29 Ottobre 2019

ESCLUSIVA Lorenzo Dalla Porta, la lunga strada da Montemurlo al Mondiale

Il pilota toscano ci racconta le sue emozioni, gli aspetti chiave per il titolo, la passione che l'ha portato così in alto. "Ho temuto di dover smettere per motivi economici"

lorenzo dalla porta world champion moto3 2019

Da Montemurlo (in provincia di Prato) è partito il percorso da sconosciuto pilota con un grande sogno mondiale, fino a diventare iridato Moto3. Domenica notte Lorenzo Dalla Porta ha fatto gioire tutti gli appassionati delle due ruote della nostra penisola, conquistando una splendida vittoria a Phillip Island ed il titolo “leggero” nel Motomondiale. Dopo aver vinto il campionato italiano 125 e quello nel CEV Moto3, ecco il Mondiale per il giovane pilota toscano, che ha riportato al nostro paese la corona nella categoria minore, qualcosa che mancava dal 2004. Un percorso fatto di sacrifici, tutti ripagati da questo grande risultato.

Qual è stato il primo pensiero una volta superata la bandiera a scacchi, quando hai capito di aver vinto il titolo?
È un’emozione davvero incredibile. La prima cosa è stata una scarica di adrenalina, poi ho pianto, anche se poco. Ho urlato tanto per la felicità, avevo quasi finito la voce. Avevo vinto sia la gara che il campionato, il massimo che puoi ottenere quando conquisti un titolo così importante.

Cosa ti ha portato soprattutto quest’anno a questo ‘salto di qualità’?
“Prima di tutto direi che è stato un percorso iniziato l’anno scorso e “consacrato” dalla vittoria a Misano. Il team è come una seconda famiglia per un pilota, capirsi e avere un bel rapporto sono aspetti fondamentali affinché le cose vadano bene. Penso che la chiave sia stata iniziare a darsi reciprocamente fiducia e lavorare sodo, migliorando la moto e il “rapporto di famiglia sul lavoro”.”

C’è stato un momento preciso in cui hai capito che potevi davvero vincere il titolo? E un momento in cui invece pensavi fosse tutto perduto?
“A Barcellona, quando mi si è fermata la moto, ho pensato che la strada fosse molto in salita. Le ultime tre gare invece sono state la chiave per credere davvero nel titolo.”

Hai parlato spesso del supporto che ti ha dato tua nonna. Oltre a lei, tra familiari e non, chi è stato fondamentale nel tuo percorso fino al Mondiale?
“Direi che la persona più importante in questo percorso è stata mio padre. Ci ha sempre creduto, in alcuni momenti anche più di me.”

Quali sono state secondo te le gare migliori della stagione e quali le peggiori?
“Le migliori, oltre alle tre vittorie (Sachsenring, Giappone e Australia), sono state quelle chiuse al secondo posto a Losail, al Mugello, a Le Mans, ad Assen. In particolare però sottolineo il risultato in Thailandia: avevo perso mia nonna il giovedì e non è stato per niente facile. Cito anche il terzo posto a Silverstone. Ci sono state tante gare dominate e perse solo all’ultimo giro per piccoli errori.”

C’è stato un episodio particolare nella tua carriera che ti ha fatto pensare “Sì, io voglio diventare un motociclista”?
“In realtà l’ho sempre pensato. Salire sulla moto era qualcosa di speciale, che fin da piccolo mi faceva provare emozioni diverse da qualsiasi altra cosa facessi. Ora come allora è sempre stata la cosa che amavo e amo più al mondo.”

Ti è mai capitato invece di pensare di mollare?
“Ci sono stati momenti duri. Spesso ho pensato che sarei stato obbligato a lasciar perdere per problemi economici. Mio padre però ci ha sempre creduto e ha sempre dato tutto pur di farmi correre e realizzare i miei sogni.”

Mancano due gare alla fine della stagione, le ultime in Moto3: quali sono gli obiettivi?
“Voglio solo divertirmi e provare a vincere anche queste due. Ora che non ho più nessun tipo di pressione dovrebbe essere più semplice. Penso solo a questo: divertirmi e cercare ancora la vittoria. Alla fine direi lo stesso obiettivo di sempre!”

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3 commenti

  1. fabu ha detto:

    Grazie Lorenzo per le emozioni che ci hai regalato. però che rabbia vedere che i i media nazionali, ma anche tanti del settore, non ti abbiano dedicato le loro prime pagine e l’attenzione che meriti.