Ducati, l’inizio di una lunga storia. Con un design “unico e sfrontato”, come nel carattere del suo fondatore, tanto da vantare mezzi esposti anche nei prestigiosi musei MOMA e Guggenheim. Un successo commerciale per queste ‘opere d’arte a due ruote’, non mancano le competizioni: spicca la Buccaneer nell’italiano 125cc juniores, vincendo tre titoli. A referto anche l’impegno nel trial sia a livello nazionale che mondiale, fino ad arrivare al salto nel Campionato del Mondo.

Nel Motomondiale 

È esattamente il 2000 quando Italjet decide di tentare l’impresa, presentandosi al via nella ottavo di litro con la F125 guidata da due piloti. Si tratta del ceco Jaroslav Huleš e dell’esordiente britannico Leon Haslam, a cui aggiungere i due GP finali con lo svizzero Marco Tresoldi al posto del primo (ingaggiato come sostituto per un altro team). Il marchio bolognese conquista i primi punti in occasione del suo quarto GP mondiale grazie a Huleš, 14° nel Gran Premio di Spagna a Jerez. Un primo piazzamento a punti a cui ne seguiranno altri 4, spicca l’8° posto ottenuto a Donington, mentre il britannico chiude a punti solo in Catalunya (10°).

Nel 2001 ecco il marchio con gli italiani Stefano Perugini e Gianluca Scalvini in sella alla rivisitata Italjet GP/03. Sei piazzamenti a punti con il primo (più un giro veloce), cinque con il secondo, segnalando un doppio nono posto a Valencia ed in Australia. La casa emiliana ci riprova nel 2002 con Perugini unico fisso per tutto l’anno. Sulla seconda sella si alternano invece Gábor Talmacsi (5 GP senza punti), Leon Camier (tre GP senza punti) e Christian Pistoni (i restanti 8 GP con 6 ritiri, un 12° posto ed una P19). I risultati migliori arrivano con Perugini: sei piazzamenti a punti, spicca la 6^ piazza a Estoril, il massimo per Italjet a livello mondiale. È infatti il suo ultimo anno.

Fallimento e ripartenza 

In quegli anni la situazione del marchio bolognese non è delle più rosee. Nell’aprile 2003 infatti ecco il fallimento ufficializzato dal Tribunale di Bologna e la produzione che quindi viene sospesa. Ma questo nome storico non viene perduto: in seguito Massimo Tartarini, figlio del suo fondatore, rileva il marchio e col tempo riesce a far ripartire la compagnia. A lungo prevalentemente con biciclette elettriche ed a pedalata assistita, per poi riprendere a livello commerciale anche per quanto riguarda i motocicli. Con progetti che riscuotono interesse sul mercato, ma citiamo anche una collaborazione interessante con un nome importante nelle competizioni internazionali. Si tratta di Andrea Dovizioso, che ha contribuito allo sviluppo dello scooter Dragster 125/200cc.

Che favola Marco Simoncelli! “58” racconto illustrato in vendita anche su Amazon Libri

Foto: Italjet Moto

Lascia un commento